La mappa dell'oncologia italiana
Di Nicola Miglino. È un quadro in chiaroscuro per l'oncologia italiana quello che emerge dal IV Libro Bianco Aiom (Associazione italiana di oncologia medica) presentato nei giorni scorsi a Roma.
Da una parte, infatti, va registrato come dato positivo il fatto che, per esempio, quasi l'87% delle oncologie italiane abbia attivo un servizio di assistenza domiciliare ma solo nel 33% dei casi vengono dispensati a casa i medicinali. Dal 2003, inoltre, la presenza nelle strutture di Pet per le diagnosi è passata dal 10 al 30%, mentre scintigrafie e risonanze magnetiche sono passate dal 36 al 61% e dal 51 al 90% rispettivamente.Progressi più lenti negli apparecchi per radioterapia: presenti nel 46% delle strutture oncologiche nel primo censimento Aiom 2001, lo sono nel 60% nel 2009, mentre si registra una discesa media del 20% degli psicologi passati da 1,6 in media per centro oncologico nel 2005 a 1,3 nel 2009.
«Il Libro Bianco dell'Aiom rappresenta un utilissimo tentativo di disegnare una mappa accurata e aggiornata dello stato dell'oncologia in Italia» afferma il ministro Ferruccio Fazio.
«Il suo utilizzo potrà quindi rendere più facile e sopratutto incisiva, l'azione del Ministero nel migliorare e correggere, laddove necessario, i livelli di prestazioni così come i servizi e l'organizzazione.
L'obiettivo più ambizioso sarà quello di creare un network di tutte le reti oncologiche regionali per fornire standard di assistenza più elevati a tutti i pazienti oncologici, indipendentemente dalla sede in cui risiedono».
Pagina pubblicata il 07 marzo 2010