Fertilità maschile in crisi in Occidente, ma c'è disaccordo tra gli studiosi
La crisi sembra coinvolgere anche la produzione di spermatozoi. E' quello che emerge dalla Conferenza annuale della Società Europea di Riproduzione Umana ed Embriologia svoltasi a Londra.
Gli studiosi hanno preso in considerazione le molte ricerche eseguite sull'argomento, e le conclusioni di alcuni sono molto vicine dal dichiarare un vero e proprio stato di crisi dovuto ad un diffuso e significativo calo di liquido seminale maschile.
Si parla di un calo del 32,2% rilevato negli ultimi 17 anni tra gli uomini intorno ai 35 anni. Se poi si va ancora più indietro nel tempo, negli ultimi 50 anni, secondo alcuni studi, il numero degli spermatozoi è diminuito di circa il 50%.
Si tratterebbe di un fenomeno diffuso in tutto il mondo e che sembra annunciare un preoccupante calo della fertilità maschile.
La formazione degli spermatozoi inizia, con un processo chiamato spermatogenesi, in età giovanile mediamente tra gli 11 e i 15 anni.
Secondo i numerosi studi portati a termine, ad ogni eiaculazione l'uomo adulto emette una quantità di sperma che varia dagli 1,5 ml agli 8 ml. Si tratta di una variabilità che dipende da fattori individuali, non tutti individuati, ma che in genere deriva dalla produzione di testosterone o dall'intervallo tra una eiaculazione e l'altra. Secondo alcune ricerche la quantità massima che l'uomo può accumulare si verifica dopo circa una settimana di astinenza.
Anche il numero di spermatozoi presenti può variare individualmente e può dipendere dalle condizioni di salute dell'uomo. Per ogni millilitro di liquido seminale se ne possono contare dai 20 ai 200 milioni.
Tra le possibili cause di questo calo di fertilità maschile, sotto la lente d'ingrandimento ci sono la sedentarietà, l'alimentazione poco sana, il fumo e l'esposizione ad una sostanza, presente negli imballaggi per alimenti, come le bottiglie in plastica, che prende il nome di Bisfenolo A.
Una ricerca recente individua nell'eccesso di assunzione di grassi saturi una delle cause di calo degli spermatozoi, circa il 42% in meno.
Ma si tratta solo di qualche esempio che certamente non esaurisce l'argomento.
Tuttavia la discussione sull'argomento è ancora molto aperta. Non tutti gli esperti sono d'accordo con questa definizione di infertilità maschile generalizzata.
Molti studiosi sono convinti che il calo interessi soprattutto il mondo occidentale e che, in ogni caso, esistono sostanziali differenze tra paese e paese. Anche nella stessa area geografica possono rilevarsi differenze tra regione e regione.
In sintesi, anche se in presenza di distinguo significativi, sembra di capire che ci sia in atto un calo della fertilità maschile. Qualcuno parla di una preoccupante crisi diffusa, altri sono in disaccordo sostenendo che al massimo il flop riproduttivo interessi solo delle aree del mondo a macchia di leopardo.
Forse non è abbastanza per ritenere la specie umana in via di estinzione.
di Antonio Luzi
Pubblicato il 20/7/2013
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