Sterilità femminile: cause e terapie
Sterilità femminile.
- Sterilità meccanica
- Endometriosi
- Sterilità ormonale
- Iperprolattinemia
- Ovaio micropolicistico
- Valori elevati dell'FSH
- Iperandrogenismo
- Insufficienza del corpo luteo
Cause
Dall'uso della spirale al crescere delle malattie a trasmissione sessuale, molte sono le aggressioni a livello delle tube che possono indurre la sterilità. Le tube (o salpingi) recitano un ruolo di primo piano nel concepimento: basti pensare alla funzione di "trasporto" e nutrizione nei confronti dell'embrione.
Un'infezione può determinare la formazione di aderenze che, in alcuni casi, possono addirittura impedire la "comunicazione" tra ovaio e salpinge oppure ostacolare la progressione dell'ovocita.
Terapia
Ci sono casi di sterilità meccanica in cui la capacità, o comunque la possibilità di concepire, non è annullata ma sensibilmente ridotta. È evidente che ad una coppia giovane sarà più facile consigliare di prendere tempo rispetto ad una coppia avanti con gli anni.
Nei casi di ostruzione tubarica lieve e cioè quando il quadro non è tra i più seri (tube congeste o tortuose ecc.) si possono effettuare idrotubazioni al 7°-10° giorno del ciclo, per un massimo di sei cicli. Si introduce nell'utero, attraverso il canale cervicale, una piccola quantità di aria seguita da liquidi medicati (antibiotici e idrocortisone) e poi ancora aria.
Il liquido, spinto dall'aria, crea una pressione sulle tube e vi esercita una lieve azione terapeutica. Non è una pratica dolorosa, ma fastidiosa, che lascia come conseguenze dolore alle spalle per alcune ore.
Risultati migliori si ottengono con la microchirurgia specie in quei casi in cui una donna che ha eseguito una sterilizzazione decide di tornare sui suoi passi. In questi casi si hanno successi più confortanti perché le tube sono generalmente sane e perché l'ostruzione è stata realizzata da un medico e non da una malattia.
Attualmente nei casi di malattie tubariche (tube impervie, inaccessibili o inaffidabili) o di sterilità meccaniche si tende a per correre la strada della fecondazione in vitro o comunque della fecondazione assistita.
Cause
È una malattia subdola, dolorosa e capace di provocare anche una sterilità permanente. Se in alcune donne non provoca alcun sintomo, in altre può affacciarsi con notevole violenza: in genere si manifesta con mestruazioni molto dolorose dopo che per anni non hanno dato alcun problema.
Si manifesta quando l'endometrio (cioè la mucosa dell'utero che, dopo essersi preparata ad accogliere l'embrione, viene espulsa con il sangue durante il ciclo qualora non si sia verificato il concepimento) per motivi ancora sconosciuti compie un percorso inverso risalendo attraverso le tube fino alla cavità addominale.
L'endometriosi è davvero una malattia severa nei confronti della possibilità di concepire: in molti casi anche quando si è raggiunta la completa guarigione (peraltro non facile da ottenere) la fertilità rimane, almeno in parte, compromessa.
Per approfondire vedi: Endometriosi: sintomi, cause, diagnosi e cure
Terapia
Durante una laparoscopia diagnostica se il medico si accorge di trovarsi in presenza di endometriosi solitamente interviene direttamente coagulando con la diatermia o con il laser il tessuto malato o asportando le cisti ovariche. Dopo la fase chirurgica la donna viene trattata con farmaci specifici: sono cure lunghe e fa stidiose che comportano una serie di effetti collaterali spiacevoli.
Le ricadute non sono rare, ma nel 60% dei casi trattati chirurgicamente si ottengono una guarigione e una discreta qualità della vita. È compito del medico, prima di indirizzare una donna verso un concepimento assistito, valutare i rischi legati alla malattia.
Cause
Assenza dell'ovulazione: per stabilire se durante ilciclo mestruale si ha o meno un'ovulazione sono fondamentali le indicazioni che vengono dalla temperatura basale. È comunque già un'indicazione il passato mestruale della donna; è raro infatti che in assenza di ovulazione i cicli siano sempre regolari.
In caso di amenorrea e cioè di assenza del ciclo mestruale è bene verificare lo stato dell'apparato genitale per valutare se la donna ha un utero capace di mestruare. Grazie ai dosaggi ormonali è poi possibile individuare le cause dell' amenorrea, soprattutto di quelle primitive e cioè di quelle che compaiono già a 16, 18 anni.
Per quanto riguarda le amenorree secondarie si interviene dopo un'attesa di sei mesi durante i quali il ciclo non si è manifestato. Per prima cosa si esegue un test di gravidanza per essere certi che non si tratti di una maternità in corso; l'ecografia pelvica consente di stabilire se si è in presenza di ovaie cistiche o micropolicistiche o multifollicolari. Anche i dosaggi ormonali possono essere d'aiuto. Stress, disagi psicologici, anoressia possono essere la causa di amenorree secondarie.
Terapia
La sterilità di origine ormonale, con le dovute eccezioni, può avere un esito felice nella maggioranza dei casi prima di iniziare la terapia. Le "eccezioni" a questo quadro così positivo sono rappresentate dalle amenorree ovariche e quelle ipergonadotrope (con FSH alto) poiché in esse l'induzione sarebbe inutile.
In tutti gli altri casi di sterilità ormonale si ottengono buoni risultati con i farmaci dopaminergici: si tratta di terapie fastidiose che, tuttavia, vengono ben accettate dalle donne. Se l'anovulatorietà cronica è legata a cause ipotalamiche si deve somministrare, prima dell'induzione dell'ovulazione, un progestinico: se la donna mestrua significa che il suo organismo produce una buona quantità di estrogeni e dunque si può tentare la carta dell'induzione dell'ovulazione con farmaci "deboli"; al contrario se non si verifica la pseudomestruazione è bene iniziare subito con farmaci più potenti come il GnRH e le gonadotropine.
È una produzione eccessiva dell'ormone ipofisario che regola la produzione di latte: la prolattina. Spesso la donna ha amenorrea e galattorrea (fuoriuscita del latte dai capezzoli). L'esame che svela livelli di prolattina nel sangue va eseguito più volte: questo ormone, infatti, è sensibile agli stress e, dunque, l'esito dell'esame può essere falsato.
L'iperprolattinemia, in genere, si risolve con l'assunzione di determinati farmaci. La guarigione comporta anche il ritorno dell'ovulazione e quindi della capacità di concepire.
Viene messo in evidenza sia dall'ecografia pelvica che dal risultato degli esami ormonali. La donna spesso ha cicli mestruali irregolari, periodi di amenorrea, obesità, acne e irsutismo (eccessiva peluria). Vedi: Ovaio policistico: cos'è, sintomi, cause, diagnosi e cura
Anche in presenza di mestruazioni regolari è possibile che gli esami ormonali mettano in evidenza alti valori dell'FSH; ciò significa, nella maggioranza dei casi, che la menopausa è vicina anche se è impossibile stabilire esattamente quando arriverà. In questi casi è bene eseguire l'esame più volte per evitare di arrivare al momento in cui si vuole intervenire e trovarsi davanti ad un ovaio che ha concluso il suo ciclo produttivo.
La donna ha acne, irsutismo, seborrea. Le ovaie, all'esame ecografico, risultano micropolicistiche e il ciclomestruale è anovulatorio. Tranne nei casi più seri, dopo un normale iter terapeutico un numero elevato di donne ha una gravidanza.
Terapia
A seconda dell'origine dell'alterazione ormonalesi seguirà un percorso terapeutico. Nel caso in cui è il surrene a provocare problemi la terapia a base di cortisonici è efficace per ripristinare l'ovulazione, e quindi la fertilità; se, invece, è l'ovaio la causa dell'iperandrogenismo anovulatorio solitamente si inizia una terapia con farmaci "deboli" (come il clomifene) che sono di facile somministrazione e non richiedono controlli particolari.
Dopo cinque o sei cicli con questa terapia se non si ottengono risultati (cosa abbastanza frequente nel 60% delle donne trattate) si adotta un trattamento con analoghi del GnRH-GnRH pulsatile: si applica alla donna una micropompa sostenuta da una cintura che rilascia un farmaco in grado di stimolare a intervalli programmati un ormone ipotalamico.
Il vantaggio di questa terapia (se si esclude il fastidio del tutto sopportabile della pompa) è rappresentato dal fatto che la stimolazione è controllata e quindi non si va incontro a gravidanze gemellari, trigemine ecc.
Se dopo alcuni cicli, anche questa terapia si rivela inefficace (nel 30% dei casi), allora si passa alla stimolazione diretta dell'ovaio con la gonadotropina FSH. Un trattamento efficace ma che comporta qualche rischio quali iperstimolazioni o gravidanze multiple.
Qualora anche questa strada dovesse rivelarsi inefficace non resta che ricorrere alla resezione cuneiforme dell'ovaio. La donna viene sottoposta a laparoscopia e le vengono praticate piccole "aperture" sulle ovaie. Il vantaggio di questa terapia non solo è limitato nel tempo ma può comportare il rischio di provocare una successiva sterilità meccanica.
A questo punto dell'iter terapeutico solo l'8-9% delle donne con iperandrogenismo anovulatorio non ha avuto una gravidanza (purché le terapie siano state eseguite correttamente). Si può tentare la via della fecondazione assistita.
Non è semplice la diagnosi diinsufficienza funzionale del corpo luteo. La fase luteale è rappresentata da quel periodo - solitamente di 14 giorni - che inizia con l'ovulazione e termina con la mestruazione.
Durante questa fase l'organismo produce ormoni, estrogeni e progesterone, al fine di preparare l'endometrio ad accogliere un uovo fecondato e a consentirnelo sviluppo. Se la fase luteale dura meno di 10 giorni si parla di "insufficienza luteale" caratterizzata, dunque, da un intervallo troppo breve e, di conseguenza, da una scarsa produzione di progesterone.
Terapia
Per quanto riguarda il corpo luteo un primo limite è rappresentato dalla diagnosi, il secondo dalla terapia: non sono ancora ben note le cause dell'insufficienza del corpo luteo e nemmeno le terapie da seguire.
Ettore Cittadidini, Carlo Flamigni - Un Figlio, volerlo per poterlo avere - Ed. La Nuova Italia Scientifica
pagina aggiornata il 27 dicembre 2007