Tumori e inquinamento, le grandi città alzano il rischio
Chi vive in una metropoli rischia di più di ammalarsi di cancro o di andare incontro a patologie cardiovascolari.
Quelle più a rischio sono Milano, Torino, Genova, Venezia, Bologna, Firenze, Roma, ma anche Napoli e Cagliari.
Vivere in tutte le città della Lombardia, del Veneto, del Friuli V.G. e del Trentino A.A. e per le donne anche in tutte quelle dell'Emilia Romagna rappresenta un rischio aggiuntivo di tumore.
Ma in quest'Italia della cattiva salute esistono anche isole felici, intere regioni, in cui la mortalità per tumore in generale è più bassa della media nazionale.
Per gli uomini tutte e 3 le città dell'Umbria considerate, Perugia, Terni e Foligno, tutte quelle dell'Abruzzo (L'Aquila, Pescara, Teramo, Chieti), tutte quelle del Molise (Isernia e Campobasso), tutte quelle della Calabria (Cosenza, Crotone, Catanzaro, Lamezia Terme, Reggio Calabria, Vibo Valentia), tutte quelle della Sicilia (tutti i capoluoghi più Gela, Vittoria e Modica).
A nord l'unica città sicura per i maschi è Cuneo.
Da un punto di vista generale due dati sono fortemente significativi e sicuramente nei prossimi mesi faranno parlare.
I due dati sono 9% in più per gli uomini e 7% per le donne, ed essi rappresentano infatti la differenza tra i tumori riscontrati nella popolazione che vive nelle vicinanze dei luoghi contaminati (i cosiddetti siti di interesse nazionale) e la popolazione generale.
Questi dati sono il risultato che emerge dalla prima parte di uno studio condotto dal Dipartimento Ambiente e connessa Prevenzione primaria dell’Istituto superiore di sanità (Iss) e dall’Associazione italiana registri tumori (Airtum). Riguardano 23 dei 44 siti d’interesse nazionale già presi in considerazione dallo studio Sentieri.
I ricercatori che hanno condotto lo studio invitano però ad avere un po’ di cautela.
Secondo Pietro Comba del Dipartimento Ambiente e connessa Prevenzione primaria dell’Istituto Superiore di Sanità, “tutti i tumori considerati possono essere causati da numerosi e diversi agenti attinenti sia all’ambiente, sia all’alimentazione e agli stili di vita.
Quindi, per comprendere a fondo il significato di questi dati, è necessario confrontarli con altre due variabili: i dati di caratterizzazione ambientale, che indicano il livello di contaminazione delle diverse matrici (aria, acqua e suolo), e quelli cosiddetti di esposizione, che esprimono quanto la popolazione sia stata esposta a possibili fattori di rischio».
Emanuele Crocetti segretario dell’Airtum (Associazione italiana dei registri tumori), ha aggiunto che "Solo quando tutte queste informazioni saranno complete sarà possibile valutare pienamente quanto le condizioni ambientali incidano realmente sia sull’aumento del rischio di ammalarsi di alcuni tipi di tumore, sia sulla diminuzione dell’incidenza di altri, per esempio, nel caso dei tumori gastrici".
di Antonio Luzi
Pubblicato il 10/5/2013