Melanomi in aumento, complici il sole e la poca informazione
Il melanoma è un tumore della pelle che negli ultimi 30 anni ha visto un incremento dei casi del 30%. E' il tumore più insidioso che nel mondo colpisce ogni anno 200 mila persone, di cui 7 mila sono italiane.
In occasione della campagna europea d'informazione sulla malattia, l'Euromelanoma Day 2013, gli esperti si avvicendano con interventi preoccupanti e consigli su come fare prevenzione.
Sono ancora molti gli italiani che ne sanno poco, non tengono sotto controllo i nei della pelle e con il sole hanno un rapporto pericoloso.
Secondo un'indagine portata a termine da GfK Eurisko, un italiano su cinque ha scarse cognizioni sul melanoma e spesso sbaglia facendo confusione con altre malattie che colpiscono la cute.
Il 44% non sa che il melanoma può sviluppare metastasi che possono diffondere il tumore ad altri organi. Un'ignoranza che può ridurre i tempi medi di sopravvivenza ad un solo anno dalla diagnosi.
Il 50% dei tumori metastatici è riconducibile a una mutazione del gene BRAF, spiega Paolo Ascierto dell'Istituto Nazionale Tumori Pascale di Napoli. Un mutazione individuata nel 2002 e che ha consentito di "sviluppare il primo trattamento personalizzato contro questa grave forma di tumore della pelle in fase avanzata". Grazie al farmaco (Vemurafenib), ha aggiunto Ascierto, ora disponibile in Italia, "si è raddoppiata la sopravvivenza dei malati portandola da 6 a 13-16 mesi".
Ketty Peris dirige la Clinica Dermatologica dell'Università de L'Aquila ed ha chiarito che comunque "La prevenzione e la diagnosi precoci sono fondamentali e i numeri lo dimostrano. Se il melanoma viene diagnosticato in fase precoce, la guarigione è possibile in circa il 95% dei casi e spesso basta la sola asportazione chirurgica della lesione". Ritardare la diagnosi, invece, comporta il rischio che il tumori si propaghi agli altri organi.
Secondo la dermatologa, chi ha già avuto a che fare con un melanoma o ha familiari colpiti dalla malattia, dovrebbe eseguire ogni anno una visita dallo specialista.
In merito all'esposizione ai raggi solari, Peris spiega che sono diversi i tipi di melanoma e che le alterazioni genetiche hanno una responsabilità importante come "le ustioni provocate dalla scorretta esposizione al sole possono danneggiare il nostro Dna e, sul lungo periodo, portare a modificazioni delle cellule che inducono lo sviluppo del tumore".
Grande cautela, quindi, soprattutto per le persone con carnagione chiara, per chi ha gli occhi verdi o celesti e per chi ha molti nei sulla pelle.
Va inoltre ricordato che sono a rischio anche gli individui che hanno avuto frequenti bruciature, nell'infanzia o nell'adolescenza, a causa di un'eccessiva esposizione ai raggi solari. Infatti, "la pelle non dimentica", come avverte Lucio Andreassi sul sito nel ministero della Salute, quindi le ustioni riscontrate da bambini alzano il rischio di melanoma in età adulta.
Insomma, sembra chiaro che la prevenzione inizia con una corretta esposizione al sole, ma anche da un'informazione più completa.
Tornado all'indagine Eurisko, gli italiani non brillano di consapevolezza sui rischi. Meno della metà (47%) è al corrente che i tumori della pelle hanno tra le cause principali proprio le scottature prese sotto al sole.
Solo il 25% è al corrente dei pericoli delle lampade abbronzanti. Alcune tipologie di apparecchi sono stati vietati nel 2011, ai minorenni e alle donne in gravidanza, dall'ex ministro Fazio.
Infine, se solo il 23% sa di dover tener presente il fattore ereditario come aumentato rischio, il 13% ha presente le caratteristiche del proprio tipo di pelle. "Invece – aggiunge Peris – è decisivo conoscere il proprio fototipo per imparare a esporsi al sole in modo corretto".
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