Tumore al seno, la strategia con un nuovo farmaco per combatterlo
Oggi di fronte ad una donna con un tumore al seno, il medico oncologo ha differenti forme di intervento a sua disposizione che vanno dalla chirurgia, alla radio o chemioterapia, alle terapie ormonali.
A queste possibilità di agire si aggiunge oggi un farmaco cosiddetto a bersaglio molecolare che, in aggiunta ad un altro medicinale, è stato sperimentato a Napoli da ricercatori della struttura universitaria del dipartimento di Oncologia Medica Senologica all’Istituto Nazionale Tumori Pascale di Napoli, ed i cui effetti sono stati quelli di un miglioramento significativo della sopravvivenza libera da progressione rispetto alla sola terapia ormonale.
Nel nostro Paese il tumore al seno, nelle donne sotto i 55 anni di età, è ancora la prima causa di morte. Ogni anno circa 45.000 donne si ammalano di tumore al seno e di esse circa 35.000 guariscono mentre tra le 10 mila e le 12 mila donne ogni anno sviluppano forme avanzate di tumore.
Sabino De Placido, direttore della Struttura Complessa di Oncologia Medica all’Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II di Napoli, ha dichiarato che l’associazione del farmaco a bersaglio molecolare con un altro farmaco che si usa nel trattamento del tumore del seno, ha dato possibilità di trattare efficacemente le pazienti con un trattamento orale, e ben tollerato, ritardando cosi l’inizio eventuale della chemioterapia a quando il tumore progredirà ulteriormente.
La speranza di vita per le migliaia di donne che lottano contro il tumore al seno sono aumentate grazie alla conoscenza sempre più profonda dei meccanismi molecolari che sono alla base delle diverse forme di tumore della mammella, all’identificazione quindi dei diversi sottotipi ed in ultimo all’avvento delle terapie mirate che agiscono contro specifici bersagli molecolari.
Filippo de Braud, direttore del Dipartimento di Oncologia Medica all’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, ha detto che i “ricercatori attualmente si stanno concentrando proprio sull’identificazione delle caratteristiche biologiche che rendono i tumori aggressivi e resistenti ai trattamenti”
L’aspetto più interessante di questa categoria di farmaci consta nella loro straordinaria selettività d’azione, che è indispensabile per poter avere una terapia mirata, la quale possa interferire con la crescita del tumore senza, al contempo, danneggiare i tessuti sani, a differenza di quanto avviene con la chemioterapia classica.
In genere l’attività di queste che vengono definite ” targeted terapies” è mirata ad un bersaglio molecolare specifico, quale una proteina, un enzima o la formazione di nuovi vasi sanguigni che garantiscono la crescita tumorale.
IN ARGOMENTO:
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di Antonio Luzi
Publicato il 6/2/2014