La Sanità del Lazio migliora, la Regione replica alle nostre critiche
L'Ufficio Stampa della Presidenza della Regione Lazio replica con una nota al nostro articolo di ieri dal titolo: "La Sanità del Lazio migliora grazie a Zingaretti, che brutta propaganda". Con piacere ne diamo pubblicazione insieme ad una nostra replica.
NOTA REGIONE LAZIO
In merito all'articolo da voi pubblicato, occorre specificare che – come sottolineato ieri dal presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti – il trend positivo ha certamente inizio dall'avvio del progetto Prevale, con la pubblicazione online degli esiti della sanità.
Nella prima fase, tuttavia, i dati erano disponibili solo per gli operatori. Da un anno, come anche la vostra redazione ha potuto verificare, i dati sono a disposizione di tutti i cittadini. Ma la vera novità è che la valutazione degli esiti sia entrata negli obiettivi dei direttori generali.
Questo, ha portato un'accelerazione nel miglioramento delle prestazioni. Questi sono i numeri: nella proporzione di fratture di femore operate entro le 48 ore il dato è passato dal 15% del 2008 al 38% del primo semestre del 2013, l'aumento è stato particolarmente evidente nel secondo semestre del 2013, raggiungendo il 45% (quindi +6% in sei mesi); l'offerta di interventi di angioplastica primaria negli infarti acuti del miocardio, nel Lazio è passata dal 15% del 2008 al 32% del primo semestre 2013 e al 38% nel secondo semestre del 2013 (quindi +6% in sei mesi). Nella proporzione di parti cesarei primari si è osservata una diminuzione, partendo dal 33.5% del 2008 fino al 31% del primo semestre 2013. Nel secondo semestre del 2013 c'è stato un ulteriore miglioramento, arrivando al 30.3 (-0,7% in sei mesi).
Questi sono dati ufficiali, che possono essere verificati da tutti, non "brutta propaganda". Peraltro già altre Regioni, come la Toscana e la Sicilia, hanno dimostrato con dati di più lungo periodo un miglioramento attribuibile all'utilizzo di questi indicatori tra gli obiettivi dei DG.
Il miglioramento naturalmente, come è stato spiegato, non può essere frutto di una sola azione, ma dell'uso di queste misure all'interno dell'intero processo di governo del sistema.
Stupisce come un'associazione così sensibile ai problemi dei cittadini, non apprezzi la decisione di utilizzare indicatori di salute per valutare in maniera trasparente l'operato dell'intero servizio sanitario regionale. E comunque, ogni piccolo risultato in una Regione così difficile come il Lazio è prezioso e va valorizzato.
Per questo, la Regione Lazio ringrazia tutti i professionisti e gli operatori sanitari che, nonostante le tante difficoltà, si stanno impegnando per raggiungere risultati importanti per la salute della popolazione.
12 giugno 2014
LA NOSTRA REPLICA
Come dovrebbe risultare chiaro da quanto abbiamo scritto, e come è ovvio, siamo molto felici che gli esiti clinici siano da anni in via di miglioramento (già dai tempi di Marrazzo, passando per Montino e la Polverini. Ed ora con il presidente Zingaretti).
Quello che rileviamo con stupore è come abbiano potuto fare un balzo qualitativo, o accelerazione, come la definite, grazie alla assegnazione degli obiettivi ai Direttori Generali ancora prima che entrassero in carica (vedi dichiarazioni Petrangolini). Non contestiamo né i dati e nemmeno il loro sistema di diffusione. Inoltre, la validità in assoluto di un sistema di valutazione degli esiti è fuori discussione.
Semmai, visto che ci siamo, troviamo invece discutibile farne una classifica dei "più bravi", piuttosto che un monitoraggio per il miglioramento, e soprattutto è discutibile inserire quei dati negli obiettivi dei Direttori, ai quali si sarebbe invece dovuto proporre obiettivi di percorso e obiettivi organizzativi per raggiungere quei risultati.
Per esempio, subordinare le riconferme dei Direttori Generali alla riduzione dei parti cesarei potrebbe portare al rifiuto di seguire le gravidanze a rischio, ai risparmi di cesarei che sarebbero magari appropriati, con rischi per le gestanti.
Ad ogni buon conto, certo che siamo felici, ma gli esiti sono in miglioramento da molto tempo non per il Presidente e nemmeno, ahimè, grazie a Prevale, ma perché progressivamente migliorano le condizioni di cura, le conoscenze e l'integrazione. Ed è su questo che la Regione dovrebbe puntare invece che sulla messa in concorrenza delle strutture, che diventerebbe una lombardizzazione del sistema (con rischi tipo la Santa Rita).
Egregio Ufficio Stampa, la vostra comunicazione è troppo spesso lacunosa, come nel caso dell'autorizzazione allo sfondamento del tetto del budget per gli accreditati che fanno radioterapia e dialisi, che presentate così:
"Salute: via i limiti di spesa per le cure delle malattie gravi
16/05/2014 - Da oggi le terapie salvavita, l'oncologia e la dialisi saranno tenute fuori dai limiti di spesa delle strutture sanitarie. La Regione elimina i limiti di spesa sulle malattie gravi. Una grande novità che riguarda le terapie salvavita, l'oncologia e la dialisi. Da oggi queste particolari tipologie di cure saranno tenute fuori dai limiti di spesa delle strutture sanitarie. Finisce quell'orribile e incivile situazione per cui alle persone in pericolo di vita si diceva 'Non si può perché il budget è finito'. Un altro passo avanti per assicurare ai cittadini una sanità più efficiente e degna di un Paese civile".
In questo modo, chi legge, pensa che abbiate finanziato il sistema... fra gli applausi di chi non ha capito bene, quando le radioterapie pubbliche non possono aprire o lavorare per mancanza di personale.
Questo provvedimento invece finanzia i privati, fa uscire ancora soldi pubblici che danno profitto a chi lucra sulla salute, e non aiutano la sanità pubblica. Ma neanche il coraggio di dirlo. Chissà che ai cittadini del Lazio non dovesse piacere.
E chiacchiere sulla sanità territoriale, mentre quest'estate la sanità pubblica sarà tutta chiusa per il blocco delle sostituzioni dei medici ambulatoriali. E sarà chiusa anche dopo, visto il divieto di sostituire anche i medici degli ambulatori, dopo i dipendenti. Ma avete finanziato il Fatebenefratelli, l'IDI, il San Carlo di Nancy.
E' fin troppo chiaro che preferite la sanità privata a quella pubblica, solo che cercate di non dirlo perché sapete che i cittadini temono il profitto sulla loro pelle. E hanno ragione.
A proposito, al San Filippo Neri ancora vi aspettano, dopo i giri elettorali.
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