La vaccinazione contro la pertosse
Vaccinazioni. Cos'è la pertosse?
- Definizione
- Frequenza infezioni
- Che vaccino si usa
- Quali sono i rischi della vaccinazione?
- In quali casi non può essere eseguita?
La pertosse è una malattia molto contagiosa, causata da un batterio che si trasmette con le secrezioni di naso e gola. La pertosse inizia con i sintomi di un comune raffreddore: tosse, naso che cola, febbre lieve.
Nei giorni successivi la tosse peggiora ed è caratterizzata da colpi di tosse in successione, durante i quali il bambino non respira, seguiti da una rumorosa ripresa del flato (accesso di tosse con "urlo").
Questa tosse dura circa 2 settimane, poi migliora progressivamente. Complessivamente la malattia dura 1-2 mesi.
Le complicanze principali sono la polmonite, le convulsioni, l'encefalite.
La terapia antibiotica è scarsamente efficace e può ridurre la gravita dei sintomi solo se iniziata molto precocemente, durante la prima settimana di malattia, quando è comunque diffìcile che la pertosse venga riconosciuta.
Per un anno circa dopo la guarigione si possono ripresentare i caratteristici accessi di tosse, scatenati per esempio da episodi di raffeddore.
Quanto è frequente la pertosse in Italia?
La pertosse è ancora presente anche se l'elevata copertura vaccinalie ha ridotto drasticamente l'incidenza della malattia: mentre negli anni '60 venivano notificati in media 21.000 casi di pertosse ogni anno, tra il 2000 ed il 2004 sono stati notificati 1.900 casi per anno (-91%).
Che vaccino si usa contro la pertosse?
Attualmente il vaccino utilizzato in Italia è il vaccino "acellulare", che contiene solo alcune componenti del batterio, importanti per indurre la protezione nei confronti della malattia. Il calendario vaccinale prevede tre dosi di vaccino antipertosse nel primo anno di vita (nel 3°, 5° e 11°-13° mese d'età), seguite da un richiamo a 5-6 anni.
Dal 1999 ad oggi sono stati introdotti in commercio numerosi prodotti combinati a quattro o più componenti, in cui il vaccino antipertosse acellulare è associato ai vaccini contro tetano, difterite, Hib, Polio ed HBV.
I prodotti maggiormente utilizzati in Italia sono attualmente gli esavalenti, che combinano tutti i vaccini sopramenzionati. Sono inoltre disponibili vaccini da utilizzare per le dosi di richiamo, che contengono un quantitativo ridotto della componente antipertosse, in combinazione con il vaccino contro il tetano ed il vaccino antidifterite formulazione adulta.
Quali sono i rischi della vaccinazione?
La vaccinazione può causare reazioni nel punto di iniezione (rossore, gonfiore), o febbre. Queste reazioni guariscono da sole in 2 o 3 giorni. Reazioni più importanti, quali febbre alta (superiore a 40°C) o convulsioni febbrili sono rarissime. Questi eventi si risolvono comunque spontaneamente e senza lasciare danni.
In questi casi, l'opportunità di proseguire il ciclo vaccinale deve essere valutata dal medico curante.
In quali casi la vaccinazione non può essere eseguita?
Come per le altre vaccinazioni, la vaccinazione contro la pertosse è controindicata per i bambini che hanno avuto una reazione allergica grave (anafilassi) dopo una precedente somministrazione oppure che hanno avuto una reazione allergica grave ad un componente del vaccino.
La vaccinazione deve essere rimandata in caso di malattia acuta importante.
Inoltre, per i bambini con disturbi neurologici progressivi (inclusi spasmi infantili, epilessia non controllata ed encefalopatia progressiva) o con encefalopatia entro sette giorni da una precedente somministrazione, l'opportunità di effettuare la vaccinazione va valutata caso per caso.
Comune di Roma - Assessorato alle Politiche di Promozione dell'Infanzia e della Famiglia - Dipartimento XVI.
Pagina aggiornata il 31/5/2006