La vaccinazione contro l'Epatite virale B
Vaccinazione contro l'epatite B. Spiegazioni e informazioni
- Cos'è l'epatite B
- Frequenza infezioni da epatite B in Italia
- Che vaccino si usa
- Quali sono i rischi della vaccinazione?
- In quali casi non può essere eseguita?
L'epatite B è un'infezione virale che colpisce il fegato. Si trasmette attraverso il sangue di una persona infetta o con i rapporti sessuali; può inoltre essere trasmessa dalla madre al neonato.
L'infezione può non dare sintomi, oppure causare un'epatite acuta, mortale nell'1% circa dei casi.
Inoltre l'infezione può persistere nel tempo causando un'epatite cronica che può evolvere in cirrosi e tumore del fegato.
La frequenza dell'epatite cronica è del 90% se il bambino contrae l'infezione prima della nascita o durante il parto, del 20-40 per le infezioni nel bambino e del 10% circa per le infezioni negli adulti.
Non esiste una terapia specifica contro l'Epatite B.
Quanto è frequente l'epatite B in Italia?
Prima dell'introduzione della vaccinazione, l'Italia era una delle nazioni europee maggiormente colpite dall'epatite B, e venivano segnalati circa 3.500 casi ogni anno.
I dati di sorveglianza indicano che nell'ultimo decennio l'incidenza della malattia si è notevolmente ridotta, con 1.059 casi segnalati nel 2004.
Grazie alla vaccinazione, il numero di casi è diminuito in maniera marcata soprattutto nei bambini fino a 14 anni, dove si è passati da 356 casi nel 1987 a 19 casi nel 2004 (-95%).
Che vaccino si usa contro l'epatite B?
Si tratta di un vaccino costuituito da un'unica proteina del virus dell'epatite B (HBV). Sono attualmente disponibili sia vaccini monovalenti solo contro l'epatite B che vaccini combinati con altri antigeni.
Per la vaccinazione nel primo anno di vita vengono utilizzati soprattutto vaccini esavalenti. Dal 1991, la vaccinazione è obbligatoria in Italia per tutti i neonati. Si somministra per iniezione intramuscolare in teé dosi nel primo anno di vita nel 3°, 5° e 11°-13° mese d'età.
Quali sono i rischi della vaccinazione?
La vaccinazione causa raramente febbre o reazioni locali, che si risolvono spontaneamente. Le reazioni allergiche gravi (anafìlassi) sono rarissime.
In quali casi la vaccinazione non può essere eseguita?
La vaccinazione va rimandata in caso di malattia acuta importante.
In caso di reazioni allergiche gravi (anafilassi) ad una somministrazione di vaccino, le dosi successive non vanno eseguite.
Inoltre, la vaccinazione è controindicata in caso di reazione allergica grave ad un componente del vaccino.
Comune di Roma - Assessorato alle Politiche di Promozione dell'Infanzia e della Famiglia - Dipartimento XVI.
Per approfondire:
Epatite A, B e C. Sintomi, diagnosi e cura
Pagina aggiornata il 31/5/2006