IVG, ru486 e cure prematuri, si esprima il Css
Il ministro della Salute ha inviato una lettera al presidente Cuccurullo per approfondire il problema dell'Interruzione Volontaria di Gravidanza, della prossima registrazione in Italia della ru486 e delle cure per i neonati prematuri
Il ministro della Salute, Livia Turco, ha richiesto tre pareri al Consiglio superiore di sanità (Css) in riferimento alla sussistenza della vita autonoma del feto di cui agli articoli 6 e 7 della legge 194 del 1978 (che individuano i 'tempi' entro i quali è legittimato il ricorso all'interruzione di gravidanza), alle modalità di impiego della pillola abortiva Ru486 all'esame dell'Agenzia italiana del farmaco (Aifa), e all'assistenza ai bimbi nati molto pre-termine.
Richieste messe 'nero su bianco' in una lettera indirizzata al presidente del Css, Franco Cuccurullo, sottolinea una nota diffusa dal ministero.
"Più precisamente - si legge nella missiva - chiedo al Consiglio di esprimersi sui seguenti quesiti:
1) In relazione a quanto contemplato dall'art. 7 della legge 194, che recita 'quando sussiste la possibilità di vita autonoma del feto, l'interruzione della gravidanza può essere praticata solo quando la gravidanza o il parto comportino un grave pericolo per la vita della donna (art.6) e il medico che esegue l'intervento deve adottare ogni misura idonea a salvaguardare la vita del feto', chiedo di formulare un parere, alla luce delle attuali conoscenze scientifiche e delle evidenze ad oggi dimostrate, sulla possibilità di estendere a tutto il territorio nazionale specifiche indicazioni sulla definizione di possibilità di vita autonoma del feto;
2) In relazione all'imminente registrazione e commercializzazione del farmaco Ru486, chiedo anche sulla base di quanto osservato dal direttore dell'Aifa, di formulare un parere sulle modalità di impiego di tale farmaco nel pieno rispetto della legge 194;
3) In relazione alla opportunità di individuare protocolli per le cure perinatali nelle età gestazionali estremamente basse, chiedo di esprimere un parere per definire gli ambiti temporali e le modalità di assistenza più idonei a garantire la tutela della salute e la dignità del neonato e della madre, in linea con le più aggiornate evidenze scientifiche".
Nella lettera al presidente del Css, Turco ribadisce di considerare la normativa sull'aborto "una legge saggia, lungimirante, quanto mai attuale e soprattutto capace di coniugare responsabilità della donna e responsabilità del medico di fronte a decisioni di massima importanza.
Grazie a questa legge - ripete il ministro - non solo è stata abolita la pratica indegna degli aborti clandestini, ma si sono avviate tutte quelle iniziative di supporto e sensibilizzazione ad una maternità consapevole e responsabile che hanno fatto sì che gli aborti si riducessero di ben il 44,6 per cento dal 1982 (anno di massimo ricorso all'aborto) al 2006.
La riduzione percentuale risulta ancora più marcata, salendo al 60 per cento se il dato viene limitato all'osservazione del ricorso all'Ivg da parte delle donne italiane". Alla luce di queste considerazioni, continua Turco, "ho più volte ribadito che non si presenta alcuna necessità di modificare questa legge né di prevedere linee guida per la sua applicazione".
E non solo per i motivi sopra citati. "Un altro elemento di forte positività della legge 194 - prosegue - è ravvisabile nella formulazione degli articoli 6 e 7 che individuano gli ambiti entro i quali è legittimato il ricorso all'interruzione di gravidanza.
Essa, dopo i primi 90 giorni, è infatti praticabile solo a due condizioni: quando sussista grave pericolo per la vita della donna e quando siano accertati processi patologici, tra cui quelli relativi a rilevanti anomalie o malformazioni del nascituro, che determinino un grave pericolo per la salute fisica o psichica della donna.
Inoltre, quando sussistono possibilità di vita autonoma del feto, l'aborto è possibile solo in caso di grave pericolo per la vita della donna e in ogni caso il medico è tenuto ad adottare tutte le misure per salvaguardare la vita del feto.
Queste disposizioni confermano in maniera chiarissima che non siamo in alcun caso di fronte a una legge eugenetica", puntualizza Turco. Infine, sottolinea Turco, "mi vorrei soffermare sulla necessità di formulare indirizzi per gli operatori sanitari in materia di assistenza neonatale per i nati con molto anticipo rispetto al termine naturale e in generale sulla gravidanza e il parto.
Ritengo opportuno sottoporre all'attenzione del Css queste rilevanti questioni, per un'ampia valutazione scientifica che possa offrire indicazioni utili agli operatori ma anche costituire una significativa assunzione di responsabilità da parte della comunità scientifica italiana attraverso il pronunciamento del suo massimo organo di rappresentanza istituzionale", conclude.
Per approfondire:
Pagina pubblicata il 09 gennaio 2008