Il medico rifiuta l'antidolorifico durante un aborto terapeutico
8 luglio, aborto terapeutico al Niguarda di Milano, tra i più importanti ospedali della città. Una struttura i cui vertici fanno riferimento a Comunione e Liberazione.
Durante le contrazioni procurate dai farmaci un medico anestesista, obiettore di coscienza, si rifiuta di soccorrere la donna che accusa forti dolori, una giovane ucraina di 30 anni. L'intervento richiesto al medico era quello di somministrare semplicemente un antidolorifico.
Il marito, un italiano, si ribella e scoppia il caos. Interviene il primario di ostetricia, Maurizio Bini, che assiste la paziente: «Prima l'ho curata e poi mi sono scusato con lei - spiega - il marito era così infuriato che la voleva portare in un altro ospedale.
Ma si è calmato quando ha visto che dopo un'iniezione di morfina sua moglie stava meglio. Certo, non era compito mio fare quella iniezione, ma i medici abortisti nel mio reparto sono così pochi che spesso mi capita di rimboccarmi le maniche e fare da solo».
E Dio creò l'uomo a sua immagine e somiglianza... A noi viene da pensare che a volte sia l'uomo a creare Dio a sua immagine e somiglianza, e il risultato non è un gran che. Sono sicura, più che sicura, che, ammesso che esista, Dio (o Javeh, o Allah, o Chi per Lui, tutti rigorosamente maiuscoli) non hai mai nemmeno pensato di dire a un essere umano "rifiuterai la terapia per il dolore a una peccatrice".
Penso che oltre alle Associazioni Femminili, all'Ordine dei Medici, alla Direzione dell'Ospedale, e a quant'altri, dovrebbe intervenire il Papa in persona, visto che il medico presumiamo sia cattolico. Se veramente il Papa è il rappresentante in terra dell'Entità Suprema (tutto maiuscolo, sempre...), che lo difenda da questo affronto.
Il dolore fisico è la più aberrante delle sensazioni, la più umiliante delle esperienze. A meno che non possa essere integrata nello spirito (come se mi fa male una scarpa, ma sto correndo la maratona e insisto), l'esperienza del dolore fisico scompone l'anima, distrugge l'io, ci rende schiavi impotenti di una carne senza pietà, ci priva di ogni pudore e dignità.
Ben lo sanno coloro che usano la tortura. Il dolore fisico abita le regioni più oscure della nostra anima e ci dice cose di noi stessi che avremmo voluto non sapere mai. In queste regioni oscure e spaventose abitano i torturatori, che sono stati medici, più di una volta nella storia.
I medici, coloro che dovrebbero aiutare, e quindi, servire. Dovrebbero raggiungere i malati nei luoghi oscuri dove abitano e aiutarli a tornare alla luce e, se non possono, restare con loro per confortarli. Diceva Murri, famoso medico dell'800, se potete curate, se non potete alleviate, se non potete consolate. Temo però, purtroppo, che fosse ateo..
Il medico che ha rifiutato la terapia antidolorifica è proprio sicuro che quando andrà di là, (visto che ci crede) il figliolo di Dio, quel simpatico capellone palestinese che si faceva strofinare i piedi dalla Maddalena, gli darà un posto di favore al suo fianco perché integerrimo?
Peccato, peccato, noi non ci crediamo, all'al di là, e a occhio e croce se c'è davvero saremo all'inferno....
Ma magari ci incontriamo il collega, chissà.
ELISABETTA CANITANO
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Pagina pubblicata il 18 luglio 2008