Aborto, vescovi USA in rivolta
Si chiama 'Freedom of Choice Act' ed è il grande spauracchio per i vescovi cattolici degli Stati Uniti all'indomani dell'elezione del nuovo presidente Barack Obama alla Casa Bianca. Si tratta, in pratica, di un provvedimento che liberalizza l'aborto in tutti gli Stati americani.
Per questo la Conferenza episcopale degli Stati Uniti, chiudendo ieri i lavori della propria assemblea plenaria, ha redatto un documento conclusivo nel quale di manifesta in termini espliciti la netta contrarietà a una legge "diabolica" che avrebbe "l'effetto di dividere il nostro Paese".
Inoltre i vescovi spiegano che le elezioni presidenziali dello scorso 4 novembre non sono state un "referendum sull'aborto" fra i pro choice e i pro life.
I vescovi sottolineano poi che "politiche aggressive pro-aborto alieneranno decine di milioni di americani" dal governo.
Ancora, il 'Freedom of Choice Act' viene temuto dai vescovi in quanto di fatto permetterebbe una sorta di deregulation "dell'industria dell'aborto" negli Stati Uniti, una prospettiva temuta dalle gerarchie cattoliche anche perché i democratici con l'ultima tornata elettorale hanno il rafforzato la loro maggioranza al Congresso.
Ancora, si riafferma che le istituzioni cattoliche che si occupano della salute non potranno collaborare nella distruzione della vita umana e che simili politiche possono avere "conseguenze letali sulla vita umana prenatale".
Lo stesso Obama a suo tempo aveva annunciato il proprio appoggio al 'Freedom of Choice Act'.
In ogni caso il testo finale dell'assemblea è stato redatto sotto la supervisione del cardinale Francio Geroge, presidente della Conferenza episcopale e arcivescovo di Chicago, la città di cui è originario Obama e nella quale era stato eletto senatore.
Pagina pubblicata il 13 novembre 2008