Pari opportunità, l'Italia all'ottantaquattresimo posto della classifica mondiale
Un deludente ottantaquattresimo posto: questo il posizionamento dell'Italia - su un totale di 128 Paesi, rappresentativi del 90% della popolazione mondiale - secondo il terzo Global Gender Gap Report, presentato al World Economic Forum 2007, che illustra su scala planetaria l'indice delle differenze uomo-donna in termini di partecipazione all'attività economica e di presenza nelle istituzioni politiche
Facendo precipitare l'Italia, proprio in conseguenza di questi scarsissimi risultati, agli ultimi posti del Programma mondiale della competitività.
Ciò, in quanto, come specificato da Laura Tyson ' docente di Business Administration and Economics all'Università di Berkley in California ' in un commento riportato da miojob.repubblica.it, 'i Paesi che non capitalizzano a pieno una metà del proprio capitale umano corrono il rischio di minare il loro potenziale competitivo'.
Uguaglianza sociale e pari opportunità , quindi, emergono come fattori indiscutibilmente correlati al grado di competitività di un Paese. Tristemente, il rapporto di quest'anno mostra un'Italia appena ottantaquattresima, dietro, tra gli altri, a Sud Africa (ventesimo posto), Croazia (sedicesimo), Sri Lanka (quindicesimo) e Lettonia (tredicesimo), paese, quest'ultimo, che insieme alla Lituania (quattordicesimo posto), in un anno ha ridotto il gap più di ogni altro.
Ai vertici della classifica, invece, spiccano tradizionalmente i Paesi del nord Europa: in ordine Svezia, Norvegia, Finlandia e Islanda. E in posizione di tutto rispetto, troviamo anche Germania (sesto posto), Irlanda (nono), Spagna (decimo) e Regno Unito (undicesimo).
Il terzo rapporto analizza e mette in luce quattro aree cruciali in cui le disparità di genere emergono prepotentemente: presenza nella politica e nelle istituzioni, istruzione, salute e partecipazione economica al lavoro; settore, quest'ultimo in cui le disuguaglianze, soprattutto in Italia, si manifestano più acute e marcate, precipitando addirittura il nostro Paese ad un preoccupante centounesimo posto.
Non va meglio, di certo, in politica, dove siamo fermi in ottantesima posizione, né nel campo della salute, dove risaliamo di soli due punti.
'I dati emersi in questo terzo rapporto ' ha commentato Francesca Bagni Cipriani, Consigliera di Parità della Provincia di Roma ' dimostrano come il fenomeno della disparità abbia assunto dimensioni planetarie. E soprattutto, mettono in luce, una volta di più, le condizioni di vita e di lavoro delle donne italiane, in termini di asimmetrie salariali e economiche, oltre che di impari opportunità di accesso al lavoro, alle strutture decisionali, all'educazione, alla salute, alla maternità '.
'E' preoccupante ' ha aggiunto a questo proposito, la Vice Consigliera Daniela Belotti ' che in quest'ultimo anno l'Italia, al contrario di altri Paesi, non sia riuscita a diminuire il divario uomo-donna. L'impegno urgente di tutti, e di noi Consigliere in primis, è quello di recuperare terreno e preparare il domani investendo nell'educazione e nella cultura delle giovani generazioni'.
Claudia Frattini
Delt@
Pagina pubblicata il 13 novembre 2007