Medico del Dalai Lama: curarsi del proprio cuore
Dieta disegnata su misura in base alla costituzione di ognuno; lotta allo stress e agli eccessi, compresi quelli natalizi, e rispetto per i 'tempi' del proprio organismo: dormire quando se ne sente il bisogno e prendersi il tempo che occorre per perseguire un benessere reale.Si racchiude nell'invito a conoscere se stessi la 'ricetta' di lunga vita di Pasang Y. Ayra, rettore dell'Istituto di medicina tradizionale tibetana Men-Tsee-Khang, che nella sua lunga carriera vanta anche un paziente illustre: il Dalai Lama.
Secondo l'esperto - intervenuto ieri a Milano alla presentazione della missione 'Cardiolab in India' per i profughi tibetani, sostenuta da Bayer - la salute del cuore dipende da noi. "Nel mondo ci sono tante cose che non possono cambiare - spiega Ayra ai giornalisti - ma la dieta e gli stili di vita sono nelle nostre mani", sottolinea.
Lo specialista ha riassunto i principi cardine della medicina tibetana, in cui "il concetto di cuore e di malattie cardiovascolari si differenzia moltissimo dal pensiero occidentale.
Secondo la nostra medicina, tra le più antiche del mondo insieme a quella ayurvedica e a quella cinese - ricorda - il cuore è infatti la sede della consapevolezza mentale, dell'energia vitale e della durata della vita. E le malattie cardiache, come pure i disturbi psicologici ed emozionali, sono da imputare all'energia vitale che risulta in quale modo ostacolata".
Per la medicina tibetana, l"elemento' del cuore è il vento, che "controlla la funzione della mente e del corpo ed è regolato dal cuore e dai polmoni", spiega.
Pagina pubblicata il 12 dicembre 2007