Meningite in Veneto, non c'è allarme nazionale
"Non c'è un'espansione dell'epidemia di meningite che ha colpito il Trevigiano, né un particolare rischio nazionale di diffusione della malattia. Anche se purtroppo questa è la stagione giusta per le meningiti, che si diffondono molto più facilmente durante i mesi freddi.Totalizzando ogni anno circa 900 casi nel nostro Paese". Donato Greco, a capo del Dipartimento prevenzione e comunicazione, e direttore del Centro per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ccm) del ministero della Salute, interviene così sui casi di meningite in Veneto, dopo il decesso di una terza persona nell'area interessata dal focolaio. Greco ha partecipato ieri a Roma alla conferenza dei 27 ministri della Salute dell'Unione europea.
"L'epidemia - spiega Greco - è stata confinata a una precisa zona geografica e a un gruppo etnico definito. Sono stati già trattate con antibiotici circa 800 persone, e si sta considerando la possibilità di una vaccinazione per gli adulti appartenenti a quel gruppo etnico nell'intera area interessata.
L'ultima vittima - continua - è una donna che era in coma da parecchi giorni. Purtroppo questa forma di meningite da meningococco C ha una versione cosiddetta fulminante che provoca una coagulopatia, che rende difficile la coagulazione del sangue, e non ha una gran possibilità di cura". Gli antibiotici, prosegue il direttore del Ccm, "sono abbastanza inefficienti e il paziente muore nel 10 per cento dei casi".
Nella epidemia che ha colpito il Trevigiano "sono tre i casi di questo tipo, tra cui il senegalese trovato morto a casa". Greco, infine, ricorda che "il ministero ha previsto all'interno del nuovo piano vaccinale 2008-2010 l'offerta universale del vaccino contro il meningococco C ai nuovi nati".
Pagina pubblicata il 19 dicembre 2007