L'Hiv nei padri non influenza sviluppo embrione
L'infezione da Hiv nei futuri padri non sembra influenzare il processo di riproduzione assistita o lo sviluppo dell'embrione.Con la coltura embrionale di cinque-sei giorni, nei gruppi sierodiscordanti si osserva un aumento significativo del blocco embrionale, ma il numero medio di blastocisti ottimali dopo sei giorni risulta paragonabile a quello delle coppie normali.
Non vi sono inoltre differenze nel numero di embrioni criopreservati e trasferiti, e nei tassi di impianto o gravidanza normale o multipla ed aborto.
Questi dati sono rilevanti per i soggetti con infezione da Hiv che ricercano una paternità sicura: gli embrioni da essi ottenuti non vengono influenzati dal loro status patologico o dai trattamenti antiretrovirali.
(Fertil Steril 2008; 89: 141-50)
Pagina pubblicata il 15 febbraio 2008