Irreale combattere l'Aids con l'astinenza
L'idea di combattere la diffusione dell'Aids solo con l'astinenza è "ingenua e irrealistica", e la fedeltà non ha aiutato molte delle persone colpite dall'epidemia. A intervenire nell'acceso dibattito di questi giorni, relativo all'uso o meno del condom nella battaglia contro l'infezione e alla sua reale efficacia, è Medici senza frontiere (Msf), Ong impegnata negli interventi sanitari nei Paesi poveri.Con un'intervista diffusa ieri da Kalpana Sabapathy, esperto di Hiv-Aids di Msf, l'organizzazione critica la posizione di quanti promuovono appunto l'astinenza come una delle strade privilegiate per fermare la diffusione della malattia. Fra questi ultimi, come è noto, c'è anche il Vaticano. "L'utilizzo del preservativo - spiega il medico - è la chiave del sesso sicuro. Non solo previene l'Hiv, ma anche molte malattie sessualmente trasmissibili. E previene anche le gravidanze indesiderate.
I rapporti sessuali sono una realtà della condizione umana. Promuovere solamente l'astinenza per controllare l'epidemia Hiv-Aids è un approccio ingenuo e irrealistico. Un obiettivo più realistico è quello di assicurarsi che le persone abbiano un comportamento sicuro". I medici di Msf, "che lavorano con le persone colpite dall'Hiv-Aids - continua - sono dolorosamente consapevoli che la fedeltà non ha aiutato molti dei loro pazienti. L'Hiv è un'infezione cronica che può impiegare anni a manifestarsi come malattia.
Di conseguenza, persone apparentemente in salute, nel pieno della loro vita riproduttiva, potrebbero inconsapevolmente diffondere un'infezione che si sono presi anni prima. L'astinenza è praticata da alcuni, ma è impraticabile per molti adulti. La promozione del sesso sicuro è la sola scelta responsabile", avverte. In conclusione, "accettare le diverse realtà della vita delle persone che curiamo è parte fondamentale del processo per promuovere la loro salute e il loro benessere effettivi.
Msf promuove l'utilizzo del preservativo per gli individui sessualmente attivi nelle comunità dove lavoriamo. Allo stesso tempo, continuiamo la lotta per aumentare l'accesso alle cure mediche e ai farmaci antiretrovirali per le persone colpite dalla malattia".
Pagina pubblicata il 26 marzo 2009