Tagli metteranno in crisi la medicina interna
Con la politica di riduzione progressiva dei posti letto, annunciata dal ministero del Welfare, "in molte realtà si registreranno difficoltà nei reparti di medicina interna".
E' la previsione di Antonino Mazzone, presidente nazionale di Fadoi (Federazione delle associazioni dei dirigenti ospedalieri italiani), che ieri a Milano, durante la presentazione del XIV Congresso nazionale Fadoi, in programma da domani a Cernobbio (Como), precisa: "L'Italia è una realtà disomogenea. In alcuni ospedali, per 6-7 mesi l'anno, già adesso ci sono pazienti a carico della Medicina interna ricoverati in altri reparti".
E con ulteriori riduzioni di posti letto, teme l'esperto, la situazione potrebbe peggiorare. Secondo il numero uno degli internisti, "i pazienti fuori reparto sono una piaga per l'organizzazione ospedaliera.
Per far fronte a questo e ad altri problemi stiamo cercando di sviluppare forme di integrazione con il territorio. Per esempio collaboriamo con il medico di medicina generale per dimissioni protette, ma rapide dagli ospedali e si prevedono poi accessi privilegiati agli ambulatori.
La sinergia con il territorio avviene sia prima dell'ingresso di un paziente in ospedale, sia in uscita". Negli ospedali, intanto, il ruolo del medico di medicina interna si sta evolvendo.
Realtà come il Niguarda di Milano prevedono la sua presenza anche in Ortopedia, proprio per la sua capacità di mantenere un approccio globale ai problemi del paziente.
Pagina pubblicata il 12 maggio 2009