Psoriasi: nuove terapie ignote ai pazienti
Le 'cure fantasma'. Ebbene sì, in Italia il 62% dei pazienti affetti da psoriasi, secondo un'indagine condotta dall'Associazione dei malati psoriasici (Adipso), convive con la malattia per 12 anni prima di sottoporsi a una vera e propria cura. Il motivo? Non conosce le nuove terapie.Nonostante oggi siano a disposizione nuovi farmaci biologici che permettono guarigioni veloci. E' quanto emerge dal Congresso nazionale della Sidemast (Società italiana di dermatologia medica e chirurgica e malattie sessualmente trasmesse), in corso a Firenze.
Un fenomeno che genera conseguenze gravi non solo per i malati stessi, ma anche per la società: basti pensare che circa il 60% dei pazienti psoriasici è assente da lavoro per un periodo medio di 20 giorni e che quasi il 34% è stato costretto a lasciare definitivamente il lavoro. "Quando si parla di pazienti psoriasici - spiega Torello Lotti, presidente della Sidemast e professore del dipartimento di scienze dermatologiche dell'università di Firenze - non dobbiamo pensare solo a una persona con qualche chiazza sulla pelle ma a un soggetto che soffre di una malattia spesso invalidante, che si associa ad altre patologie.
Non basta quasi mai quindi una crema per curarsi. Ma farmaci adeguati, come quelli biologici di nuova generazione, chiamati anticorpi monoclonali o proteine di fusione recettoriale. Questi medicinali, in particolare quelli derivanti da fusione di proteine, consentono oggi una guarigione del paziente in soli due mesi".
Farmaci ad alto costo ma che, come spiegano gli esperti in una nota, "sul lungo periodo fanno risparmiare perché migliorano la qualità della vita e consentono, ad esempio, di non assentarsi dal lavoro. Tra questi farmaci biologici vi sono anche quelli derivanti da fusione di proteine, come l'etanercept, che può essere dato in terapia intermittente, cioè solo quando il paziente ne ha bisogno, assicurando comunque alta efficacia clinica e un risparmio dei costi".
Pagina pubblicata il 11 giugno 2009