Smi, riforma Brunetta punitiva e demagogica
"Troppa demagogia: la riforma del pubblico impiego va avanti e l'Italia, così, va indietro. La legge Brunetta ha un'impostazione punitiva, centralista, refrattaria alle dinamiche più moderne in tema di aziendalizzazione e di decentramento delle contrattazioni, ostile alle relazioni sindacali e al ruolo stesso dei sindacati" Questo il giudizio di Gianfranco Rivellini, responsabile nazionale dirigenza medica del Sindacato dei medici italiani (Smi), sul decreto legislativo di attuazione della legge di riforma della pubblica amministrazione, approvato dal Consiglio dei ministri venerdì scorso."Da anni - sottolinea in una nota Rivellini - c'è un forte impegno dei medici alla valorizzazione del merito e dell'efficienza. Si è stati il motore, pur tra luci e ombre, di un processo di aziendalizzazione della nostra sanità, si è cercato di rafforzare una rete di moderne relazioni sindacali decentrate e di respingere le ingerenze dei partiti nella gestione delle nostre aziende sanitarie".
Per Rivellini, con la riforma del ministro Brunetta si fa "un passo indietro. Si definisce - spiega - un'impostazione rigida di valori, di meriti, che spesso non risponde alla complessità di sistemi come quelli di governo della sanità. In questi anni abbiamo assistito all'affermarsi di un malinteso federalismo che ha moltiplicato per venti la spesa, gli sprechi e le ingerenze della politica, ora subiamo una svolta centralista.
A pagare le conseguenze di queste scorciatoie demagogiche e di queste scelte schizofreniche sono i medici e i cittadini-utenti che usufruiscono dei servizi e la tenuta stessa del sistema".
Pagina pubblicata il 13 ottobre 2009