Vaccino anti H1N1, sarà un flop tra i sanitari?
'In trincea' contro la nuova influenza A, gli operatori sanitari sono fra i primi invitati alla vaccinazione anti-H1N1. Ma in Francia, stando ai sondaggi, uno su tre dice no. E i timori di una scarsa adesione all'appello delle autorità sanitarie potrebbero essere giustificati anche in Italia. "Basta pensare che nel nostro Paese, contro l'influenza stagionale, si protegge soltanto il 20-30%" dei camici bianchi o comunque di chi opera a stretto contatto con i pazienti".Lo ricorda il virologo dell'università degli Studi di Milano, Fabrizio Pregliasco, intervenuto venerdì nel capoluogo lombardo a un incontro sui virus influenzali e para-influenzali promosso dall'Associazione nazionale industria automedicazione (Anifa).Il punto, sottolinea l'esperto ai giornalisti, "è che il vaccino è per definizione una scommessa che si fa 'a freddo', quando si è ancora sani, per prevenire un'eventuale infezione in futuro". Così, anche fra gli addetti ai lavori, sono in molti a mettere sul piatto della bilancia rischi e benefici. "Hanno paura degli effetti collaterali e preferiscono evitare di esporsi a pericoli che ritengono inutili", riflette lo specialista. Puntualizzando che la vaccinazione resta invece un elemento di prevenzione cruciale."Un problema che la popolazione può ritenere banale - aggiunge Pregliasco - per i Governi non lo è affatto". Si pensi ad esempio ai costi sanitari e socio-economici dell'influenza, come pure alle insidie di un ricorso errato ai farmaci antivirali: "Spesa eccessiva per il cittadino, carenza di medicinali, sviluppo di resistenze".
Contro la pandemia da virus A/H1N1 "è quindi giusto prepararsi allo scenario peggiore per non farsi cogliere di sorpresa", spiega. Sui possibili rischi del nuovo vaccino anti-H1N1, Pregliasco precisa che "la tecnologia con cui viene prodotto è la stessa, più che consolidata, utilizzata per produrre il vaccino stagionale. Sui grandi numeri la vaccinazione anti-influenza è sicura e consigliabile, ma se si analizzano particolari sottogruppi, allora la casistica si riduce e il discorso è più complesso"
Pagina pubblicata il 13 settembre 2009