Amami replica a Codacons su moduli di consenso
Se il Codacons vuole moduli di consenso informato uniformi, Amami (Associazione dei medici accusati di malpractice ingiustamente) chiede che "anche i pazienti siano uniformi".
Questa la battuta provocatoria di Maurizio Maggiorotti, presidente di Amami, che replica alla richiesta dell'associazione di uniformare i moduli per il consenso informato.
"Siamo d'accordo con il Codacons, dobbiamo finirla con i pazienti diversi, che presentano malattie differenti. D'ora in poi i malati dovranno essere uguali e presentare gli stessi sintomi, precisamente tanti quanti saranno i moduli che il Codacons vorrà autorizzare", prosegue ironico Maggiorotti.
Ad Amami sembra che il Codacons ignori che il modulo di consenso informato serve solo per dimostrare, in un eventuale giudizio, che il medico ha spiegato al paziente le finalità e i rischi di un certo trattamento.
La firma non alleggerisce il sanitario da nessuna responsabilità. "Come si può banalizzare il delicato rapporto di fiducia tra medico e paziente confondendo modelli per la privacy con il consenso, che il malato mostra affidando la propria vita nelle mani di un professionista?", domanda Maggiorotti.
Peggio ancora sentire parlare di 'semplici esami diagnostici', "come si legge nell'esposto del Codacons al Garante della privacy. Gli esami semplici, come gli interventi semplici, non esistono. Lo sono tutti quando la diagnosi è facile, ma nessun esame o intervento si può definire semplice aprioristicamente, potendo sempre nascondere tante difficoltà", precisa Maggiorotti.
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Pagina pubblicata il 15 settembre 2009