Patto responsabilità regioni per supera lo stallo
"Per uscire dallo stallo in cui si trova la trattativa tra Regioni e Governo sul nuovo Patto per la salute, serve che le Regioni abbiano il coraggio di essere propositive, stringendo un vero e proprio patto tra loro". E' la proposta avanzata dall'assessore alla Sanità del Veneto, Sandro Sandri, in occasione della nuova tornata d'incontri romani sul futuro della sanità in Italia.Secondo Sandri, serve "un'assunzione formale di responsabilità, affinché la Conferenza delle Regioni diventi un vero e proprio luogo di decisioni, dove le Regioni in difficoltà portino alle altre i loro piani di rientro e dove queste ultime, non lo Stato, da una parte le aiutino con il trasferimento delle buone pratiche organizzative, ma dall'altro anche le sanzionino se i risultati non dovessero essere raggiunti in tempi concordemente prestabiliti".
"In pratica - dice Sandri - penso a un'autodeterminazione delle Regioni per diventare insieme interlocutore credibile e responsabile del Governo. Ne ho parlato informalmente negli incontri scorsi e ritengo di aver trovato attenzione e una certa condivisione almeno concettuale da colleghi come Rossi, Bissoni e Colozzi e persino dal presidente Errani. Attualmente - prosegue l'assessore - la situazione è di fatto ingessata: da un lato molte Regioni si limitano a chiedere più soldi basandosi ancora sull'iniquo criterio della spesa storica, che continua a premiare i 'profondi rossi'; dall'altra il Governo incentra la sua azione su criteri troppo rigidamente economicistici, senza tenere nel dovuto conto gli aspetti di organizzazione sanitaria e l'oggettivo aumento dei costi fissi annuali.
Ma puntando esclusivamente al contenimento dei costi il rischio è quello di creare dissesto anche nelle Regioni virtuose, come Veneto, Lombardia, Toscana ed Emilia Romagna". Secondo Sandri, "un serio Patto tra le Regioni, che si assumessero direttamente tutte le loro responsabilità, anche per quanto concerne i piani di rientro di quelle in 'profondo rosso', ci renderebbe sicuramente più autorevoli al tavolo con il Governo e potrebbe evitare che fosse proprio Roma ad intervenire, ad esempio con commissariamenti della cui effettiva utilità molti cominciano a dubitare".
Pagina pubblicata il 08 ottobre 2009