Medici contro effetti cambiamenti clima
I cambiamenti climatici minano la salute della popolazione mondiale. E i medici, gli scienziati e i ricercatori italiani devono fare in modo che la loro opinione sull'argomento venga sentita e recepita. E' la convinzione dell'Associazione medici per l'ambiente-Isde Italia che ha lanciato un appello, da firmare online (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.), che sarà presentato alla conferenza delle Nazioni Unite sui mutamenti climatici, prevista a Copenaghen a dicembre."In quella sede gli Stati dovranno giungere a un'intesa su un accordo internazionale post-Kyoto. Per avere un ruolo nell'incidere su questo accordo, abbiamo preso contatti con gli organizzatori. C'è stato detto che sarà molto utile il nostro contributo, se ampiamente condiviso, alle discussioni che si terranno", spiegano Roberto Romizi, presidente Isde Italia, e Antonio Faggioli, della Giunta esecutiva dell'associazione, nella mail che invita i medici all'adesione. Nell'appello medici, ricercatori e scienziati esprimono la volontà di indirizzare i Governi verso politiche più rispettose dell'ambiente indicando, nero su bianco, principi, obiettivi e contenuti.
I camici bianchi, inoltre, si impegnano a sostenere e promuovere l'educazione dei cittadini a stili di vita individuali e collettivi sostenibili. E anche a proporsi come collaboratori di decisori e politici perché la salute sia obiettivo di tutte le politiche; le autorità sanitarie assicurino l'informazione e la comunicazione sullo stato dell'ambiente e sui rischi per la salute; la salute prevalga sulle scelte economiche; sia potenziata la ricerca sui rapporti tra salute, cambiamenti climatici e problemi ambientali; ogni livello di governo si assuma le responsabilità di promuovere la salubrità dell'ambiente.
I medici sottoscrivono anche l'impegno a: considerare l'ambiente una risorsa per conservare e migliorare la salute; ricorrere a un approccio basato sulla promozione dell'ambiente e della salute, sulla prevenzione primaria delle patologie di origine ambientale e sul principio di precauzione, in conformità al Programma 2001-2010 dell'UE in materia di ambiente e all'art. 174 del Trattato europeo; valutare preventivamente l'impatto sull'ambiente e sulla salute degli effetti di qualsiasi nuovo programma o tecnologia o azione di sviluppo economico; operare in stretto rapporto di coordinamento e integrazione con le Istituzioni preposte alla promozione e protezione dell'ambiente e della salute.
Pagina pubblicata il 08 settembre 2009