Novità in nefrologia
E' il sogno di ogni nefrologo, ma soprattutto dei malati in dialisi: un'alternativa alle lunghe soste in ospedale attaccati a una macchina, almeno tre volte a settimana, per 'ripulire' il sangue. "Il rene portatile è diventato una realtà: il prototipo, ancora da perfezionare, è stato pubblicato su 'Lancet'. Si indossa come una cintura, pesa circa 5 kg e consente di lavorare e muoversi mentre si fa la dialisi, che però in questo caso dura circa 8 ore al posto di 4".A descriverlo è Antonio Dal Canton, presidente della Società italiana di nefrologia (Sin), illustrando ieri a Roma le ultime novità del settore, in vista del congresso Sin che si terrà in autunno a Bologna. "Certo il rene portatile è da perfezionare - ammette l'esperto - si tratta di un apparecchio ancora ingombrante e impegnativo da indossare. Ma la ricerca va avanti". E passa anche per il rene bioartificiale: un filtro meccanico con cellule renali stratificate, che riproduce parte della funzionalità renale.
"Si potrebbe mettere insieme il rene portatile e il filtro bioartificale, per creare un dispositivo biomeccanico che sostituisca meglio il rene malato", ipotizza Dal Canton. Per 6-7 mila italiani l'anno però, non resta che attendere un rene nuovo.
Fronteggiando poi il pericolo di un rigetto. "Oggi si punta a indurre la tolleranza con farmaci ad hoc, per 'addomesticare' i linfociti T e spingerli a riconosce come 'amica' la cellula trapiantata, evitando così il rigetto. Si ricorre anche al chimerismo: introducendo nell'organismo del ricevente sangue del donatore subito prima e dopo il trapianto, per indurre la tolleranza".
E non è tutto. Un'arma in più arriva dalle cellule staminali mesenchimali che, prima in vitro e poi nell'uomo, hanno dimostrato di bloccare la reazione immunitaria. Cellule 'spegni-rigetto' che sono viste con molto interesse dagli studiosi. "In autunno - rivela il nefrologo - abbiamo in programma uno studio pilota su una decina di pazienti che partirà al San Matteo di Pavia".
Pagina pubblicata il 24 giugno 2009