La certificazione degli ospedali "salvacuore"
Quattro posti letto nelle Utic, turni completi nelle 24 ore per tutto il giorno, almeno due anni di esperienza in strutture cardiologiche per tutti gli operatori, emodinamisti con non meno di 300 procedure alle spalle e 150 interventi l'anno. Sono alcune delle caratteristiche necessarie agli ospedali che si vogliono fregiare del 'bollino salvacuore', contenute in un manuale anti-infarto presentato a Bologna, in occasione del XXX Congresso Nazionale della Società italiana di cardiologia invasiva (Gise).Le linee guida per la gestione dell'infarto sono state discusse e approvate dalla Società italiana di cardiologia invasiva e la Federazione italiana di cardiologia, in collaborazione con il 118 e la Società italiana di medicina d'urgenza (Simeu) e gli esperti di Joint Commission, l'ente internazionale di certificazione della qualità in sanità che accredita strutture in tutto il mondo secondo criteri rigorosi e severi.
Le linee guida indicano, per la prima volta in modo chiaro e condiviso, tutte le caratteristiche che dovrebbero essere proprie dei centri che accolgono pazienti con infarto: dalla tipologia della struttura alla formazione di ciascun operatore, dai trattamenti farmacologici all'educazione e riabilitazione post-infarto da offrire, fino ad arrivare ai risultati clinici ottenibili in termini di vite salvate e di qualità della vita dei pazienti sopravvissuti.
Pagina pubblicata il 22 ottobre 2009