novembre 2009
Con febbre sconosciuta utile l'esame del midollo La biopsia del midollo osseo rappresenta una tecnica vantaggiosa per diagnosi di lunghi stati febbrili in pazienti immunocompetenti. àˆ quanto pubblicato di recente su Archives of Internal Medicine da un gruppo di ricerca francese. L'indagine ha, inoltre, consentito di evidenziare che i valori di trompocitopenia e anemia sono correlati ai risultati dell'indagine bioptica. Di 280 pazienti non immunocompromessi ricoverati tra il 1995 e il 2005 per febbre da cause sconosciute, che durava da tre settimane, 130 sono stati sottoposti a biopsia. In breve, nel 23,7% dei pazienti sono state effettuate diagnosi precise che hanno consentito l'identificazione di tre tipi di patologie: tumori ematologici in 25 casi (19 linfomi maligni, 4 forme di leucemia acuta, una leucemia a cellule capellute, un mieloma multiplo); tre di malattie infettive; due di mastocitosi sistemica e uno di granulomatosi disseminata. Trombocitopenia e anemia sono apparsi i migliori parametri per stabilire l'accuratezza delle indagini bioptiche (odds ratio= 4,9 e 3,24, rispettivamente). Infine, i risultati di queste ultime non sembrerebbero inficiati dall'impiego di corticosteroidi (L.A.).Archives of Internal Medicine 2009, 169, 21, 2018-2023 Incidenti: indicazioni di pronto soccorso Nella valutazione dei danni cervicali in individui incidentati, il personale paramedico dovrebbe seguire le raccomandazioni del "Canadian cervical spine rule" per evitare inutili immobilizzazioni della spina dorsale al di fuori dell'ospedale, ma al tempo stesso non sottovalutare alcuna grave lesione cervicale. Lo suggerisce uno studio pubblicato su Annals of Emergency Medicine. In particolare, le linee guida canadesi utilizzano tre criteri analitici relativi a rischio elevato (età pari o superiore a 65 anni, dinamica pericolosa del trauma e intorpidimento delle estremità ) e quattro a rischio basso (tamponamento, possibilità di trasporto, assenza di dolore al collo e di perdita di durezza della spina dorsale). Al termine dello studio che ha riguardato circa 2 mila pazienti (età media 39 anni; 50,8% donne; 62,5% coinvolto da incidenti d'automobile; 19,9% reduce da cadute, 10,8% ricoverato in ospedale) i paramedici hanno classificato le lesioni cervicali con una sensibilità del 100% e una specificità del 37,7%. Soltanto nel 16,4% dei casi le raccomandazioni canadesi sono state mal interpretate contro l'81,7% di coloro che le hanno applicate correttamente (L.A.).
Annals of Emergency Medicine 2009, 54, 5, 663-671 Alla Sjogren lo status di malattia rara Più vicina la possibilità di riconoscere la sindrome di Sjà¶gren come malattia rara. Lo ha sostenuto l'onorevole Domenico Scilipoti al convegno organizzato a Verona dalla Associazioni nazionale italiana malati sindrome di Sjogren (Animass onlus). "Il successo del convegno rappresenta un grande passo avanti verso la sensibilizzazione e l'attuazione di una legge specifica su questo tema", spiega Scilipoti che durante l'incontro ha illustrato la sua proposta di legge su questa grave patologia degenerativa che punta ad "affiancare e sostenere, la richiesta dell'Associazione per il riconoscimento di malattia rara e l'inserimento nei Lea, i livelli essenziali di assistenza da garantire a tutti gli assistiti del Servizio sanitario".
Il NERD network compie un anno Le cause, i meccanismi e le terapie più appropriate per la malattia da reflusso gastroesofageo non erosiva (NERD) sono state presentate sabato scorso a Bologna nel corso del 3° NEP Meeting, incontro che fa parte di un progetto di più ampio respiro, il NERD Network. "A circa un anno dall'avvio del progetto - ha commentato Michele Cicala dell'Università Campus Bio Medico di Roma grazie all'impegno e all'affiatamento del gruppo di specialisti coinvolti nella condivisione e nello sviluppo delle recenti conoscenze sulla NERD, abbiamo raggiunto i primi importanti traguardi di questo lavoro di equipe. A mio avviso - ha aggiunto Cicala - tra i risultati più rilevanti, per l'auspicato effetto di diffusione agli specialisti, ai medici di medicina generale e quindi ai pazienti, c'è la creazione di un sistema fisico e virtuale per lo scambio di informazioni tra esperti, specialisti e medici interessati, già condiviso da molti. "La Malattia da Reflusso Gastroesofageo commenta Renzo Cestari dell'Università di Brescia, "sia nella forma erosiva che non erosiva, può essere rappresentata come un iceberg. Alla base abbiamo la maggior parte dei soggetti che lamentano sintomi, spesso di lieve intensità e frequenza, che, con il cambiamento dello stile di vita e l'assunzione di farmaci antiacidi, ritornano alle normali funzioni quotidiane. Al vertice ci sono invece i pazienti con sintomi severi che hanno bisogno di approcci diversi per porre rimedio alla scaduta qualità di vita". "Lo sforzo medico è infatti duplice - ha aggiunto Cestari - cercare di ridurre sia il fenomeno del reflusso che la lesività del materiale refluente nei confronti della mucosa esofagea". Infatti, i pazienti NERD mostrano una correlazione diretta fra il grado di esposizione all'acido e la risposta alla terapia con gli inibitori di pompa protonica (IPP). Rinnovati i vertici della Sip Alberto Ugazio è il nuovo presidente della Società italiana di pediatria (Sip) per il triennio 2009-2012. Il neopresidente è stato eletto nel corso del 65esimo congresso nazionale della Sip che si è chiusa ieri a Padova. Succede a Pasquale Di Pietro. Nato a Novara nel 1944, Ugazio si è laureato in Medicina e chirurgia nel 1969 all'Almo Collegio Borromeo di Pavia, e si è specializzato in Pediatria (Università di Pavia) e in Immunologia e Allergologia clinica (università di Firenze). E' stato poi assistente della Clinica pediatrica dell'università di Pavia e in seguito ricercatore dell'Embo, all'Institute of clinical and experimental immunology dell'università di Amsterdam.
"Ciò di cui ha urgente bisogno la pediatria italiana - sottolinea Ugazio in una nota della Sip - è un profondo rinnovamento che assicuri una rete pediatrica in grado di garantire ai bambini e agli adolescenti italiani una promozione alla salute e una assistenza ai massimi livelli di qualità possibile. Oggi la domanda di salute da parte dell'infanzia è profondamente mutata rispetto al passato e le risposte che dobbiamo fornire devono essere coerenti ed efficaci. A partire da una riorganizzazione della rete assistenziale ospedaliera che deve virare decisamente verso l'unificazione dei piccoli ospedali e la realizzazione di grandi unità di pediatria multidisciplinari e integrate". Per il nuovo presidente della Sip, non si può far fronte alle nuove emergenze della pediatria "con una rete assistenziale pensata per le esigenze del passato. La Sip - aggiunge Ugazio - ha un grande compito in questo senso: elaborare in tempi rapidi proposte concrete e convincenti da sottoporre all'attenzione delle Istituzioni competenti e avere, nel contempo, l'autorità scientifica per sostenerle. Condizione essenziale perché ciò possa avvenire è che la pediatria si presenti in modo coeso dimostrando che università , ospedale e territorio possono e devono lavorare in modo integrato per il benessere e la salute dell'infanzia e dell'adolescenza". Anche in Italia l'H1N1 mutato Anche in Italia, come in Norvegia e in altri Paesi nel mondo, è stata rilevata una mutazione del virus A/H1N1. La conferma arriva dal ministero del Welfare, dopo che l'Istituto superiore di sanità si è messo a lavoro per stanare eventuali 'metamorfosi' del virus che ha innescato la pandemia influenzale. "Circa una settimana fa - ricorda il dicastero in una nota - le autorità sanitarie norvegesi hanno segnalato l'identificazione di una singola mutazione dell'emoagglutinina (proteina virale di superficie) del virus della nuova influenza A/H1N1, consistente nel cambiamento di un unico aminoacido (una glicina al posto di un acido aspartico), in alcuni pazienti affetti da una grave polmonite. Casi sporadici della stessa mutazione sono stati riportati, a partire da aprile, in diversi paesi del mondo sia in pazienti con polmoniti gravi che in pazienti con decorso benigno della malattia". "A seguito di tali segnalazioni, l'Istituto superiore di sanità ha rivalutato le sequenze di oltre 100 ceppi virali identificati da altrettanti pazienti diagnosticati negli ultimi mesi in diverse regioni italiane - prosegue la nota - La mutazione è stata rinvenuta sino ad ora in un solo paziente, affetto da una grave forma di polmonite risolta a seguito di trattamento con ECMO", ovvero la macchina 'salva-polmoni, "eseguito in terapia intensiva. Nessuno degli altri pazienti esaminati, inclusi quelli con manifestazioni gravi o letali, presentava detta mutazione. I dati italiani confermerebbero quindi che la mutazione in oggetto non appare per ora predominante nei casi gravi o letali di nuova influenza; inoltre, la stessa mutazione ha un carattere sporadico e non sembra allo stato attuale in fase di diffusione".
"Tale mutazione - ribadisce il ministero - non influisce sull'efficacia del vaccino né sull'efficacia del trattamento con farmaci antivirali. A questo proposito si ricorda che, secondo i dati dell'Iss, su oltre 160 pazienti analizzati sinora, si è riscontrato un unico caso di resistenza a oseltamivir", il medicinale antivirale usato per contrastare la nuova influenza. "Tale resistenza - puntualizza il ministero - è insorta a seguito del trattamento prolungato di un paziente affetto da gravi patologie preesistenti ed è rimasta isolata, non avendo dato seguito ad episodi di trasmissione del ceppo resistente".
Ministero della Salute in Gazzetta Ufficiale Siamo a un passo dal ritorno del ministero della Salute come entità istituzionale autonoma
Torna il ministero della Salute, dopo lo scorporo dal maxi-ministero del Welfare. La legge del 13 novembre n. 172 che lo istituisce , infatti, e' stata pubblicata sabato 28 novembre in Gazzetta Ufficiale.
La normativa entra in vigore tra 15 giorni, dunque il 13 dicembre prossimo.
A partire da questa data potrà essere nominato anche il nuovo ministro della Salute. In questo modo si amplia il numero dei ministeri, che arriva così a 13, e dei sottosegretari di Stato.
28 novembre 2009 Sip migliorare terapia antalgica pediatrica "In passato molti interventi terapeutici destinati all'infanzia erano inevitabilmente fonte di dolore per i piccoli pazienti. Oggi, grazie all'introduzione di nuove tecnologie e nuovi approcci terapeutici, la 'produzione di dolore' è certamente diminuita. Ma la sensibilizzazione al problema ancora non è diffusa come dovrebbe". Lo sottolinea Pasquale Di Pietro, presidente della Società italiana di pediatria (Sip), nel corso del 65esimo Congresso nazionale Sip in corso a Padova fino al 30 novembre. "Un adeguato controllo del dolore pediatrico - continua Di Pietro in una nota - ha bisogno di una sensibilizzazione e formazione ad hoc del personale sanitario e delle famiglie, e di una organizzazione ad hoc, attraverso strutture sia ospedaliere che territoriali. Oggi - evidenzia il presidente della Sip - ogni Regione dovrebbe dotarsi di un centro di riferimento per la terapia antalgica pediatrica, le cui funzioni (riferimento clinico, definizione di protocolli regionali, formazione, gestione dati) siano integrate in una rete regionale pediatrica per il controllo del dolore e le cure palliative". Inoltre in ogni regione "dovrebbe anche essere attivo un Osservatorio regionale del dolore e in ogni ospedale dovrebbe esistere un Comitato ospedale senza dolore. Purtroppo al momento siamo lontani da questa situazione", osserva l'esperto. "Anche i pediatri del territorio - aggiunge Franca Benini, coordinatore del Gruppo di studio della Sip sul dolore e le cure palliative - possono avere un ruolo importante nella corretta gestione del dolore pediatrico anche a livello ambulatoriale, se adeguatamente formati e supportati dal centro di riferimento. Non dimentichiamo - sottolinea la Benini - che il dolore è uno dei sintomi più destrutturanti per il bambino e per la sua famiglia". Simg, H1N1 cala ma ora attenti a stagionale La pandemia è in calo. Gli italiani colpiti dal virus H1N1 nell'ultima settimana, infatti, sono stati 682.000, rispetto agli oltre 750.000 della precedente rilevazione. Ora siamo di fronte alla seconda ondata pandemica, che terminerà a fine dicembre e farà registrare in totale 6 milioni di casi. I dati arrivano dai medici di famiglia della Società di medicina generale, riuniti a Firenze per il loro congresso annuale e che avvertono: a fine anno comincerà l'influenza stagionale che, prevedibilmente, colpirà altri due milioni di persone. Con un totale di 8 milioni di casi. Dunque la stagione influenzale si preannuncia come la più aggressiva degli ultimi 10 anni.
Ma i medici della Simg sottolineano che siamo pronti per affrontare anche l'emergenza della stagionale. "Il sistema ha retto bene", dicono. "L'influenza suina non ha mai rappresentato un problema sanitario per il nostro Paese - spiega Claudio Cricelli, presidente Simg - ma solo una sfida per l'organizzazione del sistema. Non si è determinata alcuna emergenza assistenziale. Abbiamo affrontato le criticità legate all'arrivo della pandemia grazie alla collaborazione tra le diverse Istituzioni sanitarie. àˆ la dimostrazione che il sistema funziona e ciò potrà essere un insegnamento per il futuro". "La prevenzione col vaccino rimane la vera arma vincente", afferma Pietro Crovari, professore ordinario di Igiene generale e applicata dell'Università di Genova. "Anche se i casi stanno diminuendo - continua - è importante proseguire la campagna vaccinale e non abbassare la guardia". Per quanto riguarda il virus stagionale, spiegano gli esperti, questo ha una capacità diffusiva inferiore rispetto a quello pandemico, estremamente contagioso. Solo il 25% dei casi infatti secondo le stime sarà attribuibile all'influenza stagionale. Queste percentuali possono essere ricavate dall'andamento dell'infezione nell'emisfero australe, dove il picco pandemico si è concluso la scorsa estate. I medici di famiglia mettono in guardia contro gli allarmismi. I professionisti iscritti alla Simg hanno risposto concretamente all'ondata di panico, dando per primi l'esempio sul fronte della vaccinazione: 7 su 10 si sono vaccinati contro l'influenza A/H1N1. Un vero e proprio record, se si pensa che nelle precedenti stagioni influenzali solo il 40% degli operatori della sanità si è sottoposto a misure preventive. Sip, linee guida per riconoscere bimbi maltrattati Servono linee guida ad hoc per aiutare i pediatri a riconoscere i bimbi maltrattati o trascurati. Uno studio dell'Istituto superiore di sanità "ha riscontrato un'area di rischio del maltrattamento infantile pari al 2% del totale degli accessi pediatrici in pronto soccorso, circa 5 milioni all'anno. A questo si devono aggiungere quei casi che non arrivano in pronto soccorso. Di fronte a questo fenomeno estesissimo il riconoscimento precoce rappresenta uno degli aspetti più importanti". Lo evidenzia Pasquale Di Pietro, presidente della Società italiana di pediatria (Sip), nel corso del Congresso nazionale Sip a Padova. "I casi di maltrattamento infantile non sono quasi mai isolati, ma si ripetono nel tempo, per cui è importantissimo togliere prima possibile il bambino da una situazione che ha generalmente gravissime conseguenze sul suo sviluppo psico-fisico. Sappiamo anche - prosegue Di Pietro in una nota - che la stragrande maggioranza dei casi di maltrattamento infantile, di ogni tipo, avviene all'interno delle mura domestiche senza distinzione di fascia sociale. Il che rende ancora più difficile l'identificazione e delicato il possibile intervento di protezione del bambino", riflette. "I pediatri - sottolinea ancora il presidente Di Pietro - sono tra le 'sentinelle' più adatte (insieme agli insegnanti) ad intercettare possibili casi di maltrattamento, ma la delicatezza del problema e la difficoltà nel riconoscere prima possibile i casi di maltrattamento e le situazioni a rischio impongono una formazione specifica", avverte. "E' soprattutto importante - aggiunge Pietro Ferrara, coordinatore del Gruppo di studio sul maltrattamento della Sip - che si abbiano indicazioni chiare, e possibilmente univoche, su come agire e chi far intervenire quando ci si trova di fronte ad un sospetto di maltrattamento".
Amami, medici obbligati a medicina difensiva "L'allarmismo ingiustificato nei confronti degli operatori sanitari fa sì che ormai i medici si debbano rivolgere ai propri avvocati per 'selezionare' i pazienti bisognosi di interventi chirurgici, scartando quelli più a rischio". A puntare il dito sul problema della medicina difensiva, "i cui costi ricadono sulle tasche di tutti gli italiani", è il presidente dell'Amami (Associazione per i medici accusati di malpractice ingiustamente), Maurizio Maggiorotti, intervenuto al Forum sul Risk Management in sanità in corso ad Arezzo. "Chi opera - ha aggiunto Maggiorotti - è continuamente esposto al rischio di essere perseguito penalmente alla stregua di un ubriaco che si mette in strada, un rischio creato ad arte da chi del business della malasanità ha fatto il proprio mestiere. Per non incorrere in denunce o contenziosi, i medici sono costretti a prescrivere esami e farmaci in eccesso o peggio a evitare procedure a rischio di insuccesso, tanto che iniziano ad essere esclusi i casi difficili". Per il numero uno dell'Amami, "chi ne farà le spese saranno i pazienti, ma anche tutti i cittadini, dal momento che i costi della medicina difensiva ricadono sul Ssn.
Errani, presto il decreto sui Lea in Stato-Regioni "Ho rappresentato al ministro dei Rapporti con le regioni, Raffaele Fitto, e al viceministro della Salute, Ferruccio Fazio, l'urgenza di affrontare in Conferenza Stato-Regioni il tema dei livelli essenziali di assistenza (Lea)", ovvero il pacchetto di prestazioni che il Servizio sanitario nazionale garantisce ai cittadini. Lo spiega, in una nota, il presidente della Conferenza delle Regioni Vasco Errani, precisando che "del resto si sono già svolti i necessari confronti tecnici e politici". Pertanto "ora è indispensabile - afferma - portare all'ordine del giorno della Conferenza Stato-Regioni il Dpcm sui Lea, anche perché la determinazione di tali livelli si collega strettamente al tema del patto per la salute e alle risorse, definite nell'Accordo del 23 ottobre, per il Servizio sanitario nazionale". "C'è in ballo la sostenibilità finanziaria del sistema sanitario, ma soprattutto - conclude Errani - c'è la necessità di dare rapidamente certezze alle strutture sanitarie e risposte a bisogni urgenti dei cittadini".
Tomassini, federalismo contro differenze regionali Il federalismo come 'arma' per combattere le disuguaglianze tra i sistemi sanitari delle diverse Regioni, e superare un'Italia a due velocità , con un Nord primo della classe e un meridione che troppo spesso arranca. "Può sembrare un'affermazione provocatoria, ma il federalismo fiscale può essere la vera e propria chiave di volta"
La 'ricetta' arriva dal presidente della Commissione Igiene e Sanità del Senato Antonio Tomassini, in perfetta linea con quanto emerso dall'incontro 'Il diritto alla Salute, tra eguaglianza dei cittadini e modello federale', in corso al Senato e promosso dall'Associazione parlamentare per la tutela e la promozione del diritto alla prevenzione, presieduta dallo stesso Tomassini. "Pensiamo alla possibilità - afferma il presidente - di poter seguire esempi virtuosi, sia di governi regionali di centrodestra che di centrosinistra, da esportare nelle regioni non virtuose, nel pieno rispetto dell'articolo 32 della Costituzione", che sancisce "la tutela della salute come diritto fondamentale dell'individuo e interesse della collettività ".
In Italia la sanità fa i conti "con tre riforme realizzate in tempi diversi e in contraddizione tra di loro, nonché solo parzialmente applicate. A queste - fa notare Tomassini - si aggiunge la riforma del titolo V della Costituzione", che ha introdotto, tra le altre cose, l'articolazione su base regionale delle politiche sanitarie. "Si è sviluppato comunque un servizio sanitario buono - sottolinea il presidente della Commissione Sanità di Palazzo Madama - ma che ha nello squilibrio tra diverse regioni il suo difetto principale. Per terminare le transizioni in atto, essere vicini ai bisogni dei cittadini e rispettare le peculiarità regionali, il federalismo fiscale offre la possibilità di seguire esempi virtuosi. Allo Stato va il compito di indirizzo e di controllo, nonché quello di promuovere gli esempi virtuosi".
26 novembre 2009 Influenza A, rischio crisi per la medicina interna laziale "L'influenza A sta rischiando, a Roma e in tutte le province del Lazio, di mettere in ginocchio le corsie di Medicina interna. A rimetterci soprattutto i malati cronici, non affetti dalla nuova influenza ma sempre più anziani e con sempre più patologie: dal diabete, all'enfisema, all'ictus, all'infarto, all'ipertensione, allo scompenso cardiaco". A lanciare l'allarme gli internisti ospedalieri della Fadoi (Federazione delle associazioni dei dirigenti ospedalieri internisti) Lazio, che in una nota segnalano disagi negli ospedali di Roma, Frosinone, Viterbo, Latina e Rieti. "Se non si trovano subito interventi - dice Dario Manfellotto, presidente della Fadoi Lazio, alla vigilia del congresso allo Sheraton Roma Hotel che ha aperto oggi i lavori - si rischia il collasso nei reparti di Pronto soccorso e in corsia. Siamo al limite. Aumentano i malati cronici che hanno grandi difficoltà ad essere ricoverati sia perché le accettazioni in ospedale richiedono lunghe attese, sia perché molti posti letto di Medicina interna sono riservati, da qualche mese, all'emergenza H1N1", sottolinea. "Il paradosso, in alcune realtà - prosegue Manfellotto - è che molti di questi posti letto rimangono vuoti per giorni e giorni, perché le persone da ricoverare con influenza A, o sospetta tale, sono inferiori al temuto. Ci si chiede cosa potrà accadere se l'influenza A dovesse estendersi, se si dovesse verificare la temuta mutazione del virus e se le condizioni del tempo dovessero volgere al peggio. Anche perché questa influenza sta colpendo persone più giovani, con meno di 65 anni. L'influenza stagionale colpirà , invece, pazienti anziani e molto più compromessi. In questa realtà il lavoro dei medici, già molto pesante, diverrebbe insostenibile". Giornata del Parkinson, per saperne di più Diffondere la conoscenza della malattia e sensibilizzare sull'importanza di diagnosticarla il prima possibile: sono questi gli obiettivi della Lega italiana per la lotta contro la Malattia di Parkinson, le Sindromi Extrapiramidali e le Demenze (LIMPE) nel lanciare la Prima Giornata Nazionale della Malattia di Parkinson. Per l'occasione, domani 28 novembre, 57 centri Parkinson, distribuiti su tutto il territorio, apriranno le porte al pubblico per offrire un'informazione personalizzata e opuscoli relativi alla malattia. "L'idea di organizzare una giornata nazionale per la Malattia di Parkinson" - sottolinea Giovanni Umberto Corsini, Presidente LIMPE - "nasce dalla consapevolezza che questo disturbo neurologico, così noto da molto tempo agli specialisti, è invece poco conosciuto dalla gran parte della popolazione". Il risultato sono una serie di preconcetti e luoghi comuni, come per esempio che la malattia coincida solo ed esclusivamente col tremore, mentre esistono sintomi anche più importanti, o che si tratti di una malattia "solo" degli anziani, mentre 1 paziente su 4 si ammala prima dei 50 anni. Saperne di più, concludono gli esperti, è un passo fondamentale verso una cura migliore. (M.M.) Montagnier, H1N1 pericoloso se troppo diffuso "Più la nuova influenza A si diffonde, più aumenta il rischio che il virus H1N1 subisca mutazioni e diventi più pericoloso". Lo ha sottolineato Luc Montagnier, premio Nobel per la medicina 2008, parlando ieri a Roma a margine del convegno 'Rome Rehabilitation 2009', organizzato all'università La Sapienza. "Fino a oggi - ha ricordato lo scienziato - questa nuova influenza non appare così pericolosa come la Spagnola del 1918. Ma si tratta pur sempre di un virus molto contagioso e che tende a mutare". Dunque non bisogna abbassare la guardia perché "più si diffonde, maggiore è il rischio" che questa pandemia, da leggera, "diventi più pericolosa". Montagnier consiglia, sulla base di sperimentazioni da lui effettuate, di assumere alcune sostanze che contrastano lo stress ossidativo legato all'influenza, come il glutatione e la papaya fermentata, "soprattutto per prevenire complicanze respiratorie come la polmonite", ha concluso il premio Nobel. Roccella, parere Governo su Ru486 in 24 ore Il parere del Governo sulla compatibilità della legge 194 con la pillola abortiva Ru486 sarà pronto "in 24 ore, e il ministero della Salute è già al lavoro". Lo afferma il sottosegretario al Welfare Eugenia Roccella a margine del convegno in corso a Roma sul diritto alla salute nel modello federale. A poche ore dallo stop della delibera dell'Aifa che apriva le porte degli ospedali italiani alla 'pillola della discordia', il sottosegretario con delega alla bioetica si dichiara "perfettamente d'accordo con quanto deciso da Sacconi e dalla commissione Sanità del Senato". Dunque si lavora al parere, mentre per i tempi della nuova delibera che dovrà essere emessa dall'Aifa "dipende - spiega Roccella - dall'agenzia, che potrebbe giungere a una nuova delibera già entro una settimana". Il parere del governo sulla questione "riguarda - precisa il sottosegretario - solo la compatibilità della Ru486 con la legge sull'aborto". "Non c'è una pregiudiziale ideologica - assicura - ci sono solo alcune criticità inerenti alla metodologia rispetto alla legge. E ci sono profili di sicurezza da rispettare".
I dentisti italiani sono troppi Da grande farò il dentista: sembra essere questo il desiderio dei ragazzi italiani. Non si spiegherebbe altrimenti che nel nostro Paese si contano oltre 56 mila dentisti, in media uno ogni mille abitanti.
Un fenomeno che tocca punta estreme in alcune regioni, come nel caso della Liguria, dove troviamo un professionista ogni 745 persone E' quanto emerge dall'analisi del Centro elaborazione dati della Fnomceo (Federazione nazionale Ordini medici chirurghi e odontoiatri) sugli iscritti all'Albo degli odontoiatri suddivisi per zone geografiche. Un fenomeno unico in Europa, il doppio di quanto indicato dall'Organizzazione mondiale della Sanità , secondi cui il rapporto ottimale dovrebbe essere un dentista ogni 2 mila persone. Valore che negli altri Paesi europei sembra rispettato. Secondo i dati del Council of European Dentists, infatti, in Gran Bretagna troviamo un dentista ogni 1.974 abitanti, uno su 1.887 in Spagna e uno su 1.556 in Francia. "Questo scenario italiano - spiega all'ADNKRONOS SALUTE il presidente dell'Associazione nazionale dentisti italiani (Andi), Roberto Callioni - rischia di sgretolare la categoria. Siamo in troppi, c'è un eccesso di offerta. Alcuni studi privati stanno già chiudendo. E siamo solo all'inizio. La proiezione per i prossimi anni è spaventosa. Con l'entrata in vigore della direttiva europea sulla libera circolazione dei professionisti, arriveranno molti laureati in odontoiatria da altri Paesi. Senza contare - aggiunge - i ragazzi italiani che si laureano all'estero, dove i test di ingresso alle facoltà sono più semplici che da noi". Nello specifico, le regioni dove 'giri l'angolo e trovi un dentista' sono la Liguria, con un rapporto di un professionista ogni 745 abitanti, e l'Abruzzo con un rapporto di un dentista ogni 796 cittadini. Ma anche nel Lazio, dove esercitano la professione 6.135 camici bianchi, c'è un rapporto dentisti/abitanti pari a 1 su 833. Poco più di 900 persone per dentista in Friuli Venezia Giulia, Toscana, Umbria, Piemonte, Emilia Romagna e Lombardia, dove troviamo la bellezza di 9.417 iscritti all'Albo. "L'unico rimedio certo - spiega Callioni - sarebbe quello di chiudere l'accesso per qualche anno alla facoltà di Odontoiatria. Ma è una soluzione impraticabile, anticostituzionale. Quello che si può fare è almeno rendere più severa l'iscrizione all'Albo degli stranieri". Un futuro poco roseo sembra quindi prospettarsi per gli aspiranti appartenenti alla categoria. "Purtroppo è così", ammette il numero uno dell'Andi. "Tanto è vero - conclude - che forse scoraggerei un giovane che volesse intraprendere la professione, senza alle spalle uno studio avviato".
Ru486, interpretazione della Roccella artefatta e capziosa Il relazione allo stop del Senato all'iter della pillola abortiva Ru486, il sottosegretario al Welfare Eugenia Roccella ha dichiarato a Sky Tg24:
"Noi abbiamo sempre espresso perplessità sulla compatibilità del metodo con la legge 194 che impone di abortire all'interno delle strutture sanitarie pubbliche. Questo è un metodo che nel mondo si è affermato come metodo domiciliare, un metodo lungo perché sono 15 giorni, e anche doloroso perché è una sorta di piccolo travaglio che viene indotto chimicamente. Con l'indagine parlamentare si è chiarito che l'Aifa avrebbe dovuto chiedere un parere al governo proprio sulla compatibilità ".
La presidente di Vita di Donna, Elisabetta Canitano, sostiene:
"La legge ha previsto che l'interruzione di gravidanza si svolgesse anche fuori dall'ospedale per quello che si poteva immaginare allora, cioè nei poliambulatori. Il legislatore, per quelle che erano le conoscenze mediche dell'epoca, ha alleggerito il più possibile indicando sia l'ospedale che i poliambulatori come luoghi dove si poteva svolgere l'interruzione di gravidanza.
E proprio immaginando che sarebbero state introdotte nuove scoperte ha scritto all'art.15 della legge 194: Le regioni, d'intesa con le università e con gli enti ospedalieri, promuovono l'aggiornamento del personale sanitario ed esercente le arti ausiliarie sui problemi della procreazione cosciente e responsabile, sui metodi anticoncezionali, sul decorso della gravidanza, sul parto e sull'uso delle tecniche più moderne, più rispettose dell'integrità fisica e psichica della donna e meno rischiose per l'interruzione della gravidanza.
Il legislatore non ha mai inteso che la donna dovesse restare ricoverata per tutta la procedura dato che il problema allora non si poteva porre. Quindi l?interpretazione che dà l'on Roccella è artefatta e capziosa. Non si vuole lasciare alle donne il diritto di scegliere fra le varie procedure come nel resto d'Europa e in buona parte del mondo".
25 novembre 2009 Levi Montalcini, possibile il cervello artificiale Il cervello artificiale "non è fantascienza". Ne è convinta il premio Nobel per la medicina Rita Levi Montalcini che, durante un'intervista rilasciata a Skytg24, e andata in onda ieri sera, commenta l'annuncio di Ibm e di un gruppo di scienziati di Stanford che hanno simulato un cervello attraverso un super computer e assicurano che il 2019 sarà l'anno del cervello artificiale. Montalcini conferma: "E' quanto ci arriva dagli ultimi risultati della System Biology. Non me lo sarei mai aspettato - ha spiegato la scienziata ieri a Milano, in occasione del 'Sysbiohealth symposium 2009' all'università Bicocca - ancora 10 anni fa sembrava assurdo. Invece potrà capitare". Pediatri SIP a congresso a Pavia Saranno oltre 2.000 i pediatri che affolleranno fino a lunedì 30 novembre le oltre 60 sessioni del Congresso nazionale della Società italiana di pediatria (Sip), che si apre domani a Padova Fiere. "Nuove frontiere della moderna pediatria - spiega Pasquale Di Pietro, presidente della Sip e del Congresso - è il titolo che abbiamo voluto dare al Congresso, che ben rappresenta l'esigenza vitale per la pediatria di superare i confini della tradizione e avviarsi in modo sempre più deciso verso l'innovazione. Innovazione - prosegue - che significa comprendere che oggi la medicina tutta, ma in particolare quella che si occupa dell'età evolutiva, deve evolversi contestualmente sia nell'ambito prettamente scientifico che in quello sociale".
Per questo, precisa l'esperto, in un congresso che tratta delle nuove frontiere della pediatria "parliamo contemporaneamente di malattie rare e di ambiente, di alimentazione e di sport, di genetica e di vaccinazioni, di organizzazione sanitaria e di risk management, di allattamento e di adolescenza, di bambini immigrati e di medicina personalizzata". E alla medicina che cambia fa riferimento Franco Zacchello, presidente onorario del Congresso: "Leggere il presente e le grandi anticipazioni del futuro che già si intravedono nella pratica moderna della pediatria. In questa prospettiva ben si colloca l'ampia sessione congressuale dedicata ad uno dei principali obiettivi del terzo millennio: la riduzione della mortalità infantile". Novità , per un congresso medico, è l'apertura al pubblico di tre sessioni di lavoro che si terranno in parallelo, venerdì 27 novembre dalle ore 14.30 alle 16.30, e che affronteranno tematiche come l'allattamento materno vissuto dalle donne immigrate, il maltrattamento in età pediatrica e il dolore. Fazio: vaccino adiuvato ancora valido La mutazione del virus A/H1N1 "c'è stata, non particolarmente grave e significativa". Il vaccino antipandemico scudo contro la nuova influenza "è efficace. E in generale quelli adiuvati", cioè provvisti di una sostanza che potenzia la risposta immunitaria dell'organismo, "lo sono più di quelli non adiuvati" nel contrastare eventuali mutazioni del virus. Così il viceministro della Salute Ferruccio Fazio, a margine del Quarto Forum sul Risk Management in corso ad Arezzo. "Direi che la grossa ondata" di casi di influenza A in Italia ha poi aggiunto Fazio "è probabile sia in fase di attenuazione, ma il punto è non far cadere l'attenzione per evitare che eventuali mutazioni più gravi possano portare a un alto sviluppo del virus nel nostro Paese. Facendo il punto sull'andamento della pandemia e ricordando che "finora abbiamo avuto pochi milioni di persone colpite", Fazio spiega che "l'influenza si sviluppa in modo focale, più o meno regione per regione. E' partita prima la Campania, poi il Piemonte. Quindi il picco nazionale è come fosse una serie di picchi focali: dovete pensare a un'ondata non come lo tsunami, ma una serie di piccole ondate che dilagano nel Paese. Ciò premesso ci potrà essere un picco, due picchi" di casi di nuova influenza. Per questo, il viceministro è tornato a sottolineare a più riprese l'importanza della vaccinazione contro il virus H1N1.
Ru486 al momento problema non ministeriale "La questione è sul tavolo della Commissione Sanità del Senato, non del ministero. Attualmente, dunque, è un problema della Commissione. Quando diventerà un problema del ministero, sarà un problema del ministero". Così il viceministro alla Salute Ferruccio Fazio, incalzato dai giornalisti, interviene sulla pillola abortiva Ru486, mentre è attesa già nelle prossime ore la votazione della Commissione Sanità di Palazzo Madama sul documento conclusivo che chiude l'indagine avviata tra le polemiche sul contestato farmaco. Un documento in cui si chiede lo stop alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della determina tecnica per la commercializzazione della pillola, in attesa di un parere del ministero sulla compatibilità tra aborto farmacologico e legge 194. "Ad oggi - ribadisce Fazio a più riprese - non è un problema nostro. Quello che la Commissione di Palazzo Madama chiede al ministero "è un parere del Governo - precisa Fazio - Il sottosegretario delegato è l'onorevole Eugenia Roccella, che si occupa per conto del Governo di questa questione". Rischio clinico aggravato da cure sotto standard Sviluppare un'idea di rischio che non includa più soltanto il pericolo di errore clinico, ma venga considerato anche come rischio del cittadino di essere curato al di sotto degli standard ottimali Così Ferruccio Fazio, viceministro della Salute, dice al Quarto Forum sul Risk Management in corso ad Arezzo, sottolineando la necessità di "centrare l'attenzione sulla persona" e definire un nuovo concetto di rischio che coinvolga anche l'aspetto umano e non soltanto quello clinico. Il viceministro è tornato a ribadire a più riprese la necessità di una sanità che non sia più "ospedalecentrica", evidenziando "l'importanza della medicina del territorio e del ruolo del medico di medicina generale come riferimento per il cittadino". Fazio ha quindi auspicato che in futuro ci siano ospedali con degenze brevi, all'insegna della specializzazione e dell'alta tecnologia. L'appello è dunque a un ritorno del contatto medico-cittadino, potenziando la figura del medico di medicina generale anche per evitare pratiche inutili che finiscono per intasare i pronto soccorso. "Il secondo aspetto fondamentale da affrontare - ha dichiarato il viceministro - è quello legato alla prevenzione, pratica imprescindibile per evitare il rischio che il paziente si ammali. Una prevenzione che può e deve essere innanzitutto primaria - ha affermato - ovvero rivolta a seguire determinati stili di vita, ma anche secondaria", dunque riferita alla popolazione a rischio, "e terziaria, volta a evitare la riacutizzazione di determinate malattie, quindi diretta a gestire il malato al quale sono già state diagnosticate malattie croniche. La prevenzione è un aspetto centrale - ha aggiunto - tanto più se si pensa che il 40% dei ricoverati è ultrasessantenne e nel 2050 il 35% della popolazione avrà più di 65 anni, quindi con un'alta probabilità di essere affetta da due o più malattie croniche. Le malattie croniche - ha concluso Fazio - non devono arrivare ad essere curate in ospedale, ma devono essere seguite ancora una volta sul territorio: il loro arrivo in ospedale è un chiaro indicatore di inadeguatezza territoriale". 24 novembre 2009 Tomassini, fermare il via libera a Ru486 Rivedere la procedura che dà il via libera alla pillola abortiva in Italia. Lo ribadisce Antonio Tomassini, presidente della commissione Igiene e sanità del Senato, al termine della riunione della stessa commissione per discutere la bozza conclusiva dell'indagine conoscitiva sul tema. Bozza ancora da votare, ma che chiede lo stop dell'immissione in commercio della Ru486 nel nostro Paese. "I dubbi sulla procedura - sostiene Tomassini, relatore del documento - derivano da ciò che ci ha detto il direttore degli Affari legali dell'Emea, l'agenzia europea del farmaco, e dal documento presentato dal presidente del Consiglio superiore di sanità (Css) Franco Cuccurullo. Voglio rispettare l'accordo iniziale di concludere la discussione entro il 25 novembre. Ribadisco assolutamente il mio appoggio allo stop della procedura e credo sia anche opinione della maggioranza". La discussione in Commissione proseguirà nella seduta di oggi, a partire dalle 14.30. Iss, reazioni avverse a vaccino sono nella media Le reazioni avverse registrate in alcuni pazienti che si sono sottoposti alla vaccinazione contro il virus A/H1N1 "sono nella media". E, stando alle segnalazioni pervenute, "si tratta di situazioni molto leggere e lievi" che si "possono verificare con qualsiasi vaccino. L'importante è premunirsi andando" a farsi vaccinare "in un Centro medico dove si viene controllati in caso" di effetti collaterali. Lo spiega, a margine del Quarto Forum sul Risk Management in Sanità in corso ad Arezzo, il presidente dell'Istituto superiore di sanità Enrico Garaci. Quanto alla corsa della pandemia nel nostro Paese, la "situazione è tranquilla - assicura il numero uno dell'Iss - Bisogna proseguire con la vaccinazione. Le mutazioni" del virus, come quelle verificatesi nei giorni scorsi in Norvegia, "possono avvenire - rassicura Garaci - Ciò è nella fisiologia della stessa evoluzione del virus. Comunque si tratta di mutazioni che non incidono sull'efficacia del vaccino e che rappresentano casi isolati".
Sacconi, archivio elettronico contro gli errori Il fascicolo elettronico per la sanità italiana può essere un'arma contro gli errori in corsia. Il ministro del Welfare Maurizio Sacconi promuove questo supporto di ultima generazione, "in cui credo fermamente". E a cui plaude insieme all'impiego, più in generale, dell'"information tecnology per l'evoluzione del servizio sanitario". In un video messaggio inviato al quarto Forum sul Risk Management in sanità , che ha aperto i battenti ad Arezzo, il ministro ha sottolineato come il fascicolo elettronico, in particolare, sia "uno strumento con cui la persona stessa", ovvero il paziente, "si fa più attiva, ma che consente anche agli erogatori dei servizi sanitari, pubblici e convenzionati, di conoscere tutto quel che occorre sapere per evitare il rischio clinico". Non a caso il ministero del Welfare ha promosso un progetto che ha l'obiettivo di dare il la all'uso di questo supporto elettronico nella sanità italiana, già partito in alcune Regioni, soprattutto nel Nord del Paese. Ma bisogna implementarne l'uso anche nel Meridione, "dal Lazio in giù - ha precisato il ministro - dove ci sono realtà fortemente arretrate". Il responsabile del Welfare è tornato infine sul tema, a lui caro, della medicina del territorio, "a cui va dato gran rilievo, chiudendo invece piccoli ospedali pericolosi per la salute dei cittadini. Vanno liberate risorse - ha concluso - per reinvestirle" nella medicina di prossimità . La gestione unificata delle polizze fa risparmiare Risparmi per milioni di euro l'anno, ben 40 mln solo nel Lazio, "attraverso una gestione unificata delle procedure di contratto con le assicurazioni". Sul tavolo, le "polizze contro il rischio clinico stipulate delle aziende sanitarie" per tutelare medici e personale. A tirare le somme dei risparmi che si potrebbero racimolare puntando su una gestione centralizzata delle polizze assicurative è Enrico Garaci, presidente dell'Istituto superiore di sanità , alla luce di una ricerca condotta dall'Iss in collaborazione con l'università di Tor Vergata, l'Ordine capitolino dei medici e il Tribunale civile e penale di Roma. "La ricerca ha preso in esame circa 2.000 sentenze - spiega Garaci nel corso del quarto Forum sul Risk Management in Sanità , che ha aperto ieri i battenti ad Arezzo - legate alla responsabilità professionale dei medici nel periodo che va dal 2001 al 2007. Uno dei risultati mette in evidenza che si può risparmiare fino a 40 milioni di euro solo nel Lazio, attraverso una gestione unificata delle procedure di contratto con le assicurazioni sulle polizze contro il rischio clinico stipulate delle aziende sanitarie". Calcolatrice alla mano, "è stata così quantificata una riduzione della spesa pari al 20% - prosegue il numero uno dell'Iss - corrispondente a 40 mln di euro per la sola Regione Lazio. Fondamentale è però cercare di migliorare complessivamente le prestazioni - sottolinea Garaci in conclusione - cercando di ridurre l'atteggiamento della cosiddetta medicina difensiva, che porta il medico a tutelarsi rispetto agli errori in corsia". Rischio clinico, tutelare medici e pazienti Per Maurizio Sacconi è necessaria una nuova stagione in cui tutti siano tutelati dai problemi del rischio clinico
Tutelare i pazienti, ma anche i camici bianchi. Rispetto al rischio clinico, ovvero il pericolo di incorrere in errori in corsia, il ministro del Welfare Maurizio Sacconi, intervenendo in un video messaggio al quarto Forum sul risk management in sanità che ha aperto oggi i battenti ad Arezzo, mostra la volontà di tutelare entrambe le parti chiamate in causa.
"E' giusto - afferma - garantire la piena tutela del paziente, anche in termini di risarcimento, ma dall'altro lato circoscrivere le responsabilità del medico, anche dal punto di vista delle certezze penali". "Bisogna perseguire - sottolinea - questi due obiettivi in apparente conflitto. E il servizio pubblico - conclude - lo deve garantire".
23 novembre 2009 Da Telethon mai dati fondi per sostenere Alitalia All'Alitalia nessun fondo di Telethon. "In merito a quanto riportato in questi giorni da alcuni organi di informazione a proposito di fondi 'sottratti' alla ricerca Telethon e destinati al salvataggio di Alitalia, la Fondazione tiene a precisare che questo non corrisponde al vero - si legge in una nota - e che mai i soldi raccolti sono stati impiegati per finalità diverse da quelle della ricerca scientifica sulle malattie genetiche". I l finanziamento della ricerca di Telethon, "che si avvale di una commissione medico scientifica internazionale per selezionare i migliori progetti, è - conclude la nota - sempre gestito dalla Fondazione Telethon in totale autonomia". Bagnasco, ricerca non può prescindere da etica "Il cammino della ricerca, in ogni ambito, non può prescindere dalla dimensione etica. La ricerca deve sempre essere responsabile, ispirata a quei valori a cui deve essere ispirata ogni attività umana che, proprio perché sia umana, deve essere morale, responsabile". Così il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente dell'ospedale Galliera, ha avviato i lavori della Giornata della Ricerca dell'ospedale genovese. "Il Galliera - ha spiegato Gian Massimo Gazzaniga, coordinatore scientifico dell'ente - ha una lunga tradizione di ricerca che risale ai principi impartiti dalla sua fondatrice e che negli ultimi anni ha assunto un carattere di grande rilievo, con un costante trend in crescita della produzione scientifica e della relativa pubblicazione dei lavori su riviste ad alto impact factor". Poretti, su Ru486 il Senato fa ostruzione all'Aifa "L'obiettivo era, e resta, quello di interferire e ostacolare il lavoro dell'Aifa. Infatti, nonostante le rassicurazioni, l'Agenzia italiana del farmaco ancora non ha pubblicato in Gazzetta Ufficiale la delibera di immissione in commercio del Mifegyne* (Ru486) dello scorso 30 luglio, nonostante il direttore generale dell'Aifa Guido Rasi sia stato incaricato dal Cda lo scorso 19 ottobre". Così Donatella Poretti, radicale eletta nelle fila del Pd e segretario della Commissione Sanità del Senato, sull'indagine conoscitiva avviata per tirare le somme sull'aborto farmacologico e verificarne la compatibilità con la legge sull'aborto. "Dalla ripresa dei lavori dopo la pausa estiva - sottolinea Poretti in una nota - la commissione Igiene e sanità del Senato su un totale di 24 sedute, ben 16 le ha dedicate all'indagine conoscitiva sulla Ru486. Da domani (oggi ndr) altre 4 sedute sono già previste, perfino una notturna, e monopolizzeranno i lavori della settimana. Davvero - chiede polemica la senatrice radicale - non c'erano altri temi da trattare inerenti alla salute e alla sanità ?". "Oltre 700 giorni per una procedura di mutuo riconoscimento di un farmaco che solitamente ne impiega 90 - fa notare Poretti - una situazione che espone il nostro Paese a rischio di una apertura di infrazione a livello di Unione Europea, o di una immissione forzata in base alla direttiva del mutuo riconoscimento. Trattasi di uso improprio delle istituzioni. Anche di questo - conclude la senatrice con un'ultima stilettata - sarà bene si discuta in Commissione, giunta finalmente nella fase conclusiva di questa indagine ideologica". Senato chiede nuova istruttoria Ue su Ru486 Una nuova istruttoria e deliberazione dell'Emea, l'Agenzia europea del farmaco, sulla pillola abortiva Ru486. E' questa una delle proposte avanzate dalla Commissione igiene e sanità del Senato - nella bozza di documento diffusa dall'Aduc - a conclusione dell'indagine conoscitiva avviata per tirare le somme sull'aborto farmacologico e verificarne la compatibilità con la legge sull'aborto. I pareri espressi dalla Commissione di Palazzo Madama non sono comunque vincolanti. "Rispetto ai dubbi sui decessi a seguito di assunzione di Ru486 o delle prostaglandine associate, e di fronte alle difficoltà di disporre di dati certi - si legge nella bozza di documento conclusivo - si auspica una richiesta di arbitrato che riapra la discussione di merito sul rapporto rischi/benefici e ponga in essere una nuova istruttoria e deliberazione dell'Emea". Il cosiddetto arbitrato, previsto dalla procedura di mutuo riconoscimento adottata dall'azienda produttrice della Ru486 per approdare sul mercato italiano, può essere attivato quando uno o più Stati membri, avendo rilevato possibili rischi per la sanità pubblica, non intendano procedere al riconoscimento del farmaco in questione. In questo modo, l'intera questione viene deferita al Cpmp (Comitato per la valutazione delle specialità medicinali dell'Emea), la cui decisione finale deve essere recepita da tutti gli Stati interessati. Negli ospedali italiani 88 suicidi in 4 anni Suicidi in corsia, nella solitudine di una stanza d'ospedale. Il dato allarmante che emerge dal Rapporto dell'Osservatorio nazionale sugli eventi sentinella, attivato al ministero della Salute Si tratta dell'episodio grave maggiormente segnalato dalle strutture sanitarie al dicastero, con ben 88 segnalazioni tra suicidi o tentativi di farla finita, dal settembre 2005 all'agosto 2009, pari al 22,9% dei casi totali trasmessi al dicastero. Il ministero della Salute - precisa il rapporto che verrà presentato al quarto Forum Risk Management in Sanità , che apre i battenti oggi ad Arezzo per proseguire fino al 27 novembre - definisce come sentinella 'un evento avverso particolarmente grave, potenzialmente evitabile, che può comportare morte o grave danno al paziente e che determina una perdita di fiducia dei cittadini nei confronti del servizio sanitario'.
'La persona al centro' è il tema della 4 giorni di incontri internazionali, workshop ed expo, su cui si confronteranno tutti gli attori del sistema sanitario nazionale. Ebbene, il Rapporto ha considerato tutti gli eventi sentinella segnalati dalle strutture sanitarie entro il 31 agosto 2009, per un totale di 385 segnalazioni. Il suicidio o tentato suicidio del paziente in ospedale è risultato il primo, con 88 segnalazioni. La seconda categoria (66 eventi segnalati, corrispondenti al 17,1% del totale) è rappresentata da eventi non classificabili, ma che hanno causato morte o grave danno al malato.
22 novembre 2009 Livelli di colesterolo ancora poco monitorati Seppure negli ultimi anni, il numero di americani con livelli elevati di colesterolo Ldl sia diminuito di circa un terzo, in un'alta percentuale di adulti questi livelli non vengono ancora monitorati. Lo ha stabilito uno studio pubblicato su Journal of the American Medical Association che ha, inoltre, evidenziato che il maggiore contenuto di colesterolo Ldl si riscontra nelle persone a più alto rischio cardiovascolare. Ricercatori dell'US Centers for disease control and prevention in Atlanta, considerando oltre 7mila partecipanti al Nhanes (National health and nutrition examination survey) hanno definito, per i periodi compresi tra il 1999-2000, 2001-2002, 2003-2004 e 2005-2006, la percentuale di adulti che si è sottoposta regolarmente a valutazioni dei valori di colesterolo, quella che presentava le maggiori concentrazioni plasmatiche di Ldl e quella che faceva uso di farmaci anti-colesterolo. Dal 1999-2000 al 2005-2006, la percentuale di individui, di età pari o superiore ai 20 anni, con alti livelli di colesterolo è diminuita dal 31,5% al 21,2%. In aggiunta, è stata osservata un'incidenza di alti valori di Ldl pari al 58,9%; 30,2% e 11,0%, in presenza di un rischio cardiovascolare alto, intermedio e basso, rispettivamente. Infine, mentre l'automedicazione con farmaci anticolesterolo è aumentata dall'8% al 13,4, la quota di chi controlla periodicamente i livelli di colesterolo è rimasta invariata e cioè inferiore al 70%. (L.A.)
Jama 2009, 302, 19, 2104-2110 Sacconi, sedentari spesso malati cronici La "vita sedentaria" è il fattore di rischio "madre" tra i quattro che favoriscono l'insorgere di "malattie che tendono a cronicizzarsi". Ne discendono poi, in qualche modo, "l'abuso di alcol, la cattiva alimentazione e il fumo". A sottolinearlo, durante il convegno 'Sport, giovani e responsabilità sociale delle imprese nel territorio', tenutosi venerdì a Milano, è il ministro del Welfare Maurizio Sacconi, che vede nello sport un modo per prevenire la diffusione di patologie dal costo economico e sociale sempre più rilevante, a causa dell'aumento dell'età media della popolazione. "Più precoce è l'idea di condurre uno stile attivo di vita - ha aggiunto Sacconi - più probabile è che permanga nel corso della vita". Invece, ha continuato, "dopo i 25 anni osserviamo una curva discendente molto ripida" nello stile di vita degli italiani. L'allungamento delle aspettative di vita per Sacconi "è un fatto positivo, ma il nostro obiettivo non è soltanto quello di allungare le aspettative di vita, e da ministro delegato alla Previdenza non dovrei dirlo. Allungare l'aspettativa di vita è solo una parte dell'obiettivo", ha precisato. "L'altro obiettivo - ha proseguito Sacconi - è quello di allungare la qualità attesa nella propria vita, mentre purtroppo nelle condizioni attuali tende ad essere consistente la parte della vita in cui prevale la dipendenza dagli altri". La piattaforma nazionale "Guadagnare salute", ha spiegato il ministro, si spenderà per incentivare, tra l'altro, una maggiore diffusione dell'attività sportiva. Tra le altre azioni già intraprese, ha concluso, c'è anche quella di limitare l'uso del sale nei cibi, grazie anche alla collaborazione con le associazioni dei panificatori. Napolitano, ricerca volano di crescita La ricerca scientifica "si fa promotrice non solo di progresso tecnologico e sviluppo economico, ma più in generale di crescita culturale e civile, misurandosi con i principi ed i valori etici cui deve ispirarsi il governo di un mondo sempre più globalizzato". Lo sottolinea il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in un messaggio inviato in occasione della cerimonia di consegna da parte della Fondazione Balzan dei Premi Balzan. L'evento "si conferma occasione preziosa per riflettere sul ruolo della scienza e della cultura nella realtà contemporanea", afferma Napolitano. Il Premio Balzan, aggiunge, "costituisce un prestigioso riconoscimento a quanti, operando in realtà anche assai diverse, offrono un contributo fondamentale al progresso della ricerca in tutto il campo delle conoscenze sia tecniche sia umanistiche". Dompè, apprezzabili parole di Rasi su ricerca "Grande apprezzamento" per le dichiarazioni di Guido Rasi, direttore Generale dell'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) sulle prospettive della ricerca scientifica. Ad esprimerlo il presidente di Farmindustria, Sergio Dompé che, in una nota, sottolinea come "le imprese del farmaco rivolgano un'attenzione sempre crescente a terapie focalizzate sui singoli individui attraverso nuovi modelli di ricerca e network dinamici e innovativi". Rasi, in un convegno a Roma, aveva parlato della necessità di "adattare i trial di sviluppo dei farmaci e le norme regolatorie ai futuri farmaci 'multitarget', avanguardia della ricerca". Per Dompé si tratta di "un diverso scenario che contribuirà a modificare anche il modello regolatorio, con forme più evolute di open-source protection, in modo che le nuove scoperte possano dispiegare le proprie potenzialità su un numero più ampio di applicazioni", conclude il presidente degli industriali del farmaco condividendo "pienamente quanto descritto da Rasi sui cambiamenti in atto nella ricerca, produzione e regole che sovraintendono il nostro mercato". Trial clinici si adattino a innovativi Adattare i trial di sviluppo dei farmaci e le norme regolatorie ai futuri farmaci multitarget, avanguardia della ricerca. E' l'auspicio di Guido Rasi, direttore generale dell'Agenzia italiana del farmaco (Aifa), intervenuto a Roma all'incontro Network Pharmacology organizzato dall'Istituto superiore di sanità (Iss) e dalla Fondazione Sigma-Tau. "Il mondo della ricerca scientifica sui nuovi farmaci - ha detto Rasi - è un mondo in continua evoluzione: assisteremo a profondi cambiamenti dell'approccio terapeutico, con l'abbandono del dogma "per ogni malattia un farmaco". Sappiamo, infatti, che la terapia futura sarà più che altro una strategia, con una sequenza di farmaci, nuove metodologie di drug delivery sempre più sofisticate e, quindi, interventi coordinati. Questo per le agenzie regolatorie è chiaramente uno scenario da conoscere, per poi adattare le regole. E' una realtà che sta nascendo ora, ma che sta arrivando forse più veloce di quel che pensiamo". Fini, il Parlamento legiferi su temi etici Gianfranco Fini torna a chiedere un "libero e ampio confronto parlamentare" per arrivare ad una mediazione politica tra le visioni contrapposte sui temi eticamente sensibili
Il presidente della Camera, durante una lectio magistralis sui diritti umani al Campidoglio, spiega che quando il legislatore non riesce a intervenire "non può che spettare al giudice la ricerca di una soluzione ragionevole". In Italia abbiamo assistito, sottolinea, ad un "progressivo ampliamento del campo di azione del giudice e l'affermazione di modelli di definizione del diritto in via giurisdizionale diretti a colmare le lacune legislative". Invece su questi temi "il Parlamento deve riaffermare la sua centralità ". Fini spiega che c'è una differenza sostanziale e una "rischiosa sovrapposizione tra quella che è l'affermazione dei desideri individuali e il riconoscimento dei diritti fondamentali. Sta nella ricerca di un equilibrio tra queste due esigenze che si è sviluppato un aspetto tra i più problematici per la tutela dei diritti, "il rapporto che intercorre tra il ruolo del potere giudiziario e il ruolo delle istituzioni politiche". Secondo Fini, l'allargamento della via giurisdizionale ha portato a definire "una nuova via, quella di un 'diritto mite', di un 'diritto flessibile', maggiormente in grado di soddisfare le esigenze di tutela dei diritti, e a denunciare la latitanza della politica con conseguente abbandono di questioni delicate e cruciali nelle mani degli stessi giudici. Se il legislatore non riesce a intervenire nelle cosiddette materie eticamente sensibili, non può che spettare al giudice la ricerca della soluzione ragionevole applicabile al caso di specie, alla luce del quadro normativo e giurisprudenziale di insieme". Il presidente della Camera rimarca l'importanza del tema della crisi degli strumenti tradizionali delle libertà , dei diritti fondamentali e dei diritti umani. "La legge, che è stata a lungo lo strumento non solo tecnico ma anche istituzionale di progressiva tutela sempre più ampia delle libertà e dei diritti, deve recuperare la sua funzione centrale perché - ammonisce Fini - è soltanto attraverso il libero e ampio confronto parlamentare che si può raggiungere un alto livello di mediazione politica e sociale tra le legittime visioni contrapposte". Ogni decisione sulla vita, spiega ancora Fini, "deve essere rigorosamente assunta sulla base dei principi costituzionali, tenendo presente però che l'autodeterminazione non vive in una dimensione astratta e che le condizioni materiali incidono profondamente sui modi di scegliere, di autodeterminarsi delle persone". Per questo, "la finalità del ruolo delle istituzioni è quella di rendere la decisione effettivamente libera", continua.
"Il Parlamento - auspica Fini - deve riaffermare la sua centralità qualitativa e credo che lo chiedano anche gli italiani al di là dell'appartenenza a questo o quello schieramento. I confini tra l'individualismo e i diritti individuali sono difficili da cogliere. Se vogliamo che il potere giudiziario non sia succedaneo al potere legislativo - avverte - alla politica spetta l'onere di sciogliere nodi così complessi. E' quella centralità della politica evocata tanto in astratto ma che poi è difficile trasferire nei fatti". 19 novembre 2009 Mammografie urgenti in una settimana "Il problema delle liste d'attesa va affrontato e ci prendiamo l'impegno di garantire a chi ha un'urgenza una mammografia entro una settimana". E' la promessa del viceministro della Salute, Ferruccio Fazio, intervenuto ieri a Roma a una conferenza stampa organizzata da Salute Donna onlus. Il progetto del Governo, con una proposta "che è già stata presentata in Conferenza Stato-Regioni e che è all'esame delle commissioni tecniche", ha sottolineato Fazio, "è di fare screening differenziati per le categorie a rischio. I malati non sono tutti uguali - osserva - Ci sono donne giovani con rischio anche genetico, che devono fare più controlli rispetto a donne anziane che rischiano di meno" di ammalarsi di cancro. L'idea generale è di istituire anche "liste d'attesa differenziate per il grado d'urgenza del sintomo o del tipo di patologia: una visita cardiologica o una mammografia, come anche un intervento terapeutico, non hanno sempre la stessa urgenza. La maggior parte delle prestazioni che hanno liste d'attesa molto lunghe sono composte in realtà sia da urgenze che da controlli. Ecco perché sono 'intasate'. Devono invece essere considerate due cose diverse", conclude Fazio. OMS, tutti i vaccini sono sicuri "I vaccini pandemici" contro l'influenza A/H1N1 sono "sicuri come quelli contro l'influenza stagionale". Lo ha detto con chiarezza Marie-Paule Kieny, direttore dell'Initiative for Vaccine Research dell'Organizzazione mondiale della sanità , nel corso di una conferenza stampa a Ginevra. "Sulla base dei dati relativi alla somministrazione di 65 milioni di dosi di vaccino pandemico arrivati da 16 Paesi emerge che il profilo di sicurezza dei vaccini pandemici non è differente da quelli per l'influenza stagionale. Non sono state riferite significative differenze negli effetti collaterali - ha aggiunto - anche se continua l'attento monitoraggio dei dati relativi ad eventuali reazioni post-vaccinazione". Fazio, sul vaccino Polonia fa polemica politica Il ministro della Salute polacco, Ewa Kopacz, "avrà avuto motivi politici" per alimentare le polemiche sulla sicurezza del vaccino contro l'influenza A. Lo ha affermato il viceministro alla Salute, Ferruccio Fazio, ieri a Roma a margine di una conferenza stampa organizzata alla Camera dall'associazione Salute Donna onlus. "Sicuramente non può avere motivazione tecniche - ha aggiunto Fazio - perché altrimenti dovrebbe mettere in discussione l'Organizzazione Mondiale della Sanità , l'Agenzia europea del farmaco e gli altri Stati che hanno avviato la vaccinazione. Quindi può avere solo motivazioni politiche. Non so quali, non so se, ad esempio, hanno accesso ai vaccini o meno. Ci possono essere molti motivi, che possono portare ad alzate d'ingegno di questo genere", ha concluso il viceministro. Sindacati e dirigenza in stato di agitazione In stato di mobilitazione, dalla prossima settimana, i sindacati della dirigenza medica, veterinaria, sanitaria e amministrativa, che ricorreranno "a ogni forma di protesta consentita". Lo annuncia, in una nota, l'Intersindacale, all'indomani della riunione all'Aran per il rinnovo del contratto (biennio economico 2008-09) della dirigenza. Alla ripresa delle trattative, dunque, il clima si fa subito incandescente. E le organizzazioni sindacali, che "a fronte degli impegni assunti avevano sospeso responsabilmente l'avvio della vertenza salute, in assenza di soluzioni, alcune delle quali proponibili nell'ambito della Finanziaria", tornano sui loro passi. Le sigle ricordano di aver "più volte posto all'attenzione del Governo, del Parlamento e delle Regioni alcune questioni centrali per il Servizio sanitario nazionale e per la sua dirigenza senza ricevere risposte concrete. Anche gli impegni assunti dal ministro del Welfare Maurizio Sacconi, anche per conto del ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta, che avrebbero dovuto essere condivisi con le Regioni, non hanno determinato finora alcun risultato", sottolineano. Sono 10 i punti su cui le organizzazioni sindacali chiedono di intervenire: Patto per la salute; piani di rientro delle Regioni; federalismo fiscale; legge delega per la riforma della Pubblica amministrazione e decreti delegati; 'rottamazione' della dirigenza del Ssn; governo clinico e proroga della libera professione intramuraria; rischio clinico; precariato della dirigenza del Ssn; rinnovi contrattuali; rivalutazione economica della indennità di esclusività . Nessun allarme per i conti dell'Enpam Non c'è nessuna preoccupazione per la tenuta dei conti dell'ente di previdenza dei medici
Lo precisa lo stesso ente, contestando recenti notizie di stampa sul rischio bancarotta della Cassa, inclusa da alcuni quotidiani tra quelle 'in bilico'. "L'Enpam - spiega una nota - presenta una situazione di equilibrio dei Fondi di Previdenza nel pieno rispetto delle prescrizioni di stabilità definite al momento della privatizzazione delle Casse, ad eccezione del Fondo degli Specialisti Esterni (che rappresenta il 3,5% del totale della spesa per pensioni) le cui criticità non sono certamente imputabili alla Fondazione, ma derivano essenzialmente dalla drastica riduzione dell'accreditamento ad personam, nonché dalle resistenze delle società obbligate al versamento del contributo, che hanno aperto un contenzioso contro l'applicazione della norma". Inoltre, "i dati pubblicati dalla stampa nei giorni scorsi, relativi al 2006, mostrano una tenuta delle gestioni fino al 2028, pur contabilizzando un patrimonio riportato al costo storico che, se opportunamente rivalutato, garantirebbe la sostenibilità delle gestioni nel nuovo arco temporale stabilito dalla Finanziaria 2007". Sempre in termini di sostenibilità , comunque, "per rispettare le più recenti prescrizioni in materia, non appena sono stati formalizzati i previsti provvedimenti ministeriali, l'Ente ha tempestivamente posto allo studio gli opportuni interventi parametrici sui Regolamenti di previdenza dei Fondi per la stabilizzazione di lungo periodo delle gestioni".
16 novembre 2009 Aran convoca sindacati, riparte trattativa contratto Riprendono le trattative per il rinnovo del contratto della dirigenza medico-veterinaria del Ssn. L'Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni (Aran ) ha infatti convocato i sindacati di categoria. L'appuntamento è fissato per domani alle 11.30 a Roma, nella sede dell'Aran A riferirlo all'ADNKRONOS SALUTE è il segretario nazionale della Fp Cgil medici, Massimo Cozza. All'ordine del giorno dell'incontro la prosecuzione delle trattative per il rinnovo del contratto relativo al secondo biennio economico 2008-2009, ferme all'ultima riunione del 29 settembre scorso.
Riunione in cui i sindacati avevano chiesto all'Aran la risoluzione di tre problemi: aumento dello 0,8% sulla parte legata alla produttività ; mantenimento della retribuzione di anzianità ; la questione delle sanzioni disciplinari.
"Uno dei punti centrali dell'incontro - spiega Cozza - sarà proprio quello relativo alle sanzioni disciplinari, già inserite nel decreto attuativo della cosiddetta riforma Brunetta della Pubblica amministrazione. Un vero e proprio codice arbitrario, non impugnabile a livello contrattuale a dispetto dello Statuto dei lavoratori". Medicina estetica in corso Sarà inaugurato il 10 dicembre a Milano il I° Master Europeo di Medicina Estetica dell'ASPEM - Academy School of Practical aEsthetic Medicine. Il Master si articola in 3 anni: i primi due di corso effettivo, il terzo di specializzazione. Il corso base triennale verrà integrato con corsi monotematici e corsi di tutoring su specifiche metodiche ed argomenti.
L'ASPEM, partendo dall'esperienza delle più rinomate scuole di medicina estetica italiane ed europee, si propone di ampliare l'offerta formativa puntando sugli aspetti pratici della medicina estetica e offrendo metodologie all'avanguardia affiancate alle tradizionali.
Non trascurando la necessaria e indispensabile preparazione teorica, il programma formativo del Master è in massima parte articolato sull'insegnamento pratico, al fine di supportare il medico estetico nel modus operandi e di aiutarlo concretamente nello svolgimento dell'attività professionale.
Per informazioni ci si può collegare al sito www.aspem.net 15 novembre 2009 Pandemia 1918, il killer forse fu lo pneumococco A uccidere oltre 50 milioni di persone in tutto il mondo, 400 mila solo in Italia, durante la pandemia di Spagnola (1918-1919) fu in realtà una superinfezione causata dallo Streptococcus pneumoniae E' la conclusione di uno studio curato da Keith Klugman, della divisione di Malattie infettive alla Emory University (Usa), che ne ha parlato venerdì a Roma in occasione del 'Bridging to the Future - Pneumococcal Conjugate Vaccine Summit'. La teoria apre scenari nuovi anche per quanto riguarda l'influenza A. Klugman e il suo team assicurano di aver identificato quale fu la vera causa della letalità della più grave pandemia che la storia dell'umanità abbia mai registrato. "Nel 1918 non erano disponibili né vaccini né trattamenti farmacologici efficaci - ha spiega l'infettivologo - mentre oggi gran parte della popolazione è coperta da vaccini contro lo pneumococco, che causa polmoniti, meningiti e altri gravi disturbi.
In un'era di antibiotici e di vaccini probabilmente quella stessa pandemia farebbe molti meno morti". La ricerca, pubblicata sulla rivista 'Emerging Infectious Diseases' e riportata sul sito dei Centers of Disease Control and Prevention (Cdc) americani, sostiene quindi che a causare gli alti tassi di mortalità dell'epoca non fu tanto l'influenza in sé, quanto una complicanza che sorse in conseguenza della malattia, appunto un'aggressiva infezione dovuta allo Streptococcus pneumoniae. E quando sarà terminata la nuova pandemia influenzale si potrà dire con sicurezza se i Paesi che vaccinano i bambini contro lo pneumococco, avranno meno morti causati dall'influenza A. 14 novembre 2009 Arriva lo Youtube dell'ecografia Per i camici bianchi e gli studenti di medicina arriva lo Youtube dell'ecografia. "Una raccolta online di video ecografici, con la descrizione del singolo caso clinico da parte del medico che ha eseguito l'esame, cui i suoi colleghi possono accedere in modo totalmente gratuito". Ad illustrare le le caratteristiche del portale www.ecomovies.it è Vincenzo Coluccia, amministratore delegato di Dimamovies, società del gruppo DS Medigroup, alla vigilia del XXI Congresso nazionale Siumb (Società italiana ultrasuoni in medicina e biologia), al via sabato nella Capitale. "Il portale vuole essere una finestra libera, condivisibile e gratuita sulla diagnostica ecografica, in cui è possibile trovare materiale didattico per i neofiti e mettere a confronto esperienze professionali differenti", dice Coluccia. In meno di due anni sono stati raccolti 2000 contributi video, "che fanno di Ecomovies uno strumento di didattica e di condivisione di casi clinici da parte di specialisti in videoimaging. Oltre tutto è la prima volta che interi video ecografici vengono pubblicati online: in genere ci si limitava a poche immagini". Nel tempo sono state coperte tutte le aree, dall'apparato urinario alle vie biliari.
"E' facilissimo trovare ciò che si cerca e visionare il contributo scelto, leggendo i dettagli del caso clinico e la descrizione stilata dallo specialista. Il tutto nella completa privacy dei pazienti". Ma come si può dare il proprio contributo alla speciale videoteca per camici bianchi? "Basta registrarsi e si riceverà un kit con un software e le istruzioni per rendere anonimo il proprio video, descrivere il caso e la tipologia di apparecchiatura usata", spiega Coluccia. L'idea non si esaurisce qui: "Stiamo sperimentando la possibilità di una 'formazione sincrona': l'ecografo in questo caso invia con 7 secondi di ritardo l'immagine di ciò che il medico sta vedendo ad una centrale ricevente. Questo permetterà di assistere quasi in diretta lo specialista mentre esegue un'ecografia", conclude Coluccia, ricordando che recentemente Ecomovies ha ottenuto il patrocinio della Siumb. Fazio, il vaccino è sicuro. Fidatevi di me Il viceministro della Salute Ferruccio Fazio rassicura i ragazzi sull'influenza A. "Io so che il vaccino non è pericoloso perché abbiamo tanti scienziati italiani e stranieri che lo sostengono. E' stato provato su milioni di persone, vaccini quasi uguali a questo, e non è mai successo niente. Vi dovete fidare di me". Lo ha detto Fazio ai ragazzi che lo hanno intervistato per il Gt Ragazzi (Tg3), andato in onda venerdì su Rai Tre. A Guglielmo, 11 anni, che domanda: "Ma se lei è il viceministro, il vero ministro dov'è, è malato?", Fazio risponde: "No, non è ammalato, ma questo è un grande ministero che si chiama Welfare, con dentro Salute, Lavoro e Politiche sociali. C'è un ministro di tutto e io mi occupo della parte Salute e faccio il viceministro. Il ministro sta benissimo, si chiama Sacconi, e vi saluta molto". E a Claudia, 11 anni, che gli chiede se farebbe vaccinare i suoi figli, Fazio dice: "Ho due figli, Alessandro di 21 anni e Arianna di 19. Li farò vaccinare quando sarà il momento, certamente". Margherita, 11 anni, chiede invece se dopo averla presa, l'influenza A si può prendere ancora: "Proprio quella no. Si possono prendere altre influenze. La A teoricamente sì, ma non la H1N1", risponde il viceministro. Che rassicura anche Martina, 9 anni, preoccupata di non poter più andare a nuoto e in palestra: adottando semplici regole di prevenzione "lo sport viene avanti a tutto. Prima si fa lo sport e poi ci preoccupiamo del resto", dice Fazio.
12 novembre 2009 Le cure per la SLA non sono uguali per tutti "Troppe differenze" in Italia nell'assistenza e nelle cure domiciliari dei malati di sclerosi laterale amiotrofica. "La carenza di un'adeguata presa in carico può portare il malato a scelte rinunciatarie, dettate da angoscia, disperazione e solitudine", spiega Mario Melazzini, presidente nazionale Aisla (Associazione italiana dei malati di Sla), intervenuto ieri a Roma al convegno 'Inguaribile non significa incurabile: il modello di assistenza della Sla nelle cure palliative'. "Dopo lo sciopero della fame di alcuni malati, ieri pomeriggio al ministero la Consulta sulle malattie neurodegenerative affronterà il problema dell'assistenza domiciliare qualificata", ricorda Melazzini. "Grazie alla legge sulle cure palliative finalmente c'è la potenzialità che a queste cure possano accedere anche i malati di Sla", dice Melazzini, ma resta "il nodo" dell'assistenza qualificata dei pazienti. "C'è una grossa discrepanza Nord-Sud, ma anche da area ad area e da Asl ad Asl - testimonia il presidente Aisla.
"Malati e familiari devono essere adeguatamente informati su tutte le opzioni disponibili per affrontare al meglio la vita quotidiana - sottolinea Melazzini - Per questo è nata la collana 'Vivere con la Sla', realizzata grazie al contributo di Sanofi-Aventis - che esamina temi legati a nutrizione, respirazione, fisioterapia, ma anche aspetti psicologici e ausili disponibili, a partire da quelli per la comunicazione". Sei volumi 'dalla parte dei pazienti', "con utili consigli pratici, scritti in un linguaggio comprensibile". Quello della presa in carico del malato di Sla è "un grosso problema. Un contributo importante può arrivare proprio dalla conoscenza di strumenti operativi che aiutino il familiare nell'assistenza quotidiana", evidenzia Angelo Zanibelli, direttore Comunicazione e relazioni istituzionali di Sanofi-Aventis Italia, spiegando i motivi del sostegno all'iniziativa editoriale. Zanibelli guarda con estremo interesse alla legge sulle cure palliative. "Il nostro primo auspicio è che l'iter si concluda il più rapidamente possibile e che all'interno dei nuovi Lea si pongano le basi per l'accesso a cure ottimali e si definiscano linee guida per la gestione dei malati di Sla. Secondo gli specialisti intervenuti al convegno, la strategia ottimale per gestire i pazienti integra ospedale e territorio. "Il malato di Sla deve vivere il più possibile fuori dall'ospedale - spiega Guido Fanelli, ordinario di anestesiologia e rianimazione dell'Università di Parma e coordinatore della Commissione sulla terapia del dolore del ministero della Salute - Tutte le risorse devono puntare a questo". Oggi "esistono già 30 Dipartimenti per il malato fragile che devono occuparsi della presa in carico del paziente con Sla. In futuro - conclude Fanelli - occorre potenziare questo modello".
Vaccino pandemico donato all'OMS GlaxoSmithKline (Gsk) annuncia la firma di un accordo per la donazione di 50 milioni di dosi di vaccino pandemico anti-A/H1N1 all'Organizzazione mondiale della sanità (OMS), in vista della loro distribuzione ai Paesi in via di sviluppo già a partire da fine novembre.
L'intesa con l'OMS - ricorda l'azienda - si aggiunge ad altre misure in atto come la fornitura del vaccino contro la nuova influenza A a prezzi preferenziali ai Paesi più poveri, secondo i criteri previsti da Gavi (The Global Alliance for Vaccines and Immunisation) e Banca Mondiale.
Operazione per la quale è stato riservato il 20% della produzione degli stabilimenti GSK in Canada, donazione attuale inclusa. GSK sta inoltre mettendo a disposizione dei 50 Paesi meno sviluppati del pianeta zanamivir (Relenza) a prezzi not-for-profit, e sta valutando un'eventuale donazione.
"L'Oms lavorerà ora per assicurarsi che i vaccini siano distribuiti a coloro che ne hanno davvero bisogno", assicura il direttore generale dell'Oms, Margareth Chan. "GSK è impegnata a supportare i Governi e le autorità sanitarie mondiali nei loro sforzi volti a proteggere le popolazioni dalla pandemia in corso - afferma il Ceo del colosso farmaceutico Gb, Andrew Witty - Il nostro impegno è un riconoscimento dei bisogni dei Paesi in via di sviluppo, e questa donazione di 50 milioni di dosi permetterà di avviare tempestivamente la vaccinazione in alcuni dei Paesi più poveri del mondo". Errani, a giorni norme Patto da inserire in finanziaria "Nei prossimi giorni dettaglieremo le norme da inserire nella Finanziaria, concordandole con il Governo sulla base dell'accordo sottoscritto sul Patto della salute".
E' quanto ha affermato il presidente della Conferenza delle Regioni Vasco Errani, al termine della riunione dei governatori che ieri hanno discusso sul Patto della salute.
Infatti, dopo l'intesa di principio siglata nelle scorse settimane, ora le Regioni lavorano sui dettagli dell'accordo. Fazio, bene ministero ma resti principio welfare Il principio fondante del ministero del Welfare non si deve perdere. La pensa così il viceministro alla Salute Ferruccio Fazio, a margine di un convegno sull'assistenza ai malati di Sla, promosso da Sanofi-Aventis.
All'indomani del via libera definitivo allo scorporo del ministero della Salute dal superdicastero guidato da Maurizio Sacconi, Fazio precisa che "ha senso istituire un ministero della Salute indipendente come nei maggiori Paesi del mondo.
Ma il principio del Welfare non si deve perdere, anche per esercitare concretamente funzioni che coinvolgono questi settori". 11 novembre 2009 Ossa deboli quando l'umore è nero Alle già numerose evidenze di legame tra depressione e ridotta densità ossea (BMD), si aggiungono i risultati di una metanalisi che ha permesso di considerare un campione di 2.327 di soggetti depressi confrontati con 21.141 controlli.
Gli autori hanno rilevato l'associazione tra la depressione e BMD, che si manteneva in tutti i punti di misurazione (vertebre, anca e avambraccio) ed era più marcata tra le donne. Proprio tra queste il legame era più evidente nelle fasce più giovani non ancora in menopausa e si perdeva nei casi in cui la depressione era stata definita mediante questionari di autovalutazione da parte delle pazienti. Solo nei casi di diagnosi di depressione maggiore posta da uno psichiatra con i criteri del DSM la BMD era significativamente bassa.
Gli studi finora realizzati erano troppo piccoli per convincere le autorità sanitarie a riconoscere nella depressione un fattore di rischio di calo della densità minerale ossea. Ma i 23 studi selezionati nella metanalisi rappresentano una base sufficientemente ampia per giustificare, secondo gli autori, un controllo periodico dei valori di BMD e una profilassi antiosteoporotica nelle pazienti con depressione maggiore diagnosticata dallo psichiatra. (S.Z.)
Biol Psychiatry. 2009 Sep 1;66(5):423-32 Anaao, prorogare intramoenia allargata Inserire nella legge finanziaria per il 2010, in discussione in Parlamento, una norma di proroga della libera professione intramoenia cosiddetta 'allargata', quella cioè che consente ai medici di svolgere questa attività negli studi privati in caso di carenza di spazi idonei nelle strutture pubbliche.
Lo chiede il sindacato dei medici ospedalieri Anaao Assomed, in una lettera indirizzata al ministro del Welfare Maurizio Sacconi e al viceministro alla Salute Ferruccio Fazio. L'appello del sindacato giunge in vista del 31 gennaio 2010, data fissata per la scadenza dell'ennesima proroga voluta dal decreto 154/2008. Ancora più vicino il 30 novembre prossimo, termine entro il quale i medici hanno la possibilità di optare tra l'esercizio della libera professione intra o extramoenia. "Come sarà possibile - si legge in una nota - una ragionevole scelta senza conoscere l'ultimo atto che disciplina la materia?
Il tempo è tiranno e difficilmente i due rami del Parlamento potranno licenziare in tempo utile (entro il 31 gennaio 2010) il ddl sul 'Governo Clinico' con il quale viene riconosciuto, senza limitazioni, il diritto all'esercizio della libera professione in regime 'allargato'". Per l'Anaao "il rischio è che, nel contesto di un pericoloso periodo di vuoto normativo, decine di migliaia di medici potrebbero veder negato un diritto sancito dalle leggi e reso inesigibile dalle incapacità di Regioni e Aziende sanitarie a provvedere alla realizzazione delle strutture per l'attività libero professionale intramoenia". Sanità : Fazio, inserire Lea in Patto salute Inserire i nuovi Livelli essenziali dei assistenza (Lea) nel Patto della Salute. "Il Patto si discute in questi giorni, ed è mia ferma convinzione che i Lea andrebbero messi all'interno del Patto".
Lo ha detto il viceministro Ferruccio Fazio ieri a Roma, a margine di un incontro sul diabete. "Bisognerà parlarne con il ministero dell'Economia - ha precisato - ma comunque mi auguro che sia arrivato il momento". Palumbo, entro fine novembre ministero autonomo E' in dirittura d'arrivo la "partita" sullo spacchettamento della Sanità dal ministero del Welfare. Tutto "si chiuderà entro fine novembre. Per allora avremo un ministero della Sanità e un ministro", dice Giuseppe Palumbo (Pdl), presidente della commissione
Affari sociali della Camera dei deputati, a margine di un incontro ieri a Roma sul diabete. Il ritorno in Italia di un ministero della Salute è "una cosa ottima - prosegue - dietro cui c'è una volontà comune.
Occorre dargli indipendenza amministrativa, gestionale e direi anche economica", conclude. 10 novembre 2009 Sicilia, emergenza-urgenza da garantire "Vigileremo affinché siano rispettati i tempi previsti per gli interventi di emergenza urgenza sui vostri territori".
Lo ha detto l'assessore regionale alla Sanità Massimo Russo, a una rappresentanza di sindaci e assessori dei comuni dei Nebrodi che hanno manifestato preoccupazione sull'efficienza del servizio anche in relazione alle particolari condizioni orografiche del territorio e ai numerosi problemi di viabilità .
"Non è possibile prevedere un'ambulanza in ogni comune della Sicilia - ha spiegato Russo - ma è doveroso dare garanzie di efficienza alle popolazioni. Il servizio di emergenza urgenza è in una fase di transizione verso il definitivo riassetto che darà ampie garanzie.
Ho invitato i sindaci a segnalare ai miei uffici ogni eventuale disservizio al quale porremo rimedio secondo quanto previsto dai protocolli nazionali".
I malati di Sla non posso aspettare ancora i Lea "Non è più ora di annunciare riunioni e incontri. I malati di Sla si aspettano fatti e non possono essere offesi con altre parole al vento. L'Esecutivo dia attuazione al decreto sui Livelli essenziali di assistenza (Lea) varato dal Governo Prodi e tenuto nei cassetti del ministero del Welfare".
Lo scrive in una nota Livia Turco, capogruppo Pd in commissione Affari sociali della Camera. "Quel decreto - ricorda Turco - comprende il nomenclatore delle protesi e gli ausili, fra i quali ci sono quelli per la comunicazione indispensabili per le persone con la Sla.
Il Governo Berlusconi non dà attuazione al decreto che aveva anche la copertura finanziaria; tutto ciò - incalza l'esponente del Pd - rappresenta un inaudito accanimento contro persone già colpite da una malattia gravissima". "Non c'è da spettare un giorno di più - conclude Turco - Il viceministro Fazio aggiorni immediatamente i Lea con i finanziamenti già previsti dal Governo di centrosinistra". Ricoveri scesi nel 2008 Scendono i ricoveri negli ospedali della Penisola. I dati relativi all'anno 2008 "confermano la tendenza già emersa da qualche anno: si registra una riduzione dei ricoveri in quasi tutte le tipologie di attività (acuti e riabilitazione), in regime ordinario e diurno. In particolare,i ricoveri nel 2008 sono stati 12.128.678, in diminuzione dell'1,7% rispetto al 2007". Lo precisa in una nota il ministero del Welfare, che sul sito del dicastero della Salute ha pubblicato l'analisi preliminare sull'attività di ricovero dell'anno 2008.
Dalla quale emerge una diminuzione, seppur lieve, anche dei parti cesarei negli ospedali italiani. I ricoveri scendono, dunque, ma "fanno eccezione i reparti per lungodegenti, che aumentano il numero delle dimissioni, con un incremento del 3%. Segno positivo anche per il numero di dimissioni di neonati sani: +2,2% rispetto al 2007. Le giornate di degenza nel 2008 risultano pari a 76,055 milioni, con una riduzione dello 0,9 %.
Il tasso di ospedalizzazione complessivo a livello nazionale scende sotto il 195 per 1.000 abitanti". "Tutte le Regioni appartenenti all'area centro meridionale del Paese, e in particolare, ma non solo, quelle che hanno sottoscritto nel 2007 il Piano di rientro (Campania, Lazio, Abruzzo, Molise, Sicilia) presentano ancora tassi di ospedalizzazione per acuti superiori o prossimi a 200 per 1.000 abitanti. Comunque - fa notare il dicastero - per tutte le Regioni sono registrabili consistenti riduzioni che portano a evidenziare un importante processo di deospedalizzazione in atto". postato da Associazione Vita di Donna @ 22.04.00 Link a questo post Cricelli, medici diano buon esempio La vaccinazione per il virus A/H1N1 è "un atto di responsabilità nei confronti di se stessi, dei propri pazienti e della società . Dunque rinnoviamo l'appello ai medici perchè non diano il cattivo esempio: si vaccinino e lo dicano ai loro pazienti". A presentare "un nuovo pressante appello" ai 'camici bianchi' affinché si immunizzino contro il virus pandemico è Claudio Cricelli, presidente della Società italiana di medicina generale (Simg) e componente della task force del ministero sulla nuova influenza A, a margine di un incontro a porte chiuse sull'alimentazione sana, ieri a Roma nella sede del dicastero di Lungotevere Ripa.
Gli italiani sono attenti al comportamento dei medici. "Stanno aspettando di vedere i medici vaccinarsi, come atto di responsabilità . Non possiamo pensare di dare il cattivo esempio, perché - dice Cricelli ai cronisti - se questo programma di vaccinazione dovesse fallire, noi saremmo responsabili di un atto grave, che può avere anche conseguenze imprevedibili. Potrebbero succedere eventi sgradevoli, e noi potremmo essere corresponsabili dell'insuccesso della vaccinazione, che - ricorda Cricelli, che si è vaccinato l'altro ieri - è indispensabile per diminuire tutti gli eventi spiacevoli e avversi dell'influenza".
Insomma, se nei sondaggi i camici bianchi appaiono scettici di fronte al vaccino "bisogna che i medici capiscano che un cattivo esempio, che faccia fallire la campagna di vaccinazione, può avere conseguenze gravi, di cui possono essere chiamati a rispondere". Insomma non ci sono dubbi: "Bisogna che i medici diano il buon esempio: si vaccinino, individuino i propri pazienti a rischio e li immunizzino immediatamente.
E' un atto di responsabilità anche giuridica", ribadisce. Nel frattempo i casi si moltiplicano, ma se la preoccupazione per il virus cresce fra gli italiani, Cricelli sottolinea che gli studi medici sono preparati a fronteggiare la situazione. "Ci siamo attrezzati - assicura - Alla fine i pazienti hanno bisogno di poche informazioni chiare: il virus H1N1 provoca una normale influenza, che come tutte le malattie molto numerose dà anche alcuni casi con esiti più sfavorevoli, come accade da che mondo è mondo. Infine - conclude - la grande difesa contro l'influenza è la vaccinazione, seguita da misure igienico-sanitarie". Fimmg a medici, vaccinatevi senza diffondere dubbi Vaccinatevi e agevolate la vaccinazione dei soggetti a rischio, evitando di diffondere dubbi e perplessità senza fondamento sulla sicurezza dei prodotti 'scudo' contro il virus H1N1 Giacomo Milillo, presidente del sindacato dei medici di famiglia Fimmg (Federazione italiana medici di medicina generale), scrive una lettera ai colleghi e li invita a fare la propria parte contro la nuova influenza A. "Siamo di fronte alla sempre maggiore diffusione della pandemia - esordisce - e il nostro compito fondamentale è quello di essere vicini ai cittadini assistendoli nel modo più compiuto e adeguato", sottolinea.
"Se da un lato ciò comporta la garanzia di cure alle persone affette da influenza - continua Milillo nella missiva indirizzata ai 27 mila iscritti Fimmg - un altrettanto importante e fondamentale compito è rappresentato dalla prevenzione della diffusione della malattia nelle fasce di popolazione più vulnerabili. Invito ciascuno di voi a farsi parte attiva per agevolare al massimo la vaccinazione delle persone a rischio e a sottoporsi alla vaccinazione contro l'influenza pandemica". Secondo Milillo, "questi mesi saranno un banco di prova importante per la nostra categoria che dovrà dimostrare ai cittadini quanto è effettivamente al loro fianco nel momento del bisogno.
La campagna vaccinale, programmata a partire dal 15 novembre, non è ancora a regime e in molte Asl si registra qualche difficoltà a decollare. In alcune regioni si è deciso di affidare la vaccinazione ai medici di medicina generale, in altre si è preferito assegnare questo compito a sedi distrettuali o aziendali. Non è importante chi somministra il vaccino contro l'influenza A - osserva il presidente - ma la realizzazione di una adeguata copertura vaccinale. Perciò è fondamentale che il messaggio alla popolazione sia il più chiaro ed omogeneo possibile". 09 novembre 2009 Oms, nel 2030 cancro prima causa di morte Nel 2030 il cancro sarà il primo killer nel mondo, con circa 12 milioni di vittime in tutto il pianeta di cui quasi 9 milioni solo nei Paesi poveri. A lanciare l'allarme è Ala Alwin, assistente del direttore generale dell'Organizzazione mondiale della sanità , intervenuto al terzo Congresso mondiale per il controllo del cancro (Iccc-3) che si è chiuso ieri a Cernobbio (Como). Un evento organizzato dalla Fondazione Irccs Istituto nazionale tumori (Int) di Milano, in collaborazione con l'Associazione canadese International Cancer Control. Nei Paesi in via di sviluppo - spiega Alwin - le morti per cancro passeranno da 5,5 milioni nel 2005 a 6,7 milioni nel 2015 e a 8,9 milioni nel 2030, mentre nei Paesi sviluppati i decessi oncologici saliranno dal 2005 al 2030 da 2,1 a 2,5 milioni.
Fra 20 anni i tumori saranno la prima causa di morte - prevede - seguiti da malattie ischemiche e infarto. E se nei Paesi in via di sviluppo aumenteranno i decessi legati a tutti i tipi di cancro, ma soprattutto ai tumori a polmoni, stomaco e fegato, nelle nazioni più ricche le proiezioni al 2030 evidenziano una mortalità sostanzialmente stabile nelle diverse patologie tumorali, ma con una crescita dei decessi per le neoplasie al colon e un calo significativo per quelle polmonari.
Questa sera (ieri ndr) a Varese, a Villa Andrea-Ville Ponti - riferisce una nota - è in programma una cena di gala per una selezionata delegazione dei 350 partecipanti all'Iccc-3, provenienti da 77 Paesi. A fare gli onori di casa Antonio Colombo, presidente della Fondazione Int, accompagnato dal direttore generale Gerolamo Corno. Con loro anche il sindaco di Varese Attilio Fontana, il direttore generale dell'assessorato lombardo alla Sanità Carlo Lucchina, e Marco Pierotti, direttore scientifico Int e presidente del congresso.
L'epidemiologo Franco Berrino, direttore del Dipartimento di medicina predittiva e per la prevenzione dell'Irccs milanese, ricorderà che proprio a Varese alla fine degli anni '70 prese il via il primo Registro tumori italiano. L'esperto evidenzierà l'importanza della registrazione per tutte le attività di controllo del cancro, compresa la valutazione dei processi di cura con studi di sopravvivenza e prevenzione primaria come quelli sul rapporto dieta-cancro. Secondo Berrino, è importante esportare l'esperienza dei Registri nei Paesi in via di sviluppo, con l'aiuto e l'attenzione delle Istituzioni internazionali e in primo luogo dell'Ue. Fazio: riforma Usa, una pezza su sistema fallimentare La riforma della sanità Usa che ha ottenuto il primo via libera della Camera statunitense "è solo una pezza che gli americani stanno cercando di mettere su un sistema fallimentare".
Ne è convinto il viceministro della Salute Ferruccio Fazio che, ieri a Cernobbio (Como) in occasione della quarta edizione del Forum di Meridiano sanità , ha commentato il primo via libera ottenuto dalla riforma sottolineando che questa "non è certo una soluzione definitiva e ottimale".
La sanità a stelle e strisce, prosegue, "in questi anni ha dimostrato il fallimento totale del sistema Bismark puro, basato sulle assicurazioni".
I numeri, ribadisce, "parlano chiaro: è noto che 40 milioni di cittadini Usa, di cui 10 milioni di bambini, sono senza copertura assicurativa".
Snami, giovedì parleremo di certificati online Si terrà giovedì prossimo, a Roma, un incontro 'tecnico-operativo' sui certificati malattia online tra il ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, e i medici di famiglia per meglio definire i comportamenti che gli operatori del settore dovranno adottare.
Lo rende noto Mauro Martini, presidente del Sindacato nazionale autonomo medici italiani (Snami), soddisfatto per le parole del ministro, al Forum di Meridiano Sanità in corso a Cernobbio (Como), dove ha affermato che l'invio dei certificati online per la Pubblica amministrazione e i privati entrerà in vigore dalla metà del prossimo anno.
Aveva sollevato infatti molte polemiche la richiesta di far partire i certificati elettronici entro metà novembre, con le proteste dei camici bianchi che avevano sottolineato la mancanza di strumenti a loro disposizione . "Non nascondiamo un certo orgoglio per questa risposta che deriva dell'ascolto delle nostre osservazioni di alcuni giorni fa - continua Martini - e ancor di più per l'attenzione del ministro alla nostra proposta di incontro tecnico-operativo. Abbiamo cercato di porre quesiti per dirimere dubbi ai medici, ma soprattutto - conclude - per una chiarezza di comportamento nei confronti dei cittadini". Trattativa del contratto spetta alle Regioni "E' davvero strano che il segretario nazionale Fp-Cgil Massimo Cozza chieda al Ministro Brunetta di occuparsi del contratto di lavoro dei medici. La Cgil dovrebbe infatti conoscere bene le norme e le procedure in materia, le quali prevedono che i responsabili di questo siano le Regioni, in particolare il Comitato di settore".
Lo afferma Vittorio Pezzuto, portavoce del ministro per la Pubblica amministrazione Renato Brunetta in una nota replicando alle dichiarazioni di Massimo Cozza, segretario nazionale Fp Cgil."Cozza dovrebbe anche ricordare che - continua il portavoce - fin dai primi giorni dell'anno il ministro Brunetta ha più volte sollecitato le Regioni e l'Aran alla conclusione delle trattative, ma inutilmente. Vale invece la pena di sottolineare come tutti i contratti dei comparti statali (quelli sì di competenza del ministro Brunetta) siano stati chiusi e pagati già dalla fine del 2008".
Infine, per quanto riguarda la reintroduzione dell'obbligo del giuramento per i dipendenti pubblici, "rammentiamo alla smemorata Cgil che era in vigore fino a 15 anni or sono e che comunque è molto diverso da quello di Ippocrate: la sua formula prevede infatti di essere fedele alla Repubblica, di osservarne lealmente la Costituzione e le leggi. Anche su questo la Cgil non è d'accordo?", conclude. Cgil, per i medici due giuramenti ma niente contratto "Da Ippocrate a Brunetta, per i medici pubblici due giuramenti ma nessun contratto" A dirlo è Massimo Cozza, segretario nazionale Fp Cgil che spiega come anche i camici bianchi del Servizio sanitario nazionale, così come tutti i dipendenti del pubblico impiego, al momento dell'assunzione dovranno prestare un giuramento di fedeltà alla Repubblica, come prevede il collegato alla Finanziaria 2010 in discussione questa settimana alla Camera.
E "chi non lo pronuncia non sarà assunto, e nessuna deroga potrà essere fatta nel contratto", aggiunge Cozza. Per i medici, ricorda il sindacalista,"è il secondo giuramento che segue quello di Ippocrate, formulato prima dell'inizio della professione con la dichiarazione di curare ogni paziente prescindendo da etnia, religione, nazionalità , condizione sociale e ideologia politica". Ma dopo due giuramenti per i medici pubblici "non c'è ancora nessun rinnovo contrattuale, nonostante quello vecchio relativo agli anni 2008 e 2009 sia scaduto da quasi due anni, e per il prossimo triennio nulla è previsto nella Finanziaria 2010, se non un caffè al giorno, solo feriale, da potersi pagare con la vacanza contrattuale", continua.
"Ma tra uno spot e l'altro perché il ministro Renato Brunetta non si occupa anche dei contratti e delle necessarie risorse ? A meno che non gli basti punire i medici 'fannulloni e macellai' lasciandoli anche senza caffè a leggersi la pergamena con il suo giuramento", conclude Cozza. 08 novembre 2009 Fp-Cgil, certificato elettronico è solo uno spot L'invio telematico del certificato di assenza per malattia all'Inps direttamente dal medico di famiglia o dalla struttura sanitaria "è una buona notizia. Peccato sia solo un altro spot del ministro Brunetta".
Lo affermano Massimo Cozza, segretario nazionale Fp Cgil Medici e di Nicola Preiti, coordinatore nazionale del sindacato per la medicina generale. Il certificato on line, previsto nel Dlgs 150, favorisce "milioni di lavoratori del privato che saranno così esentati da un impegno che prima competeva loro", dicono i sindacalisti sottolineando però che per il momento sembra solo un annuncio.
"In gran parte del Paese - spiegano - non ci sono ancora le condizioni per attuare questa lodevole iniziativa. Magari il ministro Renato Brunetta con la bacchetta magica riuscisse a tradurre in realtà questo proposito".
Per Cozza e Preiti "ancora una volta il ministro della Pubblica amministrazione prima di intraprendere iniziative molto apprezzate dall'opinione pubblica ma difficilmente realizzabili farebbe bene a incontrare prima chi dovrebbe attuarle invece di annunciarle, prevedendo punizioni esemplari, inderogabili dagli accordi contrattuali, per chi non le applica. Licenziare chi in modo reiterato non invierà i certificati dal 15 novembre, data di entrata in vigore del decreto, o togliere la convenzione al medico di famiglia 'infedele', pur privo della strumentazione necessaria, non è la soluzione". Fimmg, impossibile avviare ora certificazione online "Pensare di poter trasmettere certificati di malattia online a partire da metà novembre è pura fantasia". Lo afferma il vice segretario nazionale della Fimmg (Federazione italiana medici di medicina generale), Mauro Ucci. "Nei tempi imposti dal ministro Renato Brunetta - spiega in una nota - la trasmissione telematica dei certificati da parte dei medici di famiglia non è attuabile.
Bisogna ancora superare enormi ostacoli di tipo organizzativo e normativo, senza contare che esiste ancora un grande ritardo di alcune regioni dal punto di vista informatico", aggiunge. "La trasmissione telematica del certificato di malattia - prosegue Ucci - è oggetto di sperimentazione in due Regioni: Piemonte e Campania, a cui si aggiunge un'altra piccola sperimentazione nella Asl 11 di Empoli.
Lo stato dell'arte è ancora in alto mare per le difficoltà tecniche connesse ai vari sistemi informatici usati", inoltre "la commissione ministeriale composta dai vari soggetti coinvolti non ha ancora concluso i lavori né dettato le specifiche. Infine - conclude il vice segretario dei medici di famiglia Fimmg - ci tengo a ricordare che nulla sarà obbligatorio fino alla messa a disposizione di tutti gli strumenti da definire nella contrattazione fra le parti". Veronesi, i ricercatori comunichino con i clinici "La speranza dei malati di cancro oggi è che i risultati del laboratorio vengano trasferiti il più rapidamente possibile al letto del paziente e che i dati della cura vengano riportati immediatamente alla ricerca.
Questo avviene solo se la collaborazione fra i due ambienti è stretta e continua". Parola di Umberto Veronesi, direttore scientifico dell'Istituto europeo di oncologia di Milano, che nel suo intervento al Quirinale, durante la cerimonia per la Giornata della ricerca sul cancro, indica come "strada ormai obbligata", per riuscire "un giorno non troppo lontano" a sconfiggere i tumori, l'alleanza tra ricercatori e clinici, che "devono imparare a comunicare".
Per l'oncologo, "conoscere per guarire significa sforzarsi perché il dialogo e la collaborazione fra questi due mondi sia migliore. Il ricercatore deve imparare dal clinico e viceversa, per creare un circolo virtuoso di esperienze a favore del malato", sottolinea. Strategia nazionale contro il cancro Un piano nazionale "che possa massimizzare gli sforzi di tutti i soggetti coinvolti nella lotta a questa malattia, dalle istituzioni al volontariato". E' l'impegno annunciato dal ministro del Welfare Maurizio Sacconi, nel suo intervento alla cerimonia al Quirinale per la Giornata della ricerca sul cancro, promossa dall'Airc (Associazione italiana per la ricerca sul cancro) e dalla sua Fondazione. Sacconi ha ricordato che, nonostante gli straordinari progressi e successi ottenuti, i tumori sono destinati a diventare la prima causa di morte.
Questo richiederà un aumento degli sforzi e degli investimenti. "La lotta al cancro - ha affermato Sacconi, alla presenza del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano - è una delle priorità del Servizio sanitario nazionale, per l'elevata incidenza della malattia che con 170.000 decessi rappresenta la seconda causa di morte e per il suo pesante impatto sociale ed economico". Due, ha elencato il ministro, gli obiettivi strategici prioritari: "Ridurre la mortalità per cancro e garantire equità nell'accesso all'assistenza. Sentiamo pertanto il peso e la responsabilità di agire al meglio per garantire i livelli essenziali di assistenza e i servizi in tutte le aree geografiche del Paese", ha sottolineato. "Ogni cittadino deve avere, a prescindere dal luogo di residenza - prosegue - le migliori opportunità di diagnosi e cura che oggi offre la scienza e livelli assistenziali che garantiscano, oltre alle cure, idonei processi riabilitativi e di reinserimento sociale e lavorativo".
E "massima priorità " va data, ai malati di cancro, "per l'accesso alla diagnosi e alle terapie". I successi ottenuti sul fronte della ricerca, che si sono tradotti in farmaci intelligenti e sofisticati strumenti di diagnosi, rappresentano "svolte epocali che richiedono investimenti in risorse umane e tecnologiche altamente specialistiche".
Il ministro ha ricordato che "il Governo ha recentemente siglato con le Regioni un Patto per la salute, che assegna per i prossimi tre anni risorse aggiuntive per 8 miliardi di euro, che vanno considerati, nelle pur difficili condizioni della finanza pubblica, come un importante investimento sulla salute, sulla ricerca, sulle tecnologie con significative ricadute sul sistema produttivo correlato e sull'ammodernamento strutturale del nostro Paese" - ha concluso - con l'impegno per la messa a punto di un Piano globale nazionale contro il cancro. Ricerca, arrivano 1,6 miliardi per il Sud In arrivo fondi per la ricerca e l'innovazione nel Mezzogiorno d'Italia, pari a 1 miliardo e 600 milioni nell'ambito del Pon, il Programma operativo nazionale della ricerca e della competitività Lo ha annunciato venerdì il ministro dell'Istruzione, università e ricerca Mariastella Gelmini, parlando alla settima Giornata della Ricerca di Confindustria. Il ministro ha quindi sottolineato che all'interno del Pon, un programma mirato alle regioni della convergenza "cioè a quasi tutte le regioni del Sud", ci saranno per la prima volta risorse pari a 100 milioni di euro per le imprese del Nord, previste all'interno del più ampio Piano nazionale della ricerca.
Parlando alla platea di Confindustria, Gelmini ha quindi sottolineato il grande sforzo fatto per il Pnr "per prima volta dal Miur e da tutti i ministeri coinvolti, ma anche dagli enti territoriali e di ricerca e dalle imprese". Ha quindi evidenziato che l'obiettivo di aumentare i fondi per la ricerca è sicuramente prioritario, ma "l'obiettivo di arrivare al 2% del Pil di investimenti e ricerca è ancora troppo lontano".
Per il ministro, inoltre, gli investimenti in ricerca sono ancora "troppo frammentati e questa polverizzazione non ci aiuta ad avere un ruolo da protagonisti in Europa e soprattutto nel settimo e nell'ottavo programma quadro che portano centinaia di milioni alla ricerca europea, fondi ai quali - ha detto Gelmini - l'Italia deve accedere da protagonista". 05 novembre 2009 Intesa regioni-ministero su vaccinazioni influenza A "Abbiamo lavorato su un'intesa con il ministero del Welfare in relazione all'influenza A. Un'intesa che puntualizza e consente, attraverso una programmazione degli arrivi dei vaccini, di programmare in modo efficace anche il tema delle vaccinazioni".
Ad affermarlo, al termine della Conferenza delle Regioni, il presidente Vasco Errani in vista della Conferenza Stato-Regioni dove si svolgerà il confronto sull'influenza A con il viceministro della Salute Ferruccio Fazio.
Al termine della riunione dei governatori, che in vista dei lavori del pomeriggio hanno affrontato il tema, Errani ha spiegato che le Regioni sul tema della nuova influenza fanno riferimento "alle affermazioni scientifiche sulle caratteristiche di questo virus".
Secondo Errani con la nuova programmazione di distribuzione dei vaccini "si fanno passi avanti, ci saranno poi ulteriori livelli di programmazione man mano che si svilupperà la consegna" delle dosi. 04 novembre 2009 L'informazione del malato oncologico I loro diritti (61%), la dieta da seguire (29%), le strutture oncologiche a cui rivolgersi (9%). Sono i temi su cui i malati di cancro vogliono avere più informazioni, secondo un'indagine che ha coinvolto 3.888 persone (66% donne e 34% uomini), condotta dall'Associazione italiana malati di cancro (Aimac) con l'Istituto superiore di sanità (Iss), gli Irccs oncologici e i maggiori centri universitari e ospedalieri, per un progetto finanziato da 'Alleanza contro il cancro'.
I risultati sono stati presentati ieri a Roma in occasione del convegno nazionale 'Parlare con i malati di cancro'. Donna, laureata o diplomata, tra i 50 e i 70 anni: è questo l'identikit di chi si rivolge ai 25 punti informativi ospedalieri italiani, sportelli attivi dal 2006 dove i pazienti oncologici e i familiari possono richiedere consigli e approfondimenti sulla malattia. Il 35% degli intervistati giunge al punto informativo grazie alla diffusione interna di poster e depliant, il 7% con indicazioni da parte dei volontari, il 5% inviato da altri pazienti e il 4% da psicologi. Solo per il 3% il suggerimento arriva dai medici. "Questi dati - sottolinea Francesco De Lorenzo, presidente dell'Aimac - indicano che gli obiettivi strategici di questo progetto non sono ancora condivisi nella cultura ospedaliera italiana. Ed è tanto più significativo se si considera la superiorità numerica e il tempo a contatto con i malati da parte di medici e infermieri, rispetto a psicologi e volontari".
De Lorenzo sollecita "un maggior coinvolgimento dell'equipe oncologica nel percorso di orientamento: solo così si può garantire una migliore assistenza, di cui l'informazione è a tutti gli effetti parte integrante. Auspichiamo quindi che questi sportelli, dedicati al paziente e alla famiglia - conclude - vengano sempre più considerati come un'opportunità di crescita per le relazione e il benessere emotivo di tutti quanti si trovano a dover affrontare l'esperienza di un tumore".
"L'informazione - afferma Enrico Garaci, presidente dell'Iss - è una vera e propria medicina per i pazienti, tanto più in presenza delle indicazioni spesso contraddittorie con cui devono avere a che fare ogni giorno. Noi abbiamo intercettato questa esigenza e speriamo che serva anche a migliorare il rapporto con i medici". Federanziani, aumentano rischi di polmonite severa Ogni anno 6 mila italiani muoiono di polmonite, secondo i dati dell'Organizzazione mondiale della sanità . Ma la paura è che "proprio quest'anno, con l'aumento dei casi di influenza" dovuto alla pandemia da virus A/H1N1, "gli anziani verranno maggiormente colpiti dalla malattia". A lanciare l'allarme è Federanziani, in occasione della Giornata mondiale della polmonite che si è celebrata ieri.
L'associazione invita le Istituzioni a ricorrere alla vaccinazione anti-pneumococco "massicciamente", per scongiurare un'impennata di decessi. In Italia - ricorda Federanziani in una nota - secondo i dati delle schede di dimissione ospedaliera pubblicati sul sito del ministero della Salute, nel 2007 ci sono stati circa 120 mila ricoveri per polmonite. Ma a questo dato andrebbero aggiunti tutti i casi di polmonite per cui non è stato disposto il ricovero, di cui ad oggi non esiste alcuna stima nazionale. E quest'anno i timori legati all'infezione aumentano: "La polmonite, infatti - ricorda Roberto Messina, presidente di Federanziani - in molti casi insorge proprio come complicanza dell'influenza". Anche Fabrizio Pregliasco, virologo dell'università degli Studi di Milano, sottolinea come "tra tutti i casi di polmonite ben il 70% sia costituito da polmoniti secondarie, cioè da casi che insorgono come conseguenza di un'altra infezione". In particolare, "nell'ambito delle polmoniti secondarie nel 95% dei casi il responsabile dell'infezione primaria è un batterio: lo pneumococco". "Contro la polmonite da pneumococco - continua Messina - le armi a disposizione sono due: il vaccino e la terapia antibiotica mirata.
Il primo si deve fare prima di contrarre la malattia, agli antibiotici si ricorre invece dopo essersi ammalati, con l'inconveniente però che in una percentuale del 15-20% dei casi non si guarisce perché si è sviluppata una resistenza all'antibiotico somministrato", avverte il presidente di Federanziani. Pertanto, invita l'associazione, è importante ricordare le linee guida dell'Oms secondo cui è fondamentale disporre di vaccini per la prevenzione della polmonite, che siano più efficaci delle alternative terapeutiche attualmente disponibili. Anche i Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) americani hanno segnalato che, tra maggio e agosto di quest'anno, lo pneumococco è stato il batterio più riscontrato nei casi di decessi da infezione batterica subentrata all'influenza A.
E qualcosa di analogo si è verificato nella pandemia Spagnola degli anni 1918-19, ricorda Federanziani: lo pneumococco è risultato il batterio responsabile del maggior numero di polmoniti determinanti i decessi. In conclusione, dunque, "occorre che i decisori politici prendano atto di tutto ciò e utilizzino la vaccinazione preventiva massicciamente per porre fine a questa 'mietitura' di vite". Cittadinanzaattiva, no a disparità sul vaccino Parità di accesso ai vaccini anti-influenza A/H1N1. A invocarla è Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato che segnala come in queste ore si stiano effettivamente verificando "disparità di trattamento fra le Regioni" nella distribuzione delle dosi.
"In Lombardia - riepiloga l'associazione in una nota - sono arrivate 320.547 dosi, nel Lazio 183.922, in Campania 192.723 (pur essendo la regione più colpita d'Italia dal virus con un'incidenza del 12,37 per mille abitanti), in Piemonte 186.790 dosi consegnate a fronte di 100 mila attese, nelle Marche 1.400 a fronte di 46 mila attese".
In vista della Conferenza Stato-Regioni convocata per domani sull'emergenza dell'influenza A, Cittadinanzattiva lancia un appello: "Sia garantito tempestivamente e su tutto il territorio nazionale l'accesso al vaccino". E' importante che il ministero del Welfare, ribadisce Teresa Petrangolini, segretario generale di Cittadinanzattiva, "si faccia garante di una giusta informazione ai cittadini sui reali rischi dell'influenza, l'opportunità di vaccinarsi, nonché sull'organizzazione delle campagne vaccinali nei territori regionali".
E per evitare l'intasamento dei Pronto soccorso e l'affollamento degli studi dei medici di famiglia e dei pediatri, conclude Petrangolini, "tutti i servizi di assistenza territoriale, compresi ambulatori e poliambulatori" dovrebbero essere "coinvolti nella gestione dell'influenza A". Smi, bene cambiamento di Sacconi su rottamazione "E' stato un passo avanti, il ministro del Welfare Maurizio Sacconi ha rassicurato la categoria sulla necessità di approfondire i problemi posti dai medici e dai veterinari del Servizio sanitario nazionale. Importante è stata l'apertura su due questioni: la legge sul governo clinico e la netta inversione di rotta sulla cosiddetta rottamazione dei dirigenti del nostro Ssn".
Questo il commento di Francesco Medici, vice presidente di Fvm (Federazione veterinari e medici - Sivemp e Smi), sull'incontro di ieri mattina tra i sindacati e i rappresentanti dei ministeri del Welfare e della Pubblica amministrazione. Per il dirigente sindacale "siamo ad una svolta dopo mesi di dure contrapposizioni". "L'unità della categoria ha riportato il confronto su un giusto binario - spiega in una nota il vice presidente di Fvm - Nei giorni scorsi, in commissione Affari sociali alla Camera dei Deputati, sono stati approvati due emendamenti sull'indennità di esclusiva e sulla cosiddetta rottamazione prevista dalla legge Brunetta che hanno recepito le richieste della dirigenza medica veterinaria del Ssn".
"Oggi (ieri ndr) il ministro - prosegue Medici - ha partecipato al primo dei tavoli di confronto sulla 'Vertenza salute' lanciata dall'intersindacale con chiari segnali di apertura. Innanzitutto, c'è l'impegno politico affinché si velocizzi il percorso di approvazione della legge sul governo clinico. Ma anche l'assicurazione di un protocollo sul pensionamento dei dirigenti della nostra sanità pubblica, da condividere con la Conferenza Stato-Regioni, per un percorso di corretta interpretazione della legge Brunetta (e della successiva circolare ministeriale) che limiti la discrezionalità da parte delle Asl ai soli casi di esuberi di personale, evitando così un processo indiscriminato di rottamazione. Siamo moderatamente soddisfatti - conclude il sindacalista - ma ora attendiamo i fatti". 03 novembre 2009 Fini, politica non decida su vita e morte "Talvolta la politica è sorprendente. Non si interroga ad esempio abbastanza sul come frenare le morti sulla strada o le morti bianche nei luoghi di lavoro, poi però pretende di avocare a sé il diritto tremendo e assoluto di decidere della vita e della morte delle persone in stato vegetativo irreversibile, laddove sarebbe più giusto affidarsi alla volontà dell'essere umano che vi è direttamente coinvolto".
Lo scrive Gianfranco Fini nel suo libro-lettera ai ragazzi nati nel 1989, 'Il futuro della libertà . "Il caso di Eluana Englaro - continua il presidente della Camera - ci ha dimostrato in modo eclatante che la politica italiana tende ancora a presentarsi, nei momenti di più aspro confronto, non secondo le linee contemporanee del 'fare', ma secondo le linee novecentesche dell"essere', vale a dire le linee in definitiva rassicuranti, ma immobili, dell"identità '.
Non cerca di essere giudicata per ciò che realizza, ma per ciò che rappresenta. E che cosa c'è di più potente, di più evocativo, di più immaginifico, di più mobilitante e allo stesso tempo di più fuorviante che proporsi come il 'partito della vita' contro il 'partito della morte'?", aggiunge. "Se la politica obbedisce a queste vecchie sollecitazioni - si chiede ancora Fini - è allora credibile quando poi si propone come costruttrice di futuro? Può la società trarre dalle tante parole neoideologiche, similideologiche o paraideologiche che arrivano all'opinione pubblica un motivo di speranza e di fiducia? Mi pare piuttosto difficile", rimarca. SIDIP, stop ad allarmi su donne incinte Fermare il panico da influenza A fra le italiane in attesa di un bebè. "Hanno paura di ammalarsi e di perdere il loro bambino. Le preoccupazioni generano ansia, che fa male alla donna stessa e al feto più di quanto possa recare danno la nuova influenza.
Basta con gli allarmismi ingiustificati". Lo afferma Claudio Giorlandino, ginecologo, presidente della Sidip (Società italiana di diagnosi prenatale e medicina materno fetale). "I ginecologi che si occupano di ostetricia e di medicina materno-fetale ricevono continuamente gestanti terrorizzate dalla paura della influenza A che si sta diffondendo. Ci sono gestanti con un semplice raffreddore che ci chiamano più volte al giorno - afferma Giorlandino - in preda a paure ingiustificate".
"Non si fa altro che rassicurare, calmare e cercare di gettare acqua sul fuoco. Molte hanno crisi di ansia. Hanno paura dell'influenza, ma anche del vaccino. Rimangono attaccate al televisore e a Internet per essere aggiornate su eventuali indicazioni provenienti dal ministero della Salute. Ma guardare dieci telegiornali al giorno non fa altro che moltiplicare la paura, soprattutto nella donna incinta che è più soggetta a cambiamenti di umore, è più sensibile, impressionabile".
Secondo Giorlandino, "quando una donna in stato interessante prova paura, è sotto stress e il corpo produce una quantità di ormoni che possono attraversare la placenta e raggiungere il bambino tramite la circolazione del sangue". Insomma, lo stress fa male. "Esistono casi in cui una forte ansia in una donna in gravidanza può comportare la nascita di un figlio con problemi di insonnia, intolleranze alimentari o altri tipi di manifestazioni collegate al fenomeno dello stress". Fazio, H1N1 20 volte meno mortale di virus stagionale L'influenza A è un'influenza pandemica. Preoccupa come ogni epidemia, ma non deve allarmare anche perché "abbiamo una mortalità bassissima, pari a un ventesimo rispetto all'influenza stagionale".
Lo afferma il viceministro alla Salute Ferruccio Fazio, intervistato da Maurizio Belpietro nella rubrica 'La telefonata' durante la trasmissione 'Mattino 5'. "I morti ci sono - dice Fazio - ci sono da noi, ma molto di più in altri Paesi", ribadisce. Mentre l'Italia conta oggi 18 decessi (compreso l'ultimo registrato a Salerno), di cui 9 in Campania, "i morti sono 44 in Francia, 137 in Inghilterra e 63 in Spagna", elenca.
Purtroppo a volte muoiono "donne incinte e bambini. Questo è sicuramente preoccupante - ammette il viceministro - Anche se l'Italia ha avuto meno decessi rispetto agli altri Paesi", e anche se la mortalità legata al virus H1N1 è inferiore a quella della classica influenza invernale, si tratta pur sempre di un'influenza pandemica, sottolinea. "E' inutile 'inseguire' decesso dopo decesso", aggiunge Fazio.
E soprattutto "non andiamo a intasare gli ospedali, se no finisce che tutto va peggio", ribadisce rilanciando l'appello a rivolgersi in prima battuta ai medici di famiglia. L'influenza A, conferma ancora il viceministro, "normalmente non dà sintomi importanti. Li dà in una ristretta percentuale di pazienti: le categorie a rischio che vanno vaccinate", bimbi malati compresi. Le forme gravi in persone senza malattie pregresse, ricorda, sono da imputare a "una reazione immunitaria eccessiva".
Questa provoca "una scarica di citochine", sostanze infiammatorie responsabili di "una polmonite interstiziale che può essere grave". Quanto ai bambini, precisa Fazio, si ammalano di più perché vivono in comunità e non hanno difese specifiche, ma "non sono più a rischio" di complicanze. Non è detto, insomma, che se si ammalano lo facciano in modo per forza grave. Igienisti, il virus si batte anche con la comunicazione Bisogna "correggere subito la strategia di comunicazione per la pandemia influenzale, coinvolgendo attivamente le Regioni e le singole Aziende Usl che stanno gestendo con tempi e modalità diverse le campagne vaccinali".
E' l'opinione degli igienisti della Società italiana di igiene, medicina preventiva e sanità pubblica (Siti), secondo cui in questo momento "la popolazione non è interessata ai dati epidemiologici, ma alle modalità di somministrazione dei vaccini nella propria città , a conoscere i rischi e se sia prudente o meno mandare a scuola i propri figli". Piedi per terra, dunque, e molto buon senso e raziocino poiché, sottolinea la Siti, "nella corretta gestione di una epidemia come questa bisogna prestare grande attenzione all'aspetto mediatico, al fine di evitare reazioni ingiustificate di panico come sta avvenendo in questi giorni.
Vanno bene i comunicati del ministero - prosegue la Società scientifica - anche se forse la cadenza quotidiana è esagerata, ma ci vogliono anche quelli degli assessorati regionali alla sanità e quelli dei Dipartimenti di prevenzione delle singole Asl, che devono essere responsabilizzati a dare alla popolazione tutte le informazioni necessarie". In questo momento "la vera emergenza pandemica riguarda la contraddittorietà delle informazioni - concludono gli esperti - e la differente tempistica regionale". FIMMG, l'influenza A porta 3 milioni di visite al giorno Sono 3 milioni gli italiani che vengono visitati ogni giorno in studio o a casa dai propri medici di famiglia. E 3 milioni sono anche le telefonate che ogni giorno arrivano agli studi dei medici, in tempo di pandemia In netto aumento rispetto alla media, proprio a causa della pandemia influenzale. E' quanto emerge da un sondaggio online condotto dalla Fimmg (Federazione italiana medici di medicina generale) su un campione di 1.000 'camici bianchi' di famiglia.
Il sondaggio evidenzia un aumento del 40% dei consulti telefonici, un aumento del 30% delle visite in studio e un altro +30% delle visite a domicilio. "E' la fotografia dell'impegno di tutta la medicina generale italiana - dichiara Giacomo Milillo, segretario nazionale della Fimmg - per far fronte a questa emergenza sanitaria.
E non parlo solo dei medici di famiglia - continua Milillo - ma anche dei medici di continuità assistenziale (i medici di guardia medica) e dei giovani medici che stanno frequentando il corso di formazione per diventare medici di famiglia, che - conclude - si sono resi disponibili a intervenire a supporto della medicina generale". if (typeof(window.attachCsiOnload) != 'undefined' && window.attachCsiOnload != null) { window.attachCsiOnload('ext_blogspot'); }
Pagina pubblicata il 30 novembre 2009