Nuovo metodo italiano per valutare la cirrosi
Mano a mano che la cirrosi epatica diventa più grave, la permeabilità dell'intestino aumenta. E lo fa in maniera misurabile. Lo ha dimostrato un gruppo di ricercatori del Dipartimento di medicina interna e dell'Istituto di medicina nucleare dell'università Cattolica-Policlinico Gemelli di Roma, coordinato da Antonio Gasbarrini, docente di terapia medica. La scoperta rappresenta un importante passo in avanti per diminuire la mortalità dei pazienti nelle condizioni più gravi e avanzate della malattia. Nel fegato di un paziente cirrotico - spiega una nota dell'università - si formano strutture simili a cicatrici che hanno l'effetto di rendere più difficoltosa la circolazione del sangue e dunque aumentare la pressione venosa della vena porta, che arriva direttamente dai capillari dall'intestino. Dall'intestino, che è lungo più di sei metri e ha una superficie ampia, perché a causa della sua funzione è frastagliato e pieno di rughe, si dipartono infatti moltissimi capillari. Ed è proprio a livello dei capillari che, a causa dell'aumento della pressione, aumenta la permeabilità che provoca il passaggio nel sangue di frammenti della flora batterica presente nell'intestino. Fenomeno chiamato 'traslocazione batterica'."I batteri intestinali - sottolinea Gasbarrini - hanno una funzione molto importante perché addestrano il nostro sistema immunitario e facilitano il processo metabolico. Ma sono batteri molto speciali: più del 70% di essi non si possono coltivare fuori da quell'ambiente molto estremo. Ed è proprio per questo che è fondamentale poter misurare il livello di permeabilità intestinale, un'alterazione che causa traslocazione batterica ed è associata al peggioramento della cirrosi epatica". I ricercatori sono riusciti a misurare la permeabilità grazie alla medicina molecolare. Ai pazienti sono state somministrate per bocca compresse di una molecola, l'EDTA, marcata con cromo-51. Per dimensioni, questa molecola non dovrebbe attraversare la parete intestinale, ma se la permeabilità è aumentata, anche questa molecola riesce a penetrare nell'organismo e finisce nelle urine".
Pagina pubblicata il 03 dicembre 2009