Pochi ricoverati si sentono "al centro" delle cure
L'ospedale non è ancora a misura di paziente. Solo l'8,6% degli italiani, infatti, si sente davvero come fulcro delle attività dei sanitari.Il 40% ha questa sensazione solo alcune volte, il 19,2% "appena un po'", il 31,4% mai. L'indice è puntato, nella maggior parte dei casi, sulla qualità dei rapporti umani e sugli atteggiamenti degli operatori. E' il quadro che emerge dal settimo Rapporto annuale dell'Associazione italiana ospedalità privata (Aiop), "Ospedali e Salute 2009", messo a punto dalla società Ermeneia e presentato ieri mattina a Roma. Secondo il campione, rappresentativo della popolazione italiana, il paziente non si sente 'protagonista' in corsia soprattutto - per il 65-70% del campione - a causa di una "non adeguata passione professionale del personale", "della sensazione di dar fastidio agli operatori" e dell'organizzazione. Il 60-70% del campione, invece, dà la colpa alla scarsa umanizzazione, alla difficoltà di avere informazioni, al disorientamento rispetto alla complessità dell'ospedale, alle procedure del dopo ricovero. Per una percentuale di pazienti, infine, che va dal 45% al 56% conta anche l'ospitalità: la tenuta della stanza, la scelta del menu, l'insicurezza sulle proprie cose personali, gli orari di visita. Gli italiani concordano, infine, sulla necessità di lavorare per migliorare il rapporto tra ospedale e territorio.
Quasi l'80% sarebbe favorevole a 'pacchetti di accompagnamento' del paziente all'uscita dell'ospedale, al 75% piacerebbe uno sportello unico nelle strutture di medicina territoriale per seguire il post-ricovero, e il 72% gradirebbe un più intenso legame tra medico di famiglia e ospedale.
Pagina pubblicata il 02 dicembre 2009