Aborto: la 194 non si tocca, per la Consulta è costituzionale
La legge sull'aborto non si tocca, lo ha deciso la Corte costituzionale che si è pronunciata in merito ad un ricorso depositato da un giudice tutelare di Spoleto che ha rifiutato ad una minore l'autorizzazione.
Il giudice aveva sollevato la questione contestando la legittimità della legge 194 perché ritenuta in contrasto con una sentenza della Corte di Giustizia Ue.
E' manifestamente inammissibile. Così il pronunciamento della Corte in merito alla legittimità costituzionale dell'articolo 4 della legge 194/78 che regola in Italia l'interruzione di gravidanza.
La vicenda è nata quando una minore di Spoleto aveva chiesto di attivare la procedura per l'aborto senza che i genitori ne fossero informati. Circostanza quotidiana in cui le ragazze minorenni hanno diritto di ricorrere al giudice tutelare che, normalmente, autorizza.
La ragazza ha poi informato i genitori che hanno acconsentito.
Il giudice di Spoleto invece, e sarebbe utile indagare su eventuali diversi motivi, ha ritenuto che la norma che consentiva la procedura violasse gli articoli 2 e 32 della Costituzione, perché in contrasto con una sentenza della Corte di Giustizia europea in materia di embrione umano.
Non c'è stata nemmeno un'udienza pubblica, i giudici di Cassazione si sono riuniti ed hanno deciso.
Grande sollievo e soddisfazione da parte di molte associazioni femminili e del mondo politico. "L'impianto della legge 194 è inattaccabile", ha commentato Livia Turco del Pd. Sulla stessa lunghezza d'onda anche Paola Concia (PD), Oliviero Diliberto (Pdci) e Nichi Vendola (Sel).
"La Consulta si è pronunciata nell'unico modo possibile", ha spiegato Lisa Canitano presidente dell'Associazione Vita di Donna.
"L'embrione fino a 90 giorni è di proprietà assoluta della madre - aggiunge la ginecologa - che decide se mantenerlo dentro di sé o di eseguire un'interruzione di gravidanza, che piaccia o no. Le donne, esposte per la loro natura alla maternità, e quindi alla riproduzione della specie, hanno il diritto di rifiutarsi fino a 90 giorni, e questo è un segno di civiltà. L'aborto è sempre esistito, si combatte con la contraccezione e con l'istruzione, non creando sacche di clandestinità che uccidono le donne e le portano alla disperazione".
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