Aborto, le donne proteggono le donne dagli obiettori di coscienza
I dati sull'obiezione di coscienza sono impressionanti,70%, 80%, 90%. Oggi leggiamo la Relazione 2012 sulla legge 194 invita ai presidenti di Camera e Senato dal ministro Balduzzi. La situazione impressionante del Sud.
Nemmeno nel 1978, primo anno della legge che arrivò dopo anni di donne morte per aborto, c'erano tante obiezioni.
L'interruzione della gravidanza dopo quasi quarant'anni dalla legge viene ancora considerata un'attività per pasionarie e per volontari, ben lontana dai quotidiani doveri di un medico.
I medici e il resto del personale, pur obiettore, però, raccomanda le proprie pazienti e amiche ai medici che applicano la legge, accompagna le proprie parenti e le proprie figlie fino alla porta della sala operatoria.
Cerca aiuto dall'aborto legale, gratuito e sicuro, quando ha bisogno di collaborazione. Scuote la testa, accusando chissà quale impotenza, di fronte a gravi malformazioni, ma poi aiuta con il numero di telefono della clinica all'estero.
A volte telefona personalmente alla collega tanto disponibile (donne, la maggior parte donne, quelle che si occupano di aborto) quando il sacco è rotto da tempo al quarto mese e pura pietà impone l'interruzione della gravidanza, anche se disperatamente voluta.
Si affida alle colleghe buone e coraggiose (anche se a volte un po' stressate) per la protezione di queste donne delle quali capiscono le ragioni (una malattia, altri figli, altri progetti, la mancanza di un partner, o una malformazione grave, una malattia cromosomica, e ancora).
Ne capiscono le ragioni, hanno voglia di aiutarle, magari fanno anche la diagnosi prenatale.. sono magari perfino d'accordo con la legge. Non al punto da entrare nel merito, però, per carità.
La legge c'è, mia moglie ha fatto l'amniocentesi (e chissà cosa avreste fatto senza i medici della 194, se andava male) ma io non ne voglio sapere. Guarda, ho anche votato no all'abrogazione dell'aborto, al referendum, ma io non me la sento proprio.
E così spesso lunghe attese, cercare l'intervento, avere paura di non farcela. Essere affidate a medici "volontari", spesso senza contratto, che si inventano questi servizi nell'indifferenza generale.
"Quelli della 194"
Ma non ricorda, questo personale sanitario, che anche noi avevamo donne che morivano per abortire, e non sa che per noi è un orgoglio aver pulito questo paese dalla morte per aborto.
Anche perché nel mondo muoiono ogni anno 47.000 donne per aborti eseguiti in condizioni sanitarie non ottimali, e proprio nei paesi in cui l'aborto è vietato.
Queste donne sono il 13% di tutte le donne che muoiono per motivi legati alla gravidanza. Si abortisce di più in Africa e in America Latina, dove è vietato, che in Europa, dove è permesso.
Per il corpo delle donne passa la riproduzione, con tutto il suo carico di rischio fisico, ed esse vanno sostenute e protette, sia quando non la desiderano che quando la desiderano.
Noialtri vecchi applicatori della Legge vediamo con paura i tagli alla sanità pubblica, che garantisce i diritti dei cittadini e delle cittadine senza fare i conti alla fine della fiera (anche se non è del tutto vero).
Vediamo con speranza invece arrivare nuove colleghe giovani, che arrivano, arrivano, con buona pace di chi vorrebbe morti noi e morta la legge, pronte a stare al fianco delle donne nel loro diritto a una sessualità libera (contraccezione!) e a una gravidanza sicura, sia che si abortisca che si partorisca (possibilmente senza troppi tagli cesarei).
E allora possono essere migliaia e migliaia gli obiettori, migliaia le giornate contro le leggi sull'aborto. Finché anche una sola donna si alzerà ad aiutare le sue sorelle, come la nave olandese che in questo momento è in Marocco, o come le ginecologhe giovani che arrivano negli ospedali e cominciano a lavorare, le donne avranno speranza di non morire perché qualcuno non ha messo il preservativo prima di cominciare.
Per quelle per cui è solo una speranza e per quelle per cui è una certezza.
Lisa Canitano
Per approfondire:
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Aborto. Interruzione di gravidanza. Come e dove. Il test?
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10 ottobre 2012