Cancro causato dal cellulare, per la Cassazione è possibile e dà torto all'Inail
La Sezione Lavoro della Cassazione gli ha dato ragione, l'uso continuo del cellulare per motivi professionali è stata la causa dei suoi problemi di salute. Il suo tumore benigno al trigemino è una malattia professionale e l'Inail, a cui è stato respinto il ricorso, dovrà corrispondere un'invalidità all'80%.
Per Innocente Marcolini, 60 anni di Carpenedolo, ex dirigente d'azienda, non si tratta di una vittoria ma di una questione di principio che si basa sul rispetto delle norme e sull'importanza di far conoscere i danni che le onde elettromagnetiche possono procurare.
Per lui è importante che passi l'informazione, quella necessaria a far si che le persone usino il cellulare seguendo regole e precauzioni in modo da evitare danni alla salute.
Marcolini sottolinea che la sua non è una battaglia personale, "volevo solo che venisse riconosciuto il legame che c'era tra la mia malattia e l'uso del cellulare e del cordless", dice al Corriere della Sera.
E' stato per 12 anni direttore finanziario e del personale di una multinazionale. Un lavoro che lo teneva sempre al telefono, continue telefonate con il cellulare per 5 o 6 ore al giorno senza auricolare.
Una mattina del 2002 si è svegliato con un formicolio al mento. Dopo una risonanza magnetica, la diagnosi: neurinoma del ganglio di Gasser, un tumore benigno al nervo trigemino sinistro.
Marcolini ha voluto vederci chiaro, si è informato, ha cercato su internet e alla fine è giunto alla convinzione che la sua malattia aveva origine proprio dall'uso del telefono, strumento indispensabile del suo lavoro.
Un altro suo collega di lavoro, anche lui con un cellulare sempre all'orecchio, viene colpito dalla stessa malattia.
Così, con la tenacia di Marcolini e l'aiuto dei professori Giuseppe Grasso, neurochirurgo di Brescia e il professor Angelo Gino Levis, oncologo e ordinario di Mutagenesi Ambientale all'Università di Padova, arriviamo ai nostri giorni con la sentenza della Cassazione.
Una sentenza che conferma quella del 2009 emessa dalla Corte d'appello di Brescia.
"Nel caso di malattia professionale non tabellata - spiega la Cassazione - la prova della causa di lavoro, che grava sul lavoratore, deve essere valutata in termini di ragionevole certezza, nel senso che, esclusa la rilevanza della mera possibilità dell'origine professionale, questa può invece essere ravvisata in presenza di un rilevante grado di probabilità".
Sui rischi di tumore al cervello legati all'uso di cordless e cellulari, alcune recenti ricerche hanno lanciato un grido dall'arme.
A Torino il procuratore Raffaele Guariniello ha aperto un'inchiesta e disposto le perizie necessarie sul caso di un autotrasportatore di 45 anni che per 20 anni ha usato il cellulare per sette ore al giorno.
In questo caso, all'uomo è stato diagnosticato un tumore al cervello, il glioblastoma. Un tipo di tumore individuato nel 2011 dalla Iarc, l'Agenzia internazionale per la ricerca contro i tumori, come possibile conseguenza dei campi elettromagnetici di radiofrequenza.
Per approfondire:
Tumore al cervello dopo 7 ore al giorno per 20 anni di cellulare, Guariniello indaga
Cellulari, cordless e tumori al cervello: nuovo allarme sui rischi
19 ottobre 2012