Ragazza in coma si sveglia ad un passo dall'espianto di organi
Carina Melchior è una ragazza danese di venti anni, in coma dopo un incidente stradale, che si è svegliata quando stava per essere avviata la procedura dell'espianto di organi.
Certo, raccontata così la storia mette i brividi e chissà quante polemiche è in grado di accendere, ma i contorni potrebbero essere un po' diversi.
Il quotidiano britannico Daily Mail, riporta di un documentario dal titolo "La ragazza che non voleva morire". Un incidente d'auto gravissimo, il corpo della ragazza estratto dalle lamiere, poche speranze di sopravvivenza.
Dopo tre giorni l'attività cerebrale rallenta, i sanitari prevedono il peggio. Così parlano con la famiglia per descrivere le condizioni disperate della ragazza, spiegando la possibilità di una morte cerebrale, ma senza dichiararla.
Mentre i medici preparavano la famiglia sulla possibilità di una donazione di organi, Carina si è svegliata ed ha sorriso. Sorpresa generale, certamente. Gioia comprensibile da parte dei genitori che erano già nelle condizioni d'animo di dover accettare una realtà ben diversa e dolorosa.
Ma poi subentra la rabbia verso i medici e i genitori querelano l'ospedale. Ora i giudici dovranno stabilire se il caso di Carina debba essere definito come errore medico o cattiva comunicazione.
Per i sanitari dell'Aarhus Hospital, dove la ragazza era ricoverata, si è trattato di una cattiva comunicazione che ha generato un malinteso da parte dei famigliari. Un malinteso comprensibile da parte di chi si trova a vivere un dolore e, al tempo stesso, una probabile pressione psicologica esagerata e anche inadeguata.
Lo staff ospedaliero ha spiegato che quella in atto era solo una preparazione dei familiari all'eventualità di una morte encefalica e, quindi, della possibilità di prendere in considerazione una donazione.
La legge è piuttosto chiara e non permette scorciatoie per quanto riguarda le modalità di dichiarazione di morte cerebrale: assenza di attività elettrica nel cervello e di reazioni agli stimoli dolorosi, inoltre, è necessario lo stato d'incoscienza e la mancanza del respiro spontaneo.
Con queste condizioni cliniche è possibile dichiarare la morte encefalica e da questo momento devono trascorrere sei ore di osservazione. Questo conclude l'iter per l'espianto.
I medici potrebbero aver semplicemente peccato di eccesso di zelo nell'aver precocemente paventato l'eventualità dolorosa ai genitori. Poi, fortunatamente Carina si è svegliata proprio quando tutti erano preparati al peggio. Un dolore e una preoccupazione quindi senza senso.
I genitori della ragazza infatti sono furiosi e vogliono vederci chiaro perché i loro sospetto è che lo staff dell'ospedale fosse alla ricerca di un donatore a tutti i costi. Questa spasmodica ricerca avrebbe indotto i medici ad abbreviare i tempi e gli accertamenti previsti dalla legge.
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22 ottobre 2012