Trapiantato a Parigi il primo cuore artificiale autonomo
Primo trapianto al mondo di un cuore artificiale autonomo. L'intervento è stato eseguito il 18 dicembre scorso presso l'Ospedale George Pompidou di Parigi. Conclusosi con successo, si attende la prima valutazione del decorso post-operatorio tra un mese.
Erano anni che la ricerca cercava di mettere a punto quella che si potrebbe definire la speranza di tutti i cardiopatici. L'operazione è senza precedenti, a distanza di 48 ore dall'intervento il paziente è in buone condizioni di salute.
Quello trapiantato sul paziente affetto da insufficienza cardiaca allo stato terminale è un cuore artificiale del peso di 900 grammi, prodotto dalla francese Carmat. Per il momento ha un costo non proprio abbordabile che varia dai 140 mila ai 180 mila euro.
Non è una banale pompa meccanica ma una bioprotesi impiantabile. E' sensibile alle diverse condizioni di utilizzo, cioè si adatta allo sforzo richiesto e, spiegano dalla società produttrice, dovrebbe essere in grado di restituire al paziente la propria autonomia.
Il cuore artificiale, infatti, riproduce le funzioni di un cuore umano. E' composto da quattro valvole e da due ventricoli cardiaci, è solido ed ha ''una funzionalità e una durata esemplari'', ha spiegato uno degli esponenti della società, Philippe Pouletty.
In sintesi, il cuore artificiale è in grado di comportarsi come quello umano. Due ventricoli mobilitano il sangue proprio come il muscolo cardiaco e, inoltre, è dotato di ricettori che fanno accelerare i battiti, li rallentano, aumentano o diminuiscono il flusso del sangue.
Marcello Conviti, direttore generale di Carmat, nel commentare il primo trapianto ha spiegato che per il momento è "chiaramente prematuro trarne delle conclusioni perché si tratta di un prima operazione, con un decorso post-chirurgico ancora molto breve''. Infatti la prima valutazione sarà fatta un mese dopo l'intervento.
Per i vertici della Carmat il cuore artificiale potrebbe salvare la vita di migliaia di pazienti cardiopatici. L'intervento è privo dei rischi legati al rigetto e il trapianto della bioprotesi potrebbe restituire una qualità della vita inaspettata.
Tuttavia è ancora presto per cantar vittoria, il successo di questa prima fase non è ancora sicuro.
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21 dicembre 2103