Menopausa, studio Usa: i cosmetici l'anticipano
La menopausa arriverebbe con un anticipo di 15 anni facendo molto uso di cosmetici, ma anche a causa di imballaggi realizzati con materiali plastici spesso usati per gli alimenti o prodotti per la casa.
A riferirlo è una recente ricerca condotta dagli studiosi statunitensi della Washington University di St Louis.
La responsabilità sarebbe degli ftalati, una famiglia di composti chimici utilizzati nella produzione di materiali plastici con il fine di conferire maggiore flessibilità.
Secondo alcuni studi, ma la materia è controversa, gli ftalati sarebbero in grado di generare degli effetti simili a quelli degli ormoni estrogeni. Potrebbero essere la causa di una femminilizzazione dei neonati maschi e, sempre nei maschi, disturbale lo sviluppo dei genitali.
Gli studiosi hanno presentato i dati della loro ricerca nel corso della conferenza della Società americana di medicina riproduttiva, svoltasi a San Diego.
Il lavoro, coordinato da Natalia Grindler, ha misurato i livelli di ftalati, sia nel sangue che nelle urine, presenti in 5.700 donne.
Il dato riferisce che a concentrazioni maggiori di ftalati le donne entravano in menopausa mediamente due anni e mezzo prima della altre che hanno fatto riscontrare una minore presenza di questi composti chimici.
La ricerca ha quindi rilevato che fissando a 51 anni l'età media dell'entrata in menopausa, di fronte ad un'alta concentrazione di ftalati il termine della fertilità sopraggiunge a circa 49 anni.
Gli studiosi sottolineano inoltre che tra queste donne alcune hanno visto anticipare la menopausa addirittura di 15 anni, quindi intorno ai 35 anni.
Secondo altri studi eseguiti su topi da laboratorio, l'esposizione elevata a questi composti chimici ha provocato nei roditori danni ai polmoni, al fegato, ai reni, oltre a procurare dei disturbi a carico dei testicoli.
Grindler, pur sottolineando che si tratta di una ricerca preliminare e quindi non esaustiva e "che c'è ancora molto da capire", è "assolutamente convinta che gli ftalati causano danni alla funzione ovarica e al sistema riproduttivo".
Di fronte all'allarme lanciato dai ricercatori statunitensi l'Unipro , l'Associazione Italiana delle imprese cosmetiche, ha spiegato per rassicurare i consumatori che "Gli ftalati rappresentano una categoria molto ampia di sostanze chimiche con caratteristiche e proprietà diverse; per alcune di queste si sono dimostrati degli effetti tossici a livello riproduttivo, quando impiegati a dosi molte alte. Gli ftalati con queste caratteristiche negative sono vietati nei cosmetici e quindi non sono presenti in alcun prodotto cosmetico disponibile sul mercato italiano ed europeo".
L'Unipro ha poi chiarito che l'unico composto appartenente alla famiglia degli ftalati utilizzato nei cosmetici che si vendono in Europa è il Dietilftalato (DEP). Viene aggiunto in "piccole dosi" all'alcol etilico affinché risulti amaro e quindi imbevibile.
" Il Dietilftalato è stato esaurientemente studiato - aggiunge l'Unipro - e il suo impiego è stato giudicato sicuro nei prodotti cosmetici".
Per approfondire:
24 ottobre 2012