Incidenti in corsia, il 68% dei casi conduce alla morte del paziente
Dati del Ministero
Suicidi in corsia, interventi chirurgici falliti, ma anche garze e forbici rimaste nel corpo del paziente a seguito di un'operazione. E ancora: reazioni trasfusionali, errori nella terapia farmacologia, durante il travaglio o il parto.
Sono questi gli errori e gli eventi gravi più segnalati dagli ospedali della Penisola. Sbagli che nel 68% dei casi hanno condotto alla morte del paziente, nel restante 23% si sono tradotti in un danno grave per chi li ha subiti.
E' quanto emerge dal Protocollo sperimentale di monitoraggio degli eventi sentinella del ministero della Salute, presentato nel corso del Forum sul Risk Management di Arezzo. Si tratta di un rapporto - spiega Alessandro Ghirardini, direttore dell'Ufficio qualità della direzione generale programmazione sanitaria del dicastero di Lungotevere Ripa - realizzato su 123 segnalazioni di 'eventi sentinella' arrivati al ministero della Salute nel periodo settembre 2005-febbraio 2007 da un centinaio di strutture ospedaliere italiane.
Per eventi sentinella si intende "un evento avverso di particolare gravità , potenzialmente evitabile - spiega il rapporto - che può comportare morte e grave danno al paziente e che determina una perdita di fiducia dei cittadini nei confronti del servizio sanitario".
"La responsabilità , quando si verificano errori di questo tipo - spiega Ghirardini - è da ravvisarsi nella mancanza di una cultura della sicurezza, e nelle carenza di comunicazione tra gli operatori che fanno parte del sistema".
Intanto il ministero sta "mettendo a punto raccomandazioni specifiche per la prevenzione di questi errori. Ne sono già uscite otto, ed entro il prossimo anno dovremmo pubblicarne altrettante. Speriamo che fungano da stimolo - conclude l'esperto - per gli addetti ai lavori".
Pagina pubblicata il 29 novembre 2007