Sanità, 10% di medici precari pregiudica la qualità del Ssn
"Il precariato dei medici, che raggiunge anche il 10%, riduce la qualità del Servizio sanitario nazionale". Serafino Zucchelli, sottosegretario alla Salute, si schiera a fianco dei camici bianchi sul piede di guerra e spiega: "Il problema del precariato ci preoccupa fortissimamente - rivela a margine di una conferenza stampa ieri mattina a Roma - perché si tratta di un'ampia fetta di medici precari tutta concentrata in una fascia d'età .
Si tratta di professionisti tra i 31-32 anni e i 45 che passano da un contratto all'altro da almeno 6-7 anni. Da quando cioè le leggi di bilancio hanno cominciato a porre ostacoli all'assunzione del personale". Un'occasione colta al balzo dalle aziende che, per far quadrare i conti, "hanno aggirato la carenza di personale con assunzioni atipiche, più convenienti.
I medici precari abbassano la qualità del Ssn - chiarisce Zucchelli - non perché sono meno preparati. Ma perché la vita del precario impedisce un investimento formativo adeguato". Dunque, prosegue il sottosegretario, "è vero quanto dicono i camici bianchi, cioè che il testo della finanziaria prevede in modo criptico di affrontare il problema del precariato nel Ssn. Ma - aggiunge - si tratta di materie che hanno a che fare con la relazione tra Stato e Regioni. E non possiamo invaderne il campo".
Qualche margine di azione però sembra esserci, ammette Zucchelli, proprio per la conciliante posizione dei medici che "non hanno chiesto sanatorie, ma solo che le Regioni verifichino le loro disponibilità per poi fare i concorsi.
Questa posizione ci dà la possibilità - dice - di sostenere le esigenze dei medici presso la Funzione pubblica e il Tesoro". L'ultimo elemento di novità , conclude il sottosegretario, riguarda il valore degli anni passati da precari "che varranno come punteggio ai fini dei risultati dei futuri concorsi".
Pagina pubblicata il 21 novembre 2007