Sanità, i Confederali in stato d'agitazione
La decisione di usare il "pugno duro" presa dopo l'incontro di ieri con la Turco.Manifestazione in vista per i lavori della sanità pubblica. I sindacati Cgil Cisl e Uil Funzione pubblica hanno infatti proclamato lo stato di mobilitazione e una manifestazione di protesta a Roma davanti al ministero della Salute, in programma entro la fine del mese.
Nel mirino dei medici, infermieri e operatori del Ssn proprio il ministro Livia Turco "colpevole - come spiega Daniela Volpato, segretario nazionale della Cisl Fp - di non rispettare gli accordi siglati con i sindacati e i contratti nazionali di lavoro. Soprattutto in quelle regioni, come Lazio e Campania, dove sono in atto i piani di rientro dal deficit".
La decisione di usare il pugno duro i sindacati l'hanno presa dopo l'incontro di ieri con la Turco. "Un incontro - spiegano in una nota congiunta - in cui il ministro ha confermato la propria posizione sull'avvenuta approvazione dei piani di rientro malgrado contengano misure contrarie a quanto definito con l'accordo sindacale firmato il 13 luglio". Cgil, Cisl e Uil non accettano che i conti in rosso di queste Regioni ricadano sulle spalle dei lavoratori.
"Non possiamo accettare - sottolineano - che i debiti accumulati dalla cattiva gestione dei sistemi sanitari regionali, siano coperti con gli stipendi dei lavoratori. Come non è giusto che questa situazione vada a intaccare la garanzia dei Livelli essenziali di assistenza per i cittadini".
Secondo i sindacati confederali, la situazione dei servizi ai cittadini è infatti molto grave: "carenza di personale, mancata stabilizzazione del personale precario e i tagli degli stipendi agli operatori. Nel frattempo - concludono - si continuano a fare appalti ed esternalizzazioni troppo costose, a pagare consulenze inutili e ad aumentare in continuazione i costi per beni e servizi delle Asl e delle aziende ospedaliere".
Pagina pubblicata il 09 novembre 2007