Anestesisti: Simeu, sciopero grave e incomprensibile
"Uno sciopero grave e incomprensibile". E' il commento di Anna Maria Ferrari, presidente della Società italiana medicina di emergenza urgenza (Simeu), alla protesta degli anestesisti e rianimatori.
Uno stop proclamato per dire no all'attivazione della Scuola di specializzazione in medicina di emergenza urgenza e che, secondo i dati forniti dal'Aaroi (Associazione anestesisti rianimatori ospedalieri italiani), sta bloccando l'attività del 90 per cento delle sale operatorie nazionali.
La condanna della Ferrari non riguarda però solo lo sciopero. La Simeu giudica infatti "altrettanto grave" la campagna di stampa "a pagamento" attuata per sostenere le ragioni della protesta. "La campagna - sottolinea in una nota la Ferrari - contiene affermazioni mendaci e offensive nei riguardi di professionisti che dedicano il 100 per cento della loro attività al Ssn e al suo miglioramento.
L'attivazione della Scuola risponde infatti alle esigenze di un sistema d'emergenza urgenza moderno. Secondo i dati Istat - aggiunge - negli ospedali italiani vengono effettuate circa 30 milioni di prestazioni di pronto soccorso l'anno e almeno 800 mila sono gli interventi di emergenza territoriale.
Si tratta di patologie diverse, non tutte gravi, ma per molte di esse (sindromi coronariche, politrauma, insufficienze cardio-respiratorie acute) è proprio nella 'prima ora d'oro' che diagnosi e terapie corrette possono decidere il destino del paziente".
Secondo la Simeu, in Italia, questa attività è svolta da medici che acquisiscono 'sul campo' l'esperienza necessaria, "ma che non hanno potuto fruire di un percorso formativo omogeneo e specifico, per la mancanza della relativa Scuola di specializzazione.
Una scuola che, contrariamente a quanto dichiarato dal sindacato degli anestesisti, è presente in quei Paesi a sanità avanzata (gran parte della Ue, Usa, Australia, Canada). La Simeu sta impegnando tutte le proprie forze per arrivare all'attivazione della scuola, proprio nell'ottica di fornire la migliore qualità di cura e - conclude la Ferrari - continuerà a farlo anche di fronte ai più arretrati corporativismi".
Pagina pubblicata il 11 dicembre 2007