Ospedali, riorganizzare il lavoro per ridurre i rischi
"Solo una nuova organizzazione del lavoro del medico può consentire una significativa riduzione del rischio clinico nei pazienti ricoverati nelle strutture del Ssn.Non è infatti sufficiente la creazione di unità di risk management, ma occorre invece modificare pesantemente l'organizzazione del lavoro dei camici bianchi, se si vuole ridurre il rischio di incidenti o di errori".
Parola di Stefano Biasioli, presidente nazionale Cimo-Asmd, sindacato che ha organizzato a Marsala un corso di formazione, proprio sul tema del rischio clinico. Corso che ha da poco chiusi i battenti "e che ha confermato l'esigenza di una nuova organizzazione del lavoro per la prevenzione, la diagnosi e la terapia del rischio clinico".
Diverse le proposte avanzate a Marsala nel corso dei lavori. "Bene - sottolinea in una nota Biasioli - l'introduzione del braccialetto di identificazione del singolo paziente, meno la proposta che il paziente chirurgico debba essere trattato in sala operatoria e nel post intervento dagli stessi medici (anestesista e chirurgo) che lo hanno valutato nella fase pre-operatoria, decidendone la operabilità .
Anche la continuità dell'equipe chirurgica, anche ma non solo per i pazienti oncologici, diventa - aggiunge il presidente Cimo - un elemento fondamentale nella prevenzione del rischio chirurgico. Sembra questa un'affermazione scontata ma non lo è con l'attuale organizzazione del lavoro".
Biasioli prende quindi l'impegno di affrontare la materia al più presto, e nelle sedi opportune. "Quando finalmente ci sarà consentito di iniziare la trattativa contrattuale -conclude - la Cimo porrà pesantemente sul tavolo della trattativa questo problema: una nuova organizzazione del lavoro per ridurre il rischio dei pazienti e dei medici".
Pagina pubblicata il 03 dicembre 2007