Valutare i professionisti che operano in sanità
Valutare i professionisti che operano in sanità , premiando i più bravi e incentivando tutti a darsi da fare di più. Questa, in sintesi, l'idea lanciata ieri da Ignazio Marino, presidente della commissione Sanità al Senato, nel corso del convegno "La valutazione della performance in sanità " appena conclusosi All'Istituto superiore di sanità a Roma."Un sistema di valutazione della performance in sanità - secondo Marino - deve avere tre caratteristiche principali.
Innanzitutto deve stabilire criteri di uniformità a livello nazionale. In secondo luogo deve avere caratteristiche di continuità sia per quanto riguarda la tecnologia che sui percorsi terapeutici: in altre parole - spiega - le valutazioni non devono avvenire una sola volta, ma a scadenze regolari e stabilite. Infine, la valutazione deve essere legata a un sistema che premi economicamente e in termini di carriera i professionisti che garantiscono al Servizio sanitario nazionale maggiore produttività e qualità nei risultati delle cure".
Quanto alla necessità di dotarsi di un sistema di questo tipo, Marino fa notare che "le nostre strutture sanitarie hanno una organizzazione talmente complessa e articolata che rende indispensabile una valutazione obiettiva del loro operato. La qualità dei risultati ottenuti, infatti, oltre che la quantità delle prestazioni erogate, dovrebbero essere il criterio sul quale si basano le scelte dei direttori generali degli ospedali per migliorare i servizi offerti ai pazienti.
I cittadini, inoltre, sarebbero messi nella condizione di scegliere a quale struttura rivolgersi, valutandone la qualità sulla base di dati certi e trasparenti. Sarebbe auspicabile - prosegue il presidente della Commissione Sanità a Palazzo Madama - lo sviluppo di competenze specifiche, un po' sul modello del Nice inglese o della Jcaho statunitense.
L'idea potrebbe essere quella di creare un'Autorità terza, indipendente, che si occupi del controllo dei requisiti minimi per l'accreditamento delle strutture, a cui vengano demandate anche le funzioni di coordinamento per l'accertamento della qualità dei servizi, dell'appropriatezza delle prestazioni erogate e, ad esempio, valuti i risultati clinici ottenuti in termini di sopravvivenza dei pazienti, complicanze o ricoveri ripetuti.
Insomma - conclude Marino - più controlli per una maggiore garanzia di trasparenza ed efficienza, ma soprattutto controlli indipendenti".
Pagina pubblicata il 04 dicembre 2007