Aitec, elettroshock da rivalutare
"L'elettroshock non è solo un trattamento più utile e sicuro di quelli farmacologici, ma anche più economico".Parola di Athanasios Koukopoulos, presidente uscente dell'Associazione italiana per la terapia elettroconvulsivante (Aitec), intervenuto ieri a Roma a un incontro sulla petizione che l'associazione presenterà all'attuale e al futuro ministro della Salute, per chiedere l'apertura in Italia di almeno un servizio di Tec (più comunemente noto come 'elettroshock') ogni milione di abitanti.
"Con i farmaci a volte si muore - spiega Koukopoulos - con l'elettroshock no. Molti tentano di screditare la Tec per gli effetti indesiderati, ma oggi con i nuovi strumenti a nostra disposizione abbiamo effetti irrilevanti, e sicuramente inferiori rispetto a quelli causati dalla terapia farmacologica, e un trattamento efficace per la depressione grave e alcune psicosi".
Koukopoulos, che nella riunione è stato eletto presidente onorario dell'Aitec per acclamazione, si scaglia contro la cultura psichiatrica dominante in Italia. "Si parla poco di elettroshock - aggiunge - e questo avviene anche nelle università e nelle scuole di specializzazione.
Non si pubblica più niente a riguardo, e c'è il pericolo che in futuro sarà sempre peggio". L'auspicio dell'esperto è che altre figure carismatiche nel campo della medicina 'escano allo scoperto' e supportino la causa dell'Aitec.
"Sarebbe bello - ammette Koukopoulos - se opinion leader di fama nazionale, come Rita Levi Montalcini o Umberto Veronesi, scendessero in campo al nostro fianco. Purtroppo - conclude con una nota di amarezza - prima di sdoganare questi argomenti potrebbe passare ancora molto tempo".
Pagina pubblicata il 22 febbraio 2008