Ricerca, negli USA facoltà in conflitto
La maggior parte delle facoltà di medicina americane non ha politiche per regolamentare i conflitti di interesse su rapporti economici tra istituzioni e compagnie private o pubbliche.A lanciare l'allarme sul Journal of the American Medical Association (Jama), i ricercatori del Massachusetts General Hospital (Mgh) e dell'Association of American Medical Colleges (Aamc), secondo cui il 70 per cento delle università esaminate ha regole ad hoc per singole figure istituzionali chiave all'interno dell'ateneo, mentre solo un terzo ha analoghe normative che pongano limiti al rapporto pubblico-privato in generale.
Questo per i ricercatori, mette a rischio il ruolo di tutela della salute e l'attività di ricerca dei centri accademici. "Solo il 38 per cento delle facoltà ha preso in considerazione programmi sul potenziale conflitto che deriva dagli interessi economici della ricerca; e almeno i due terzi non hanno fatto nulla per risolverlo - avverte Eric G. Campbell, del Mgh Institute for Health Policy - Viene da domandarsi che impatto abbiano i conflitti di interesse istituzionale sull'attività dei centri accademici medici". Negli Stati Uniti esistono regole federali sui conflitti di interesse nella ricerca dal 1995, ma riguardano in particolare il coinvolgimento di singole persone. Lo studio è la prima verifica nazionale dopo la raccomandazione dell'Aamc e l'Association of American Universities di adottare politiche specifiche anche per i conflitti di interesse tra le istituzioni. Durante il 2006 hanno inviato questionari ai presidi di 125 facoltà di medicina. Hanno risposto in 86, con un tasso di risposta del 69 per cento.
Dai risultati è dunque emerso che appena il 38 per cento delle facoltà ha già una regolamentazione in atto e il 37 per cento sta lavorando per realizzarla. Invece il 70 per cento ha politiche rivolte a singoli funzionari di alto o medio livello che salgono all'80 per cento quando sono rivolte ai membri dell'Institutional Review Boards (IRBs), gli organi incaricati di assicurare il rispetto dei diritti dei pazienti e l'adesione alle linee guida etiche degli studi clinici. Più del 90 per cento , infine ha strutture organizzative che separano la gestione del portfolio di investimento delle istituzioni da quella della responsabilità dei programmi di ricerca.
"I risultati dello studio - spiega Susan Ehringhaus dell'Aamc - sollevano la questione su quanta attenzione è stata data alla realizzazione di queste politiche". E secondo Campbell "i conflitti di interesse tra le istituzioni non hanno ricevuto l'enfasi e l'attenzione data invece ai conflitti economici individuali.
Il passo successivo - aggiunge - sarà comprendere l'efficacia delle politiche e l'impatto che la loro assenza ha sulla missione di ricerca e di cura del paziente nei centri accademici che si occupano di scienze della vita".
Pagina pubblicata il 13 febbraio 2008