Smi, modernizzare la sanità in 4 mosse
Un patto per valorizzare il ruolo dei medici di medicina generale e del territorio. Ma anche una proposta per modernizzare, in 'quattro mosse' le cure primarie e i servizi sanitari nel nostro Paese.
Sono le richieste al prossimo Governo contenute in un documento sulle convenzioni dei camici bianchi, approvato dalla segreteria nazionale del Sindacato dei medici italiani (Smi), in cui "forte è il richiamo a una contrattazione con una chiara e uniforme cornice normativa nazionale." Per lo Smi, serve un nuovo patto tra i medici e la politica.
Ma, in questa fase in cui manca un reale interlocutore politico, è controproducente - a parere del sindacato - per la professione e per l'area delle cure primarie, "prevedere interventi che modifichino l'attuale assetto strutturale e organizzativo del settore.
Un progetto di riordino complessivo dell'area delle cure primarie presuppone un maggiore coinvolgimento delle categorie, un quadro di riferimento complessivo dei nuovi modelli di erogazione delle prestazioni omogeneo sul piano nazionale, e un adeguato finanziamento delle innovazioni, dei nuovi compiti e delle responsabilità chieste al settore". E' quindi strategico "promuovere un rilancio del patto, solo abbozzato e non concluso a causa della fine della legislatura, fra il prossimo Governo e le categorie, che preveda una profonda revisione della normativa del settore in una cornice nazionale uniforme".
Per avviare la modernizzazione delle cure primarie il nuovo patto - secondo lo Smi - deve prevedere, a fronte di uno straordinario impegno della categoria a governare la nuova domanda di salute, strumenti normativi, economici e organizzativi in grado di permettere ai professionisti del settore di vincere la sfida. Ecco le quattro 'mosse' proposte dallo Smi:
1) Il tempo pieno, il ruolo e l'accesso unico dei medici dell'area con caratteristiche giuridiche che riconoscano agli addetti un migliore sistema dei diritti e delle tutele in linea con i diritti fondamentali del lavoro, la progressione di carriera, una profonda revisione del sistema di retribuzione, la defiscalizzazione di alcune componenti del reddito, l'abolizione dell'Irap, il riconoscimento che gli immobili adibiti alla professione sono presidi del Ssn e quindi esenti da Ici;
2) Riordino strutturale e organizzativo dell'area;
3) Il nuovo modello di governance del settore;
4) La riforma della formazione specifica e una ridefinizione delle modalità e delle strutture deputate alla formazione continua.
Oltre alle proposte, però, lo Smi, per quanto riguarda l'immediato, ribadisce la priorità di dare risposte "all'emergenza economica in cui versano i circa 90 mila medici del settore, concedendo, subito, in busta paga il 4,7 per cento dell'inflazione programmata per il primo biennio (2006-2007), senza che si rimandi nulla alle trattative regionali e senza stornarlo per incrementi del sistema previdenziale, e riconoscendo lo 0,7 per cento, già concesso nel precedente contratto al pubblico impiego (Lodo Fini)".
Pagina pubblicata il 05 marzo 2008