Stato di agitazione dei tecnici ortopedici
Tecnici ortopedici in stato di agitazione contro la riforma dell'assistenza protesica, prevista nella revisione dei Livelli essenziali di assistenza (Lea), in corso di approvazione nella Conferenza Stato-Regioni.
La Federazione italiana fra operatori della tecnica ortopedica (Fioto) annuncia anche la chiusura di tutti gli studi del settore per il 14 marzo, per protestare contro questa riforma che metterebbe a rischio- spiegano - "l'uniformità dell'assistenza protesica sul territorio nazionale, provocherebbe un arretramento professionale degli operatori e creerebbe una 'fuga' delle aziende produttrici, che non hanno più certezze", spiega Marco Lainieri Milazzo, presidente Fioto, sottolineando che per quanto riguarda le protesi (tutti gli strumenti che sostituiscono una funzione dalla carrozzina all'arto artificiale) la qualità e l'appropriatezza "sono fondamentali" per i pazienti.
La Federazione chiede lo stralcio degli articoli che riguardano l'assistenza protesica nella proposta di riforma dei Lea, attualmente all'attenzione dello Stato-Regioni. "Provvedimento - spiega il presidente Lainieri Milazzo - che riteniamo assolutamente inadeguato alle esigenze del comparto". Ma chiede anche "l'istituzione - dice ancora il presidente - di una commissione ufficiale per rivedere il nomenclatore" con la definizione e l'aggiornamento degli elenchi delle prestazioni Lea erogabili e delle modalità di definizione delle tariffe di riferimento, in attesa della riforma. La Federazione, inoltre, fa appello a tutte le forze politiche "sensibili al tema della disabilità", di impegnarsi ad avviare un percorso celere per mettere a punto una 'legge obiettivo' che dia certezze al comparto, uguaglianza su tutto il territorio nazionale a quanti hanno diritto alle prestazioni appropriate, efficaci ed efficienti.
La Fioto ricorda che il settore è da anni in forte sofferenza. Negli ultimi anni, infatti, si è consolidato un sistema di acquisto delle 'prestazioni protesiche' da parte del Ssn, basato più sul criterio di risparmio che di qualità. "In teoria il ministero della Salute, a livello centrale - dice Lainieri Milazzo - ha emanato Linee guida in cui si indica la necessità di fornire prestazioni appropriate, efficaci ed efficienti.
Ma, nella sostanza, sul territorio, il direttore della Asl, che deve badare al bilancio, non parte da una verifica di appropriatezza e di qualità. Anche perché gli strumenti di misurazione (gli indicatori di qualità) non esistono. E quindi l'unico criterio che resta è il massimo ribasso, perché il primo obiettivo da raggiungere è il risparmio".
E questo, ovviamente, va tutto a discapito dei pazienti. Per questo la Fioto chiede "l'annullamento di tutte le gare d'appalto per i dispositivi dell'elenco 1 e di tutte le procedure istruite con il solo fine del massimo risparmio". "Noi ci aspettavamo - lamenta Lainieri Milazzo - una revisione che mettesse ordine in questa disciplina, che cioè dicesse con chiarezza cosa significa livello essenziale di assistenza, quali sono dispositivi che qualitativamente e quantitativamente vanno erogati e, soprattutto ci aspettavamo regole certe. Ciò non è accaduto". Infatti, nel documento per la revisione dei Lea che riguarda l'assistenza protesica, "ci sono solo tre articoli che non chiariscono. Il terzo, in particolare, rimette alle Regioni tutte le discipline che riguardano le modalità, l'accreditamento delle aziende, il controllo.
Ciò significa che "noi avremo un sistema a più velocità. Ogni Regione se ha disponibilità economiche concederà le prestazioni protesiche, quelle senza disponibilità economiche non le concederanno. E quindi non avremo un sistema di assistenza sanitaria nazionale uniforme sul territorio". Come professionisti, poi, "siamo tornati indietro di 20 anni - continua - perché ci vengono tolte le autonomie professionali guadagnate nel tempo. In pratica ci costringono al ruolo di meri commessi". Ancora più grave la situazione per le imprese, un settore che occupa 15mila persone circa. "Le imprese - conclude Marco Lainieri Milazzo - non hanno assolutamente certezze. Si può prevedere, dunque, una moria di aziende: gli imprenditori andranno ad investire in altre settori e ci troveremo depauperati di un'esperienza importante".
Pagina pubblicata il 05 marzo 2008