Anche i primari timbrano
Rispettare l'orario minimo di lavoro è un dovere di tutti dipendenti, compresi quelli che ricoprono una carica dirigenziale. Una regola che vale anche per i primari, cioè dirigenti di struttura complessa del Servizio sanitario nazionale, la cui prestazione "non può essere resa in funzione delle proprie esigenze private".
Il dirigente è infatti chiamato a "rispettare l'orario di servizio concordato con l'azienda o, in assenza di un accordo scritto, a timbrare il cartellino di entrata e di uscita dal lavoro". A stabilirlo è una sentenza della Corte dei Conti, che ha condannato un responsabile dell'Unità operativa Igiene alimenti di origine animale di una Asl ligure al pagamento di 5.000 euro in favore dell'azienda sanitaria.
Il primario in questione è stato condannato "per essersi assentato ingiustificatamente dal luogo di lavoro, dove risultava essere formalmente presente, per esigenze di carattere personale". Il medico, in mancanza di un accordo scritto con l'azienda, era infatti tenuto a timbrare il cartellino con indicazione esatta dell'inizio e della fine della prestazione lavorativa nella struttura e con rilevazione delle ore prestate in eccedenza rispetto all'orario di 38 ore.
I giudici della Corte hanno inoltre stabilito che "la rilevazione delle ore di straordinario conferma la sussistenza di un orario ordinario minimo da osservare, in assenza del quale non sarebbe neppure configurabile lo straordinario".
Pagina pubblicata il 20 aprile 2008