Parte dall'ospedale la guerra alle resistenze
L'evitare di selezionare di ceppi batterici resistenti agli antibiotici è uno dei problemi che i medici si trovano ad affrontare spesso. Ma la battaglia è dura.La resistenza agli antibiotici ha scatenato una "vera e propria guerra tra i batteri e l'uomo". Parola di Fernando Baquero, medico dell'ospedale Ramòn y Cajal di Madrid e presidente del XVIII Congresso europeo di microbiologia clinica e malattie infettive (Eccmid) che si è aperto sabato a Barcellona.
Se guerra è, la battaglia si ingaggia soprattutto in ospedale dove le occasioni di contagio si moltiplicano. E il nemico più pericoloso è lo stafilococco aureo meticillino resistente (Mrsa), "frequente causa di infezioni respiratorie urinarie e cutanee in ospedali e case di cura", avverte Baquero che avvisa: "L'Mrsa si trova a suo agio negli ospedali, ma può annidarsi anche nelle case".
Ma tra le corsie si registra un tasso di infezione che oggi è arrivato a 7 casi ogni mille. Oltre all'Mrsa, gli altri 'soldati' dai nomi difficili sono l'Escherichia coli, la Klebsiella pneumoniae, lo Pseudomonas aeruginosa e la Legionella pneumophila.
Altra questione sollevata dall'esperto spagnolo riguarda la possibilità di terapie pediatriche risolutive, perché gli antibiotici per i baby-pazienti più facilmente si mostrano inefficaci contro le nuove generazioni di infezioni batteriche multiresistenti. In questo caso a preoccupare è lo pneumococco, che provoca le otiti che ciascun genitore ha dovuto curare al proprio figlio.
"Negli ultimi anni assistiamo a una rapida variazione dell'epidemiologia e della modalità di interazione del batterio con l'organismo ospite", avverte lo specialista.
Pagina pubblicata il 20 aprile 2008