Ricovero solo per 17% pazienti in Pronto Soccorso
Solo il 17% dei pazienti che si rivolge al Pronto soccorso viene ricoverato. Tutti gli altri vengono inseriti in un percorso di cura specialistico ambulatoriale o mandati dal medico di famiglia.Eppure, nonostante ciò, "i Pronto Soccorso di tutta Italia sono sovraffollati di pazienti in attesa di posto letto, anche da più di 24 ore, con grave disagio per i cittadini e per gli operatori e rischi di discontinuità assistenziale".
La denuncia, e i numeri sull'affluenza ai Pronto soccorso italiani, con un 'carico' di pazienti di circa 30 milioni di accessi l'anno, arriva da Anna Maria Ferrari, presidente della Società italiana medicina d'emergenza-urgenza (Simeu), che in una nota definisce la "mancanza cronica di posti letto e le lunghe permanenze in Pronto soccorso" come una vera e propria "piaga nazionale".
"Il posto letto è un bene prezioso e deve essere utilizzato in modo accurato e appropriato, non solo dai medici di Pronto Soccorso, ma da tutto l'ospedale - sottolinea Ferrari - La carenza cronica di posti letto e le lunghe permanenze in Pronto soccorso sono un problema nazionale e anche nelle regioni più virtuose, come l'Emilia Romagna e la Toscana, dove l'appropriatezza del ricovero e la degenza media sono prossimi agli standard Nazionali, i servizi alternativi al ricovero (assistenza domiciliare integrata socio-sanitaria - Hospice, degenze post acuzie, ospedali di comunità) devono essere ulteriormente potenziati per rispondere in modo ottimale ai bisogni dei cittadini e ridurre l'occupazione dei posti letto per acuti".
Solo il 15% dei pazienti che accedono ai Pronto soccorso richiedono cure in emergenza - urgenza (codici Gialli e Rossi); per il 60% circa sono affetti da patologie croniche cardio e cerebrovascolari, respiratorie e metaboliche, grandi anziani in solitudine con disagio sociale, emarginati senza fissa dimora. La programmazione sanitaria, secondo Ferrari, "non può non tener conto anche di questi aspetti demografici ed epidemiologici e fornire soluzioni alternative al ricovero con l'obiettivo di accelerare il processo di de-ospedalizzazione, decongestionando le strutture di emergenza".
"Il Pronto soccorso - prosegue il presidente della Simeu - cerca di rispondere ai singoli bisogni dei cittadini, ma a volte viene sopraffatto dalle molteplici richieste non tutte tempestivamente esigibili dall'ospedale. Pesanti vincoli economici, frequente inadeguatezza numerica del personale al volume di attività e servizi resi, aumentano l'insoddisfazione dei pazienti e degli operatori.
Eppure, nonostante il notevole ritardo culturale e programmatorio con cui le istituzioni hanno prestato attenzione al settore dell'emergenza in Italia (molti anni dopo rispetto a Usa, Canada, Australia e altri paesi dell'Unione Europea) i servizi di Pronto soccorso di eccellenza si sono realizzati anche nel nostro paese e ogni giorno se ne aggiungono di nuovi - conclude Ferrari - nei quali la tempestività della diagnosi e del trattamento si esprime in percorsi clinico-assistenziali di standard elevato".
Pagina pubblicata il 07 aprile 2008