Serve l'etica delle piccole virtù
Flamigni contro il consenso informato: è un contratto ingiusto tra chi sa molto e chi ignora.
Per migliorare il rapporto medico-paziente "ci vuole un'etica delle piccole virtù. E non il consenso informato che è un contratto profondamente ingiusto, perché stipulato tra chi sa molto e chi non sa niente".
Carlo Flamigni, docente di ginecologia all'università di Bologna e componente del Comitato nazionale di bioetica, spiega qual è la sua ricetta per migliorare la comunicazione tra camici bianchi e cittadini. Ed evitare contrasti, cause giudiziarie e medicina difensiva che, sempre più spesso, avvelenano le relazioni tra pazienti e chi deve curarli.
"Non prendendo ad esempio il consenso informato che c'è negli Usa, che è una presa in giro". Le piccole virtù che ha in mente Flamigni sono "la capacità di ascolto, la pazienza, il sapere resistere dal guardare l'orologio quando si visita, la responsabilità nei confronti del paziente, l'essere adeguati. Dunque - chiarisce - non smettere mai di studiare.
A queste virtù si dovrebbero poi aggiungere gli obblighi morali. E allora veramente si verrebbe incontro a ciò che chiedono i cittadini". Flamigni è intervenuto questa mattina a Roma alla conferenza di presentazione di due ricerche, condotte per mettere in luce i problemi delle coppie che vogliono accedere alla fecondazione assistita.
"Rispetto al consenso informato di oggi - estremizza - è meglio il rapporto di tipo paternalistico che, in certi casi, poteva consegnare al malato un medico realmente responsabile e attento".
Pagina pubblicata il 17 aprile 2008