Class action inutile per gli specializzandi
"Occhio a chi promette improbabili 'class action' e a chi alimenta false illusioni". A lanciare l'appello è il Sindacato dei medici italiani (Smi), che commenta così alcune voci che circolano su internet, riguardo una possibile class action a tutela dei medici specialisti delle scuole di specializzazione del periodo che va dal 1983 al 1991.
"Voci che hanno ridato una speranza alle migliaia di camici bianchi che da anni chiedono che si corrisponda la cosiddetta 'adeguata remunerazione' per i loro anni di frequentazione alle scuole, come stabilito da una direttiva comunitaria". Ma la realtà, per lo Smi, è ben diversa. "Al momento, in Italia - sottolinea in una nota il sindacato - la cosiddetta class action non si può esercitare contro le amministrazioni pubbliche".
La norma che prevede l'istituto della class action anche nel nostro Paese, entrerà in vigore, "salvo ripensamenti, modifiche, o ulteriori slittamenti decisi dal nuovo Governo", il 30 giugno. "Le strade per dare uno sbocco a questa vicenda sono quindi due: una legge che faccia una sanatoria oppure l'ennesimo ricorso ai tribunali.
Lo Smi, già Cumi-Aiss e prima ancora Aiss, è stato tra i protagonisti di questo lungo scontro per la tutela dei giovani medici, con alterni risultati e anche con alcuni significativi successi, ma è bene ricordare che l'orientamento giurisprudenziale sugli svariati ricorsi presentati in questo decennio è negativo".
Uno scenario, questo, che non sembra però frenare la circolazione di "false informazioni" in merito. Ecco perché lo Smi invita a tenere gli occhi aperti. "Continueremo a informare i medici sulle possibili soluzioni e sugli strumenti più adeguati per trovare una soluzione equa a questa controversa storia.
Nel frattempo, però, diffidate di certe notizie e soprattutto di chi vuole aggiungere al danno anche la beffa".
Pagina pubblicata il 05 maggio 2008